Ernest Alfred Wallis Budge: differenze tra le versioni

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Tra il 1886 ed il 1891 Budge fu incaricato dal British Museum di investigare sul perché le tavolette cuneiformi provenienti dai siti del British Museum in [[Iraq]], che si supponeva dovessero essere custodite dai dipendenti locali del museo, fossero invece esposte nelle collezioni degli antiquari londinesi. Il British Museum stava acquistando queste collezioni di proprie tavolette ad un prezzo gonfiato rispetto agli standard di Londra, ed il principale bibliotecario del museo, Edward Bond, chiese a Budge di trovare la fonte di questa perdita e di chiuderla. Bond chiese anche a Budge di stabilire contatti con gli antiquari iracheni per poter acquistare qualsiasi cosa fosse disponibile nei mercati locali a prezzo ridotto. In questo periodo Budge viaggiò fino ad [[Istanbul]] per ottenere dal governo ottomano il permesso di riaprire gli scavi del museo in questi siti iracheni, per poter cercare eventuali altre tavolette rimaste sepolte.
 
In questi anni trascorsi presso il British Museum, Budge tentò anche di allacciare rapporti con gli antiquari egizi ed iracheni in modo da reperire antichità per il museo senza dover sopportare i costi degli scavi, uno dei metodi preferiti durante il XIX secolo per la creazione della collezione di un museo. Budge tornò dalla propria missione con enormi collezioni di tavolette cuneiformi, siriache, [[lingua copta|copte]] e manoscritti [[lingua greca|greci]], oltre ad importanti collezioni di papiri [[Geroglifici egizi|geroglifici]]. Forse i suoi più importanti ritrovamenti di quel periodo furono il [[papiro di Ani]], una copia del ''[[Costituzione degli Ateniesi]]'' perduto di [[Aristotele]], e le tavolette di [[Amarna]]<ref>Sono complessivamente presenti, al British Museum, 100 tavolette di cui 84 facenti parte della collezione "Budge", acquistate in [[Egitto]] da [[Ernest Alfred Wallis Budge]] nel 1888 (cat. E29786; E29851; E29824; E29842; E29842; E29814; E29808; E29820; E29816; E29796; E29792; E29813; E29817; E29805; E29815; E29806; E29804; E29795; E29797; E29857; E29837; E29856; E29858; E29858; E29839; E29823; E29828; E29864; E29846; E29836; E29803; E29800; E29802; E29833; E29841; E29826; E29838; E29853; E29843; E29798; E29849; E29819; E29861; E29862; E29830; E29834; E29860; E29825; E29787; E29788; E29790; E29844; E29831; E29848; E29793; E29855; E29812; E29818; E29810; E29809; E29840; E29859; E29865; E29835; E29811; E29801; E29827; E29854; E29791; E29832; E29785; E29789; E29794; E29799; + altre 8 e una, E29829 entrata a far parte della collezione nel 1891); 5 entrate al British nel 1902, o nel 1926, a cura di Kyticas Panayotis ( cat. E50745; E37645; E37646; E37647; E37648); 10 entrate nel 1966 a cura della [[Egypt Exploration Society]] (cat. 134867; 134869; 134870, 134868; 134871; 134865; 134866; 134863; 134872; 134864) e 2 (cat. E24631 e E58364) rispettivamente provenienti da R.J. Moss (1893) e [[Percy Newberry]] (1926),</ref>. Le prolifiche e ben organizzate acquisizioni di Budge permisero al British Museum di avere le migliori collezioni del mondo di oggetti relativi al vicino oriente antico, e l'assiriologo [[Archibald Henry Sayce|Archibald Sayce]] disse a Budge nel 1900, "... Che rivoluzione hai fatto nel dipartimento orientale del museo! Ora è una vera storia della civiltà in una serie di oggetti..."<ref>Ismail, 2011, pag. 319.</ref>
 
Budge divenne assistente custode nel suo dipartimento dopo che Renouf andò in pensione nel 1891, e fu confermato custode nel 1894, posizione che ricoprì fino al 1924, specializzandosi in egittologia. Budge e gli altri direttori dei musei europei consideravano una questione di orgoglio nazionale il fatto di avere la miglior collezione mondiale di oggetti egizi ed assiri, e tra loro si instaurò una tremenda competizione. I direttori di questi musei ed i loro dipendenti locali contrabbandarono antichità racchiudendoli in valigie diplomatiche, corrompendo funzionari doganali o semplicemente andando da amici e connazionali dell'Egyptian Service of Antiquities per chiedergli di lasciare aperta la loro valigetta di antichità. Mentre era custode si distinse per la gentilezza e la pazienza con cui trattava i giovani visitatori del British Museum.<ref>Jonathan Cott, "''The Search for Omm Sety''", p 17-19, Doubleday, 1987, ISBN 0-38523746-4</ref> Fu una delle sole due persone a cui [[Mike (gatto)|Mike]], il famoso gatto del British Museum, permetteva di dargli da mangiare.<ref>"''[http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,738499,00.html Foreign News: Cat Mike]"'', [[Time Magazine]], 8 aprile 1929, acceduto il 31 maggio 2009</ref>