Aidone: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Recupero di 0 fonte/i e segnalazione di 1 link interrotto/i. #IABot (v2.0beta10ehf1)
Riga 340:
 
La consuetudine prevede che il "capo maschera" chieda al "padrone" due balli, e successivamente si tolga la maschera per farsi riconoscere ed avere in premio un bicchiere di vino.
 
I '''“festini” carnevaleschi''' sono semplici veglioni messi su alla buona in saloni o semplici garage,  tra familiari, amici, coetanei; '''sale che si aprono, come vuole un costume secolare, alle “maschere” cioè a chiunque, in maschera o con la propria “faccia”, abbia voglia di curiosare e fare due salti'''. Sono ancora vive nella memoria dei più anziani i festini che si tenevano, con l’accompagnamento dell’orchestrina, al Comune, al Circolo dei Nobili, a quello degli Artigiani, e quelli più modesti che si montavano nella “camera” delle case della gente comune, che spostavano i mobili,  mettevano un grammofono a tutto volume e si preparavano ad accogliere amici, conoscenti e soprattutto le “maschere”, che potevano circolare fino a mezzanotte, quando le porte si chiudevano per consumare il pasto che ciascuna massaia aveva preparato con tanto amore; da quel momento in poi a ballare erano solo gli invitati, la nottata si concludeva con una lunga e divertente quadriglia. Oggi si continua a ballare, non più nelle case private ma, costituita una comitiva, ci si affitta un locale; le serate non sono più solo nelle classiche “sdirrie”, i giorni canonici del carnevale, ma si comincia a capodanno e si balla tutti i sabato fino al martedì grasso e al Carnevalone.
 
Ci sono alcuni elementi che, mutatis mutandis, restano intatti nel tempo: il rispetto delle “maschere” a cui si dà la possibilità di scegliere la musica che vogliono ballare e non li si lascia andare senza prima avere loro offerto da bere, sono graditi anche i forestieri che dai paesi vicini vengono sapendo che trovano le porte aperte ed una calorosa accoglienza.  '''E’ ancora viva l’usanza di prolungare il Carnevale fino alla domenica (oggi il sabato) dopo le Ceneri, è l’ultima sdirria, il Carnevalone, forse un retaggio del carnevale ambrosiano celebrato dai progenitori lombardi.'''
 
=== Rievocazione storica del battimento, "u batt'ment" ===