Cittadinanza romana: differenze tra le versioni

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== Caratteristiche del cittadino romano ==
Essere cittadino romano comportava una notevolissima serie di privilegi, variabili nel corso della storia, a creare diverse "gradazioni" di cittadinanza.

Nella sua versione definitiva e più piena, comunque, la cittadinanza romana consentiva l'accesso alle cariche pubbliche e alle varie magistrature (nonché la possibilità di votarle nel giorno della loro elezione), la possibilità di partecipare alle assemblee politiche della [[Roma antica|città di Roma]], svariati vantaggi sul piano fiscale e, importante, la possibilità di essere soggetto di diritto privato, ossia di poter presentarsi in giudizio attraverso i meccanismi dello ''[[ius civile]]'', il [[diritto romano]] per eccellenza.
 
Al cittadino romano corrispondeva il ''Plenum ius'', l<nowiki>'</nowiki>''Optimum ius'', ovvero il diritto pieno. A differenza di coloro che avevano soltanto il [[diritto latino]], un ''civis optimo iure'' (cittadino di diritto pieno) era iscritto in una delle trentacinque [[tribù]] territoriali, che fungevano da liste elettorali e di arruolamento militare, e dunque poteva votare nelle assemblee comiziali di Roma e arruolarsi nelle legioni.