Storia della Sicilia aragonese: differenze tra le versioni

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{{Storia della Sicilia}}
La '''storia della Sicilia aragonese''' iniziòincominciò formalmente il 26 settembre 1282, quando [[Carlo I d'Angiò]], sconfitto dai siciliani e dall'[[esercito]] del re [[Pietro III d'Aragona]] nei [[Vespri siciliani]], lasciò l'[[isola]] per rifugiarsi a [[Napoli]]. Nel 1412 il regno passò ai [[Trastámara d'Aragona]]. Si concluse (formalmente, allorché la [[Sicilia]] passò sotto la diretta dominazione [[spagna|spagnola]]) il 23 gennaio 1516, con la morte del re [[Ferdinando II di Aragona]].
 
== Storia ==
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Dal momento in cui Re Carlo aveva messo piede in Sicilia, una serie di rivolte avevano minato il potere angioino sull'isola. Il fiscalismo esoso della nuova dinastia, la mancanza di sensibilità verso i problemi del [[popolo]] e i soprusi operati dalla classe dirigente si erano presto inimicati l'intera popolazione. Inoltre i [[papa|papi]], [[papa Clemente IV|Clemente IV]] e [[papa Martino IV|Martino IV]], furono accondiscendenti nei confronti di Carlo d'Angiò e ciò non facilitò la situazione.
 
Dall'altra parte del [[mar Mediterraneo]], nel [[Regno di Aragona]], la regina [[Costanza di Hohenstaufen|Costanza]], figlia di [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] ede unica discendente della dinastia [[Hohenstaufen|sveva]], premeva il marito [[Pietro III d'Aragona]] per ritornare in Sicilia, dove la popolazione manteneva ancora il ricordo dello splendore raggiunto con il nonno l'[[imperatore]] [[Federico II di Svevia|Federico II]].
 
=== La rivolta dei ''Vespri'' ===
{{vedi anche|Vespri siciliani}}
[[File:Giovanni da Procida.jpg|thumb|Giovanni da Procida.]]
La scintilla dell'inizio delle [[rivolta|rivolte]] dette ''Vespri siciliani'' sbloccò la situazione. Il 31 marzo 1282 a [[Palermo]] iniziòincominciò una vera e propria carneficina di francesi. In loro difesa arrivò il Re Carlo dal continente. IniziòEbbe così inizio l'[[Assedio di Messina (1282)|assedio di Messina]], che durò alcuni mesi senza nessun risultato.
 
[[Giovanni da Procida]], fido consigliere della famiglia [[Hohenstaufen]] anche in Aragona, fu uno dei protagonisti della rivolta e fu lui a favorire l'arrivo in Sicilia di Pietro III, a cui offrì la [[Monarchia|corona]]. Per questo sarebbe stato nominato ''Gran [[Cancelliere]] di Sicilia''. Quest'atto significò la trasformazione della semplice [[insurrezione]] in un vero conflitto politico fra Siciliani ede [[Casa d'Aragona|Aragonesi]] da un lato e gli [[Angioini]], il Papato, il [[Regno di Francia]] e le varie fazioni [[guelfi|guelfe]] dall'altra.
 
=== Lo sbarco di Pietro ===
[[File:Arrivo aragonesi.jpg|thumb|[[Pietro III d'Aragona]] sbarca a [[Trapani]].]]
{{vedi anche|Guerre del Vespro}}
Appena scoppiò la rivolta in Sicilia, la flotta aragonese, sbarcata il 30 agosto a [[Trapani]], era già a Palermo e con l'occupazione della città da parte di Pietro III, Carlo d'Angiò fu costretto a ritirarsi nel settembre 1282. Pietro III fu così libero di impadronirsi del trono e di ottenere il titolo di [[Re di Sicilia]]. Mantenne però divise le corone di Aragona e Sicilia. In sua assenza nominò un [[luogotenente]] per sostituirlo. Si avvicendarono così nella conduzione del regno [[Alfonso III d'Aragona]], [[Giacomo II d'Aragona]] e [[Federico III d'Aragona]].
 
La situazione politica, a vent'anni di distanza dalla prima rivolta, non era ancora chiara. Carlo II d'Angiò rivendicava ancora l'isola e gli Aragonesi, in difficoltà in Spagna, cercarono con un accordo con gli angioiniAngioini una via d'uscita dal conflitto che si stava venendo a ricreare, abbandonando così i siciliani e le loro aspettative. In questo contesto il [[Assemblea Regionale Siciliana|Parlamento Siciliano]], riunito al [[Castello Ursino (Catania)|Castello Ursino]] di [[Catania]], elesse come Re di Sicilia Federico III d'Aragona, molto sensibile alle istanze della Sicilia.
 
Il piano di alleanze fu stravolto: da questo momento i Siciliani continuarono la lotta sotto la reggenza di Federico, contro sia gli Angioini chesia gli Aragonesi di Spagna del Re Giacomo.
 
==== Il Parlamento siciliano ====
Il [[Parlamento siciliano]] in epoca aragonese, composto da feudatari, sindaci delle città, dai conti e dai baroni era presieduto e convocato dal re.
La funzione principale era la difesa dell'integrità della Sicilia, come valore massimo anche nei confronti dell'assolutismo del re e nell'interesse di tutti i siciliani. Il re, infatti, non poteva stringere accordi di qualunque natura (politica, militare o economica) ne dichiarare guerre senza aver prima consultato ede ottenuto l'approvazione dell'organo parlamentare che, per costituzione, doveva essere convocato almeno una volta l'anno nel giorno di «Tutti i Santi». Il Parlamento costituzionalmente aveva il compito di eleggere il re e di svolgere anche la funzione di organo garante del corretto svolgimento della giustizia ordinaria esercitata da giustizieri, giudici, notai e dagli altri ufficiali del regno.
 
=== La pace di Caltabellotta ===
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Dopo la Pace di Caltabellotta, la Sicilia conobbe un lungo periodo di relativa stabilità politica. Le lotte tra le due fazioni della nobiltà siciliana, l'una detta [[Fazione dei Catalani|"dei Catalani"]] - di cui facevano parte quelle famiglie di provenienza iberica giunte nell'isola ai tempi delle guerre contro gli Angioini, come gli [[Alagona]], i [[De Luna d'Aragona|De Luna]], i [[Moncada (famiglia)|Moncada]], i [[Peralta (famiglia)|Peralta]], i [[Valguarnera (famiglia)|Valguarnera]] - l'altra detta [[Fazione dei Latini|"dei Latini"]] - composta da quei baroni siciliani di antico lignaggio, presenti nell'isola già prima dell'epoca aragonese, e legati ai dominatori angioini, come i [[Chiaramonte]], i [[Lanza (famiglia)|Lanza]], i [[Palizzi]], i [[Perollo]], gli [[Uberti]], e a più riprese i [[Ventimiglia di Geraci|Ventimiglia]] - si erano infatti attenuate.
 
A Ludovico successe al trono [[Federico IV di Sicilia|Federico IV ''il semplice'']]. Federico lasciò il regno alla figlia minorenne [[Maria di Sicilia|Maria,]] nata dal matrimonio con [[Costanza d'Aragona (1343-1363)|Costanza]] figlia del re [[Pietro IV d'Aragona]], affiancata da quattro vicari: [[Artale I Alagona|Artale Alagona, conte di Mistretta]], [[Guglielmo Peralta|Guglielmo Peralta, conte di Caltabellotta]], [[Francesco II Ventimiglia|Francesco Ventimiglia, conte di Geraci]] e [[Manfredi II Chiaramonte|Manfredi Chiaramonte, conte di Modica]]. Artale Alagona scelse per la giovane regina Maria la residenza del [[castello Ursino]] di Catania, progettando di darla in sposa a [[Gian Galeazzo Visconti]], [[duca di Milano]]. Ma la fazione capeggiata dai Ventimiglia voleva che sposasse [[Martino I di Sicilia|Martino]] figlio del duca di Montblanc presunto erede del trono aragonese.
A Ludovico successe al trono [[Federico IV di Sicilia|Federico IV ''il semplice'']]. Federico lasciò il regno alla figlia minorenne [[Maria di
Sicilia|Maria]] nata dal matrimonio con [[Costanza d'Aragona (1343-1363)|Costanza]] figlia del re [[Pietro IV d'Aragona]], affiancata da quattro vicari: [[Artale I Alagona|Artale Alagona, conte di Mistretta]], [[Guglielmo Peralta|Guglielmo Peralta, conte di Caltabellotta]], [[Francesco II Ventimiglia|Francesco Ventimiglia, conte di Geraci]] e [[Manfredi II Chiaramonte|Manfredi Chiaramonte, conte di Modica]]. Artale Alagona scelse per la giovane regina Maria la residenza del [[castello Ursino]] di Catania, progettando di darla in sposa a [[Gian Galeazzo Visconti]], [[duca di Milano]]. Ma la fazione capeggiata dai Ventimiglia voleva che sposasse [[Martino I di Sicilia|Martino]] figlio del duca di Montblanc presunto erede del trono aragonese.
 
Il rapimento di Maria portato a termine da [[Guglielmo Raimondo III Moncada|Guglielmo Raimondo Moncada, conte di Agosta]] fece fallire i progetti del Conte di Mistretta e permise il matrimonio della regina con Martino di Montblanc nel 1392. Con la morte di Maria avvenuta nel 1402, si estinse il [[Aragona di Sicilia|ramo aragonese-siculo]] che fino ad allora aveva regnato in Sicilia. Re Martino I si sposò con [[Bianca di Navarra (1387-1441)|Bianca]], erede del trono di [[Regno di Navarra|Navarra]], che scelse di stabilirsi a Catania assieme alla corte. Poi Martino I morì a [[Cagliari]] nel 1409 all'età di 33 anni e a lui succedette il vecchio padre [[Martino I di Aragona|Martino ''il Vecchio'']] che però morirà l'anno successivo.
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Nel 1492 il Re Ferdinando con l'emanazione del [[decreto dell'Alhambra]] espulse gli [[Ebrei]] da tutti i reami in suo possesso: la massima parte degli ebrei siciliani emigrò nel [[Maghreb]] e nell'[[Impero Ottomano]], altri andarono in [[Calabria]], che già aveva una comunità ebraica sin dal [[IV secolo]]. Ma successivamente verranno espulsi pure dal regno di Napoli dove il decreto sarà valido a partire dal 1524.
 
La dinastia Trastámara si estinse in linea maschile diretta con Ferdinando ''il Cattolico'', poichèpoiché gli premorì l'unico figlio maschio avuto dalla prima consorte la Regina Isabella, il principe ereditario [[Giovanni di Trastámara|Giovanni]], senza eredi. Alla sua morte, nel 1504, gli succedette la figlia [[Giovanna di Castiglia|Giovanna]], detta ''la Pazza'', che sposò [[Filippo I di Castiglia|Filippo d'Asburgo]].
 
Le Corone d'Aragona e di Castiglia nel 1516 passarono dunque agli [[Asburgo]], avendone assunto la reggenza il figlio [[Carlo V d'Asburgo|Carlo]], e ciò rappresentò l'inizio dell'era della [[Storia della Sicilia spagnola|Sicilia spagnola]].
 
== Voci correlate ==