Coriandoli: differenze tra le versioni

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[[File:Bataille de confetti à Paris, vers 1913 (dessin).jpg|upright=1.6|thumb|Battaglia di coriandoli, Parigi, 1913.]]
[[File:Confetti au Moma.jpg|thumb|alt=Confetti lors d'un evènement artistique|upright=1.5|Coriandoli.]]
I '''coriandoli''' sono piccoli ritagli di [[carta]] colorata usati nelle festività per essere lanciati in aria o su persone. Tipici del [[Carnevale]] e di altre festività come il [[Capodanno]]., Spessospesso il loro uso è abbinato a quello delle [[stelle filanti]]. I confetti di mandorle ricoperte di zucchero si lanciano tuttora nei matrimoni sugli sposi, usanza questa diffusa in tutto il Sud Italia.
 
Nella maggior parte delle lingue (fra cui [[Lingua inglese|inglese]], [[Lingua tedesca|tedesco]], [[Lingua francese|francese]], [[Lingua olandese|olandese]], [[Lingua svedese|svedese]] e [[Lingua spagnola|spagnolo]]), anche lingue non indo-europee, ila coriandoli sono stranamente noti comeparola "[[confetto|confetti]]", orimanda unai adattamentonostri ortografico"coriandoli". L'origine della confusione linguistica ha origine nel [[Rinascimento]] quando in [[Italia]], ai matrimoni o durante il [[carnevale]], si usava lanciare veri e propri dolcetticonfetti, utilizzando talora i ''confetti''semi appuntodella pianta del [[coriandolo]]. ÈTali semi venivano ricoperti di zucchero e, sebbene consumati come dolci, si potevano anche gettare per scherzo addosso alle persone durante le feste di carnevale. A fare luce su questo particolare aspetto è il fiorentino [[Giovan Vettorio Soderini|Giovanvettorio Soderini]] attestato che, giàsul primafinire del [[1597XVI]] isecolo confettiha stessilasciato eranola ancheprima reale testimonianza sull’uso e consumo chiamatidei coriandoli nell’opera intitolata ''Trattato della cultura degli orti e giardini'', nella quale si può leggere testualmente: «cuopronsi''Cuopronsi i coriandoli di zucchero per confetti», ovverorompono sile utilizzasseroventosità taloradel iventre semimangiati delladopo piantapasto, dele [[coriandolo]]rendono albuon postoodore dellee mandorlefanno neibuon piccolifiato dolci.masticati Iin confettibocca; (mandorlee ricoperteverdi dile zuccherosue confoglie unonelle specialemescolanze procedimento)d’insalata sinon lancianofanno tuttoramale''»<ref>{{Cita neilibro|nome=Giovanvettorio|cognome=Soderini|nome2=Alberto|cognome2=Bacchi matrimonidella sugliLega|nome3=Alberto|cognome3=Bacchi sposidella Lega|titolo=Il trattato della cultura degli orti e questagiardini è/ unaa usanzacura diffusadi inAlberto tuttoBacchi ildella SudLega.|url=http://dx.doi.org/10.5962/bhl.title.18802|accesso=2019-03-01|data=1903|editore=R. dall'Acqua,}}</ref>.
 
In seguito, pur rimanendo chiamati ''coriandoli,'' nei lanci si utilizzarono, neiin lancisostituzione dei confetti, delle palline di carta colorata o di gesso.
Solo nel [[1875]] furono adottati i cerchi di carta, grazie all'inventiva dell'ingegnere [[Enrico Mangili]] di [[Crescenzago]] ([[Milano]]), che iniziò a commercializzare come coriandoli i cerchi di carta di risulta dalle carte traforate utilizzate in [[sericoltura]] per l'allevamento dei [[Bombyx mori|bachi da seta]].
 
A rivendicare l'invenzione dei coriandoli sono ben 2 italiani: [[Ettore Fenderl]], triestino, e [[Enrico Mangili]], milanese.
L'invenzione dei coriandoli di carta è stata tuttavia rivendicata dall'ingegner [[Ettore Fenderl]]: secondo un racconto da lui stesso riferito (e riportato anche in un'intervista alla [[radio Rai]] del [[1957]]), per festeggiare il [[Carnevale]] del [[1876]] a Trieste, avrebbe ritagliato dei triangolini di carta in quanto non aveva il denaro per comprare i confetti di gesso allora in uso, e li lanciò dalla sua casa in Piazza della Borsa (Trieste).
 
L'ingegnere [[Enrico Mangili]] di [[Crescenzago]] ([[Milano]]), attorno al[[1875]]<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.avvenire.it/agora/pagine/la-disfida-degli-inventori_200902230922057700000|titolo=Coriandoli. La disfida degli inventori|sito=www.avvenire.it|data=2009-02-22|lingua=it|accesso=2019-03-01}}</ref> ebbe l'idea di commercializzare come coriandoli i cerchi di carta di scarto che risultavano dalle carte traforate utilizzate in [[sericoltura]] come lettiere per l'allevamento dei [[Bombyx mori|bachi da seta]].
 
L'invenzione dei coriandoli di carta è stata tuttavia rivendicata dall'ingegner [[Ettore Fenderl]]: secondo un racconto da lui stesso riferito (e riportato anche in un'intervista alla [[radio Rai]] del [[1957]]), per festeggiare il [[Carnevale]] del [[1876]] a Trieste, avrebbe ritagliato dei triangolini di carta in quanto non aveva il denaro per comprare i confetti di gesso allora in uso, e li lanciò dalla sua casa in Piazza della Borsa (Trieste). «Il primo successo è stato disastroso – continuava Fenderl nella sua deposizione via radio – rimbotti e grida delle ragazze coi coriandoli nei capelli, cosicché venne su una guardia a mettermi in contravvenzione e a sequestrarmi tutto»<ref name=":0" />.
 
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