Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
LauBot (discussione | contributi)
m Bot: rimuovo parametro ridondante (valore uguale alla proprietà P50 su Wikidata)
Riga 39:
Burke criticò immediatamente l'interpretazione di Price, condannando il suo discorso. Egli, infatti, era di parere del tutto contrario. Mentre la [[Gloriosa rivoluzione]], senza violenza alcuna, a suo dire non aveva fatto nient'altro che ristabilire l'ordine tradizionale e costituzionale, risalente alla ''[[Magna Charta]]'', violato in alcune parti da [[Giacomo II d'Inghilterra|Giacomo II]],<ref>Occorre precisare che l'approvazione di Edmund Burke nei riguardi della Gloriosa rivoluzione rientrava puramente nella sola sfera politica ed istituzionale. Egli, infatti, apparteneva a quella corrente ''Whig'' che, sebbene ostile alle ingerenze della [[Famiglia reale|Corona]], traeva le proprie origini non dalle "[[Roundheads|Teste rotonde]]" di [[Oliver Cromwell|Cromwell]], bensì dagli antichi [[Giurista|notabili]] [[inglesi]], come il celebre [[giurista]] [[Età elisabettiana|elisabettiano]] [[Edward Coke]] ed il contemporaneo [[William Blackstone]].
 
In linea con la secolare tradizione costituzionale, egli avversò le mire [[Monarchia assoluta|assolutistiche]] degli [[Stuart]], ma condivise la loro politica religiosa in difesa della [[Chiesa d'Inghilterra]]. In più, per comprendere la sua particolare posizione, occorre dire che Edmund Burke combatté sempre le riforme religiose di spirito [[John Locke|lockeiano]] derivanti dalla [[Gloriosa rivoluzione]] del [[1688]], chiedendo l'abolizione dei ''[[Test Act]]'' e di tutte le restrizioni nei riguardi dei [[cattolici]] di [[Gran Bretagna]] e d'[[Irlanda]]. Al contrario egli si mostrò sempre ostile nei riguardi dei "non-conformisti" e dei "dissenters" che, mirando all'abolizione di tutte le religioni di [[Stato]], risultavano secondo lui una minaccia per l'ordine civile, sia per l'[[Inghilterra]] anglicana che per la [[Francia]] cattolica.</ref> la [[Rivoluzione francese]] rappresentava invece per lui un evento sconnesso dalla realtà, di inaudita violenza, che non mirava a ripristinare, nel solco della [[legge]], le antiche [[libertà]], ma che aveva come intento la distruzione del passato, della tradizione, dell'autorità e della [[religione]], mirando a riorganizzare lo Stato su principîprincipi del tutto astratti e non consolidati dalla storia, che, secondo Burke, avrebbero condotto all'anarchia e ad una eventuale involuzione dittatoriale. Fu perciò questa reazione a indurlo a trasformare l'iniziale missiva all'amico Dupont, in un'opera come le ''Riflessioni''.<ref name="Reflections"/><ref name="Congiura"/><ref>Vedere in merito le prime pagine delle ''Riflessioni''.</ref>
 
== Contenuto dell'opera ==
Riga 134:
=== Altre opere ===
* [[Karl Popper|Popper, Karl]]. ''The Open Society and Its Enemies'', 2 voll. 1945. {{NoISBN}}
** ''[[La società aperta e i suoi nemici]]'', 2 voll. Armando Editore, 2004. ISBN 88-8358-556-9.
* [[Hannah Arendt|Arendt, Hannah]]. ''[[Le origini del totalitarismo|The Origins of Totalitarianism]]''. New York, 1951. {{NoISBN}}
* Aa.Vv. (a cura di Simona Forti), ''Hannah Arendt''. Milano, Mondadori, 1999. ISBN 88-424-9462-3.