Erich Priebke: differenze tra le versioni

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Attraverso le sue conoscenze all'interno degli uffici del comune di Termeno e nella [[Croce Rossa Internazionale]], [[Alois Pompanin|Pompanin]] poté aiutare alcuni gerarchi tedeschi in fuga verso il Sud America, procurando loro documenti di identità falsi. E così, come per [[Adolf Eichmann]] nel giugno del [[1948]]<ref name=":15" />, anche per Priebke si operò affinché potesse ottenere una falsa identità, quella di un direttore di albergo lettone, apolide e [[Opzioni in Alto Adige|optante]], di nome Otto Pape (vedi [[ratline]]). Priebke però riprese la propria identità una volta stabilitosi in [[Argentina]], variando solamente il suo nome da Erich Priebke a Erico Priebke.<ref>{{Cita web|url = http://www.kolot.it/2008/11/12/ma-la-chiesa-ha-aiutato-anche-i-nazisti-a-mettersi-in-salvo/|titolo = Ma la Chiesa ha aiutato anche i nazisti a mettersi in salvo|sito= Kolòt}}</ref>
 
Il 13 settembre 1948 venne quindi ribattezzato dal parroco Johann Corradini, su disposizione formale del vescovo di [[Bressanone]] Geisler<ref name=":15" />, e si convertì al cattolicesimo, condizione essenziale per ricevere l'appoggio del Vaticano e perché lui e la sua famiglia ottenessero il passaporto falso necessario per la fuga all'estero. A spedirglieli fu il vescovo [[Alois Hudal]]. Come viene riportato nel registro battesimale: «''Con riguardo all'accoglimento nella Chiesa cattolica del signor Priebke Erich, lo stesso viene battezzato per una seconda volta dal parroco Johann Corradini sub conditione''».<ref name=":15" /> Si imbarcò quindi dal [[porto di Genova]] sulla nave San Giorgio e, pochi giorni dopo il Natale del 1948, sbarcò in [[Argentina]], a [[Río de la Plata|Rio de La Plata]].<ref name=":5" />
 
Da lì nel [[1949]] si spostò a [[San Carlos de Bariloche]], una cittadina {{formatnum:1750}} chilometri a sud ovest di [[Buenos Aires]], ai piedi delle [[Ande]], dove rimase per quasi mezzo secolo con sua moglie Alicia nella casa al numero 167 della ''Calle 24 de Septiembre. ''Nei primi anni di permanenza Priebke aprì un negozio di alimentari, per poi diventare in seguito direttore della scuola «''Primo Capraro''» di [[San Carlos de Bariloche]].<ref>{{Cita news|titolo = Bariloche si mobilita per il nazista Priebke|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/05/12/bariloche-si-mobilita-per-il-nazista-priebke.html}}</ref> Priebke tornò comunque più volte in Europa, sia in [[Germania]] (come ad esempio nel [[1978]], in occasione del funerale di [[Herbert Kappler]]<ref name=":9" />), sia in [[Italia]], nel [[1980]], dove in compagnia di sua moglie visitò alcune città italiane come [[Roma]], [[Sorrento]] e [[Rapallo]].<ref name=":10" />
Come viene riportato nel registro battesimale: «''Con riguardo all'accoglimento nella Chiesa cattolica del signor Priebke Erich, lo stesso viene battezzato per una seconda volta dal parroco Johann Corradini sub conditione''».<ref name=":15" />
 
Si imbarcò quindi dal [[porto di Genova]] sulla nave San Giorgio e, pochi giorni dopo il Natale del 1948, sbarcò in [[Argentina]], a [[Río de la Plata|Rio de La Plata]].<ref name=":5" />
 
Da lì nel [[1949]] si spostò a [[San Carlos de Bariloche]], una cittadina {{formatnum:1750}} chilometri a sud ovest di [[Buenos Aires]], ai piedi delle [[Ande]], dove rimase per quasi mezzo secolo con sua moglie Alicia nella casa al numero 167 della ''Calle 24 de Septiembre. ''Nei primi anni di permanenza Priebke aprì un negozio di alimentari, per poi diventare in seguito direttore della scuola «''Primo Capraro''» di [[San Carlos de Bariloche]].<ref>{{Cita news|titolo = Bariloche si mobilita per il nazista Priebke|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/05/12/bariloche-si-mobilita-per-il-nazista-priebke.html}}</ref>
 
Priebke tornò comunque più volte in Europa, sia in [[Germania]] (come ad esempio nel [[1978]], in occasione del funerale di [[Herbert Kappler]]<ref name=":9" />), sia in [[Italia]], nel [[1980]], dove in compagnia di sua moglie visitò alcune città italiane come [[Roma]], [[Sorrento]] e [[Rapallo]].<ref name=":10" />
 
=== L'intervista alla ABC e l'estradizione ===
Nel mese di aprile del [[1994]], la troupe del programma ''Prime Time Live'' dell'emittente statunitense [[ABC (Stati Uniti d'America)|ABC]], guidata dal giornalista [[Sam Donaldson]], su segnalazione del [[Centro Simon Wiesenthal]],<ref>Pasquini Dario, ''Un'ultima occasione mancata di giustizia: la questione dell'esecuzione delle pene comminate in contumacia dai tribunali militari italiani ai criminali di guerra tedeschi'', Milano: Franco Angeli, Italia contemporanea : 284, 2, 2017, p. 170.</ref> si presenta alla porta dell'abitazione di Juan Mahler, ovvero [[Reinhard Kops]], il militare tedesco che nel 1946 aveva aiutato Priebke a scappare dal campo di detenzione inglese di Rimini. Davanti alle prove scritte mostrategli dai giornalisti americani, Kops cede e fornisce nome e indirizzo di Priebke.<ref name=":11">{{Cita news|titolo = Priebke, lei è un criminale nazista|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/07/Priebke_lei_criminale_nazista_co_0_9405078364.shtml|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131017211340/http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/07/Priebke_lei_criminale_nazista_co_0_9405078364.shtml|urlmorto = sì|dataarchivio = 17 ottobre 2013}}</ref>
 
La mattina del 6 maggio [[1994]]<ref name=":8">{{Cita web|url = http://academic.brooklyn.cuny.edu/modlang/carasi/articles/priebke.html|titolo = Priebke Trial(s) by David Travis|sito= Brooklyn College Homepage}}</ref>, la troupe si precipitò su Priebke non appena egli finì il proprio turno di lavoro nella scuola «''Primo Capraro''» di [[San Carlos de Bariloche]], cogliendolo di sorpresa mentre stava entrando nella sua macchina e riuscendo così a fargli una breve intervista: «Signor Priebke, Sam Donaldson, televisione americana... è lei Erich Priebke?», chiede il giornalista, «Sì», risponde tranquillamente lui.<ref name=":0">{{YouTube|iTkfX_RzMaE|SS criminal Erich Priebke is exposed in Argentina by US newsman Sam Donaldson for ABC in 1994|accesso = 24 ottobre 2014}}</ref> Il giornalista fece diverse domande a cui egli rispose senza problemi, dicendo ad esempio di non esser mai stato contro gli ebrei e di non averne mai fatto deportare alcuno e che considera quanto accaduto alle [[Fosse Ardeatine]] una tragedia. In successive interviste televisive confermerà comunque di aver dovuto sparare a due delle 335 vittime delle Fosse Ardeatine, specificando che però si limitò semplicemente a eseguire gli ordini e che per lui fu terribile dover eseguire quell'ordine.
 
A causa della sua età avanzata e del suo stato di salute, le autorità argentine decisero, in un primo momento, il non doversi procedere con l'arresto optando invece, l'8 maggio<ref name=":8" /> successivo, per la misura degli arresti domiciliari nella sua casa di Bariloche.<ref name=":6">[http://www.difesa.it/GiustiziaMilitare/RassegnaGM/Processi/Priebke_Erich/Pagine/15_sentenza_16-11-98.aspx Sentenza della Corte Suprema di Cassazione, in data 16.11.1998]</ref> Il 9 maggio le autorità italiane inoltrarono la richiesta di estradizione ai giudici della Corte suprema argentina, richiesta che venne quindi accolta il 2 novembre del [[1995]].<ref>{{Cita news|titolo = Si all'estradizione di Priebke|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/03/all_estradizione_Priebke_co_8_9511031752.shtml|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131017212048/http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/03/all_estradizione_Priebke_co_8_9511031752.shtml|urlmorto = sì|dataarchivio = 17 ottobre 2013}}</ref>
Il 9 maggio le autorità italiane inoltrarono la richiesta di estradizione ai giudici della Corte suprema argentina, richiesta che venne quindi accolta il 2 novembre del [[1995]].<ref>{{Cita news|titolo = Si all'estradizione di Priebke|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/03/all_estradizione_Priebke_co_8_9511031752.shtml|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131017212048/http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/03/all_estradizione_Priebke_co_8_9511031752.shtml|urlmorto = sì|dataarchivio = 17 ottobre 2013}}</ref>
 
Il 21 novembre del [[1995]] Priebke arrivò in Italia, dove venne recluso nel [[Forte Boccea|carcere militare di ''Forte Boccea'']]'','' a Roma e subito interrogato dal procuratore militare [[Antonino Intelisano]]. Contrariamente a quanto aveva fatto dopo la sua cattura, quando si era rifiutato di parlare con lo stesso pm recatosi personalmente in [[Argentina]] per la rogatoria internazionale, Priebke decise di collaborare con i magistrati italiani pur senza affrontare, almeno inizialmente, i punti cruciali sostenuti dell'accusa.<ref>{{Cita news|titolo = Priebke rifiuta di parlare con il pm|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/28/Priebke_rifiuta_parlare_con_pm_co_0_9511286175.shtml|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131017211819/http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/28/Priebke_rifiuta_parlare_con_pm_co_0_9511286175.shtml|urlmorto = sì|dataarchivio = 17 ottobre 2013}}</ref>
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Il 7 dicembre [[1995]] si svolse a Roma l'udienza preliminare nel procedimento contro l'ex capitano nazista<ref>{{Cita news|titolo = L'ho riconosciuto, è lui che mi torturava|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/08/riconosciuto_lui_che_torturava_co_8_9512082195.shtml|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150509120208/http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/08/riconosciuto_lui_che_torturava_co_8_9512082195.shtml|urlmorto = sì|dataarchivio = 9 maggio 2015}}</ref>: la Procura militare chiese per Priebke il rinvio a giudizio per [[crimini di guerra]] e l'imputazione per «concorso in violenza con omicidio continuato in danno di 335 cittadini italiani» per i fatti accaduti presso le [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|Fosse Ardeatine]] il 24 marzo del [[1944]]. L'udienza però terminò con un rinvio, a seguito della remissione della causa alla [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte Costituzionale]], sulla questione circa la possibilità di ammettere nel processo militare la costituzione in giudizio delle parti civili, in analogia a quanto previsto nel processo penale ordinario<ref>Cfr. l'[http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/2Ordinanza071295.aspx ordinanza del [[Giudice dell'udienza preliminare]] del 7 dicembre 1995] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>.<br />
[[File:Erich Priebke processo.jpg|thumb|Erich Priebke durante il processo (1996)]]
Con sentenza n. 60 del 22 febbraio 1996<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/15Sentenza220296.aspx sentenza della [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte Costituzionale]] n. 60 del 22 febbraio 1996] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref> la Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale la norma del codice penale militare di pace che escludeva la costituzione di parte civile delle vittime di un danno derivante da reato punito da detto codice.<br />Pertanto il processo a carico di Priebke e Hass riprese: il 28 marzo [[1996]] venne fissata la nuova udienza preliminare che si svolse il successivo 3 aprile e si concluse con il rinvio a giudizio dell'imputato, nonostante questi si fosse proclamato innocente.
Pertanto il processo a carico di Priebke e Hass riprese: il 28 marzo [[1996]] venne fissata la nuova udienza preliminare che si svolse il successivo 3 aprile e si concluse con il rinvio a giudizio dell'imputato, nonostante questi si fosse proclamato innocente.
 
L'8 maggio [[1996]], all'interno del Tribunale Militare di Viale delle Milizie, a Roma, ebbe inizio il processo.
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Il 1º agosto [[1996]], il [[Tribunale militare]], pur riconoscendo la responsabilità dell'imputato, ritenne che allo stesso si dovessero applicare le attenuanti generiche, dichiarò di «non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione» e ordinò l'immediata scarcerazione dell'imputato<ref name=":7">{{cita web|url=http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/16Sentenza010896.aspx|titolo=Sentenza del Tribunale Militare di Roma, in data 01.08.1996|data=1º agosto 1996|sito=difesa.it|accesso=18 giugno 2007}}</ref>. La sentenza suscitò le proteste dei parenti delle vittime delle [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|Fosse Ardeatine]] che si ribellarono insieme con la [[Ghetto di Roma|comunità ebraica di Roma]]<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/ottobre/27/caso_Priebke_giustizia_del_popolo_co_0_9610271535.shtml|titolo=Il caso Priebke e la giustizia del popolo|pubblicazione=Corriere della Sera|data=27 ottobre 1996|accesso=19 gennaio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151119142114/http://archiviostorico.corriere.it/1996/ottobre/27/caso_Priebke_giustizia_del_popolo_co_0_9610271535.shtml|dataarchivio=19 novembre 2015}}</ref>, la quale diede vita a una manifestazione guidata da [[Riccardo Pacifici]] che costrinse i giudici a restare assediati in aula fino a notte fonda. In seguito Priebke denunciò Pacifici per sequestro di persona, perdendo però la causa e venendo condannato al pagamento delle spese processuali<ref>Tuttavia, risultando il Priebke nullatenente e privo di qualsivoglia reddito, le spese di registrazione della sentenza vennero poi richieste alla comunità ebraica: cfr. [http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_maggio_8/priebke-comunita-ebraica-spese-processo-2121042115341.shtml Archivio storico del Corriere della Sera].</ref>.
 
La sentenza di assoluzione in realtà non venne poi mai eseguita: il giorno successivo alla sentenza, infatti, Priebke venne nuovamente arrestato per una richiesta di estradizione presentata dalla Germania. Il 15 ottobre [[1996]], la [[Corte di cassazione]] annullò la sentenza del Tribunale militare<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/4Sentenza151096.aspx sentenza della] [[Corte Suprema di Cassazione]] del 15 ottobre [[1996]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>, disponendo un nuovo processo a carico di Priebke.
Il 10 febbraio [[1997]]<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/5Sentenza100297.aspx sentenza della] [[Corte Suprema di Cassazione]] del 10 febbraio [[1997]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>, dopo una lunga disputa giurisdizionale, la Corte decise che spettava al Tribunale militare di Roma (con una nuova composizione, dopo la ricusazione del presidente Quistelli) giudicare l'imputato.
 
Il 15 ottobre [[1996]], la [[Corte di cassazione]] annullò la sentenza del Tribunale militare<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/4Sentenza151096.aspx sentenza della [[Corte Suprema di Cassazione]] del 15 ottobre [[1996]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>, disponendo un nuovo processo a carico di Priebke.
Il 10 febbraio [[1997]]<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/5Sentenza100297.aspx sentenza della [[Corte Suprema di Cassazione]] del 10 febbraio [[1997]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>, dopo una lunga disputa giurisdizionale, la Corte decise che spettava al Tribunale militare di Roma (con una nuova composizione, dopo la ricusazione del presidente Quistelli) giudicare l'imputato.
 
Il 14 aprile [[1997]], nell'aula bunker del [[carcere di Rebibbia]], ebbe inizio il nuovo processo a Erich Priebke e all'altro ex ufficiale delle [[SS]], [[Karl Hass]] per la [[strage delle Fosse Ardeatine]]<ref>{{Cita news|titolo = Inizia il processo contro Priebke e Hass|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/aprile/14/FOSSE_ARDEATINE_Inizia_processo_contro_co_10_970414118.shtml}}</ref>. Il 27 giugno il [[Pubblico Ministero]] concluse la sua requisitoria con la richiesta di un verdetto di colpevolezza e della pena dell'[[ergastolo]]. Al contrario, secondo il collegio di difesa di Priebke, presieduto dall'avvocato [[Carlo Taormina]] e comprendente anche Velio Di Rezze e il giovane Paolo Giachini (come consulente e [[procura (diritto)|procuratore legale]]), questi non sarebbe stato punibile perché «''ubbidì a un ordine da lui ritenuto legittimo e per questo dopo tanti anni non si è pentito, ma ha valutato il fatto come un orrore''»<brref>{{Cita news|titolo = "Priebke non punibile: eseguì un ordine"|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/16/Priebke_non_punibile_esegui_ordine_co_0_970716205.shtml|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131019071856/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/16/Priebke_non_punibile_esegui_ordine_co_0_970716205.shtml|urlmorto = sì|dataarchivio = 19 ottobre 2013}}</ref>.
Il 27 giugno il [[Pubblico Ministero]] concluse la sua requisitoria con la richiesta di un verdetto di colpevolezza e della pena dell'[[ergastolo]].<br />
Al contrario, secondo il collegio di difesa di Priebke, presieduto dall'avvocato [[Carlo Taormina]] e comprendente anche Velio Di Rezze e il giovane Paolo Giachini (come consulente e [[procura (diritto)|procuratore legale]]), questi non sarebbe stato punibile perché «''ubbidì a un ordine da lui ritenuto legittimo e per questo dopo tanti anni non si è pentito, ma ha valutato il fatto come un orrore''»<ref>{{Cita news|titolo = "Priebke non punibile: eseguì un ordine"|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/16/Priebke_non_punibile_esegui_ordine_co_0_970716205.shtml|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131019071856/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/16/Priebke_non_punibile_esegui_ordine_co_0_970716205.shtml|urlmorto = sì|dataarchivio = 19 ottobre 2013}}</ref>.
 
La sentenza venne emessa il 22 luglio [[1997]]<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/6Sentenza220797.aspx sentenza del Tribunale militare di Roma del 22 luglio [[1997]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>: un verdetto di colpevolezza e la condanna a 15 anni di reclusione, in parte condonati (dieci anni per effetto del decreto di amnistia generale del [[1945]]) o già scontati (i tre anni e quattro mesi del suo arresto preventivo in [[Argentina]]). Nella sentenza di condanna, i giudici del Tribunale militare sancirono comunque l'imprescrittibilità dei reati per i crimini di guerra e ritennero Priebke «colpevole di omicidio aggravato (dalla crudeltà e dalla premeditazione) e continuato» commesso «in danno di 335 persone»<ref>{{Cita news|titolo = Priebke colpevole: 15 anni con condono|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/23/Priebke_colpevole_anni_con_condono_co_0_9707231300.shtml|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131019071853/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/23/Priebke_colpevole_anni_con_condono_co_0_9707231300.shtml|urlmorto = sì|dataarchivio = 19 ottobre 2013}}</ref>.
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Il 7 marzo [[1998]], la [[Ordinamento giudiziario militare italiano|Corte d'appello militare]] accolse le richieste del PM e, dopo otto ore di camera di consiglio, riformando la sentenza di primo grado, sentenziò la condanna all'ergastolo per Priebke (e per Hass)<ref name="Sentenza07031998">[http://www.difesa.it/GiustiziaMilitare/RassegnaGM/Processi/Priebke_Erich/Pagine/13_07-03-98.aspx Sentenza della Corte militare di appello di Roma, in data 07.03.1998]</ref>.
 
L'ultima sentenza, che chiuse l'iter processuale contro l'ex capitano delle [[SS]], arrivò il 16 novembre [[1998]], quando la [[Corte di cassazione]] si pronunciò per la conferma definitiva della condanna all'ergastolo<ref>{{Cita news|titolo = Priebke e Hass, ergastoli definitivi|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://archiviostorico.corriere.it/1998/novembre/17/Priebke_Hass_ergastoli_definitivi_co_0_9811174568.shtml|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131019071843/http://archiviostorico.corriere.it/1998/novembre/17/Priebke_Hass_ergastoli_definitivi_co_0_9811174568.shtml|urlmorto = sì|dataarchivio = 19 ottobre 2013}}</ref>. Dopo quattro ore di camera di consiglio la prima Sezione penale della Cassazione, respingendo i ricorsi dei difensori, confermò la sentenza emessa il 7 marzo precedente dalla Corte d'appello militare di Roma<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/12Sentenza161198.aspx sentenza della [[Corte Suprema di Cassazione]] del 16 novembre [[1998]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>.
 
Pochi mesi dopo, anche a causa della sua età avanzata, a Priebke venne concesso di scontare la pena in regime di [[detenzione domiciliare]] in un appartamento di 100 m² a Roma, di proprietà dell'avvocato Paolo Giachini, che lo assistette anche personalmente negli ultimi anni di vita.<ref>Cfr. l'[http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/13Ordinanza030299.aspx ordinanza del Tribunale Militare di Sorveglianza di Roma del 3 febbraio [[1999]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref><ref>{{Cita news|titolo = Priebke: nel '98 ergastolo per Fosse Ardeatine|pubblicazione = [[ANSA]]|url = http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/10/11/Priebke-98-ergastolo-Fosse-Ardeatine_9446035.html}}</ref><ref name=giachini/>.
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Sia l'opinione di Montanelli, secondo cui Priebke non avrebbe potuto rifiutarsi di "eseguire l'ordine" senza essere a sua volta ucciso (ripresa dalla difesa dello stesso ex capitano, per il quale il suo superiore Schutz avrebbe detto ai soldati ''«chi non vuole sparare, si metta dalla parte degli ostaggi»''<ref name=giachini/>), sia l'altra asserzione del giornalista, secondo cui la strage delle Fosse Ardeatine fu commessa in base a presunte "leggi di guerra" che (sempre secondo Montanelli) avrebbero "imposto" o permesso la rappresaglia, sono però entrambe direttamente smentite dalle risultanze processuali. I giudici accertarono infatti che Priebke avrebbe avuto il dovere di disobbedire a un ordine palesemente criminoso, "avente ad oggetto l'esecuzione di un barbaro eccidio in danno di prigionieri inermi, in violazione sia del diritto bellico che dei più elementari princìpi umanitari dello [[ius gentium]]"<ref name=":6" />; che invece Priebke collaborò attivamente all'eccidio in tutte le sue fasi con piena convinzione, con zelo e con adesione cosciente e deliberata, cosicché non si può neanche parlare di un ordine a lui impartito bensì di un vero e proprio "accordo criminoso", fra lui e gli altri ufficiali delle SS, finalizzato a realizzare l'eccidio<ref name="Sentenza07031998" />; che, d'altra parte, su di lui non fu esercitata alcuna minaccia né coazione psicologica da parte dei suoi superiori, e che nessun immediato pericolo di vita lo sovrastava qualora si fosse rifiutato di partecipare alla strage<ref name=":7" />. Altri che aderirono all'opinione di Montanelli furono [[Vittorio Feltri]], [[Vittorio Sgarbi]], [[Guido Ceronetti]] e [[Massimo Fini]].<ref name=":13"/><ref>[http://www.massimofini.it/1998/la-sfortuna-di-chiamarsi-erich Massimo Fini, ''La sfortuna di chiamarsi Erich'']</ref>
 
Nel [[2003]], il senatore di [[Alleanza Nazionale]] [[Antonio Serena]], propose un provvedimento di [[grazia (diritto)|grazia]] per Priebke (poiché, secondo lui, concedere la grazia ad [[Adriano Sofri]] - riferendosi a un dibattito politico molto vivo in quegli anni - ma non a Priebke sarebbe stata "un'inaccettabile discriminazione verso i [[tedeschi]]"<ref>[http://www.repubblica.it/2003/k/sezioni/politica/finisr/anto/anto.html Marco Bracconi, ''Priebke, Haider e i Serenissimi. La carriera del deputato Serena''], la Repubblica, 19 novembre 2003</ref>), per poi inviare, a tutti i parlamentari, una videocassetta intitolata ''Guai ai vinti'' a sostegno dell'ex SS, con allegata copia del libro di Priebke e Giachini intitolato ''Autobiografia. «Vae victis»'' (edita da ''Uomo e Libertà''), atto che gli costò l'espulsione dal suo partito.<ref>{{Cita web|url = http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=157&sez=120&id=39660|titolo = L'allegro ergastolano|sito= Shalom}}</ref>
 
Il 12 giugno [[2007]], l'Ufficio di Sorveglianza Militare, concesse a Priebke il permesso per uscire di casa "''per recarsi al lavoro''"<ref name=":14">{{Cita news|titolo = Priebke fa causa in tribunale e la perde. Ma Equitalia notifica le spese alla comunità ebraica|pubblicazione = [[Il Sole 24 ORE]]|url = http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-08/priebke-causa-tribunale-perde-155533.shtml}}</ref> presso lo studio del suo avvocato, decisione che, il 18 giugno successivo, fu contestata da alcuni dimostranti della Comunità Ebraica romana che protestarono davanti all'abitazione di residenza di Priebke e davanti allo studio del suo avvocato Paolo Giachini, sede anche dell'''Associazione Uomo e Libertà'', sita a Roma in via Panisperna. Quello stesso giorno, il giudice Isacco Giorgio Giustiniani, decise di revocare il permesso di lavoro precedentemente concesso, in quanto Priebke aveva omesso di comunicare alle autorità gli orari e le modalità dei suoi spostamenti per recarsi al lavoro.<ref>{{Cita news|titolo = Manifestanti sotto casa, Priebke scappa|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/cronaca/priebke-lavoro/priebke-lavoro/priebke-lavoro.html}}</ref> Il 23 novembre [[2007]], la prima sezione penale della [[Corte di cassazione|Cassazione]], accogliendo il ricorso del procuratore militare di Roma [[Antonino Intelisano]], decise di confermare la revoca del permesso lavorativo.<ref name=":14" />
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Nel [[2009]] gli venne concesso il permesso, per alcune ore alla settimana, di uscire dalla sua abitazione romana "''per fare la spesa, andare a messa, in farmacia''" e affrontare "''indispensabili esigenze di vita''",<ref name="morte" /> concessione che venne resa nota solo nel mese di ottobre del [[2010]]. Durante le sue uscite, Priebke venne sempre comunque scortato costantemente dalle forze dell'ordine, soprattutto per tutelare la sua incolumità, "''per quanto nelle sue uscite Priebke non sia mai stato oggetto di offese o, peggio, azioni violente.''"<ref>{{Cita news|titolo = Erich Priebke da un anno libero di uscire. L'ex SS va a messa e a fare la spesa|pubblicazione = [[Il Messaggero]]|url = http://www.ilmessaggero.it/home_roma/citta/erich_priebke_da_un_anno_libero_di_uscire_ex_ss_va_a_messa_e_a_fare_la_spesa/notizie/121509.shtml}}</ref>
 
Nel luglio del [[2013]], in concomitanza con il suo centesimo compleanno, su alcuni muri di [[Roma]] apparvero alcune scritte e svastiche inneggianti all'ex capitano delle [[SS]]: «''Dio stramaledica i tuoi accusatori''», firmato dalla sedicente sigla Comunità militante Tiburtina, «''Auguri Priebke''» e «''Priebke eroe''», quest'ultima apparsa nei pressi della sede dell'[[Associazione Nazionale Partigiani d'Italia]].<ref name=":13" /><ref>{{Cita news|titolo = A Roma i nazisti festeggiano Priebke|pubblicazione = [[l'Adige]]|url = http://www.ladige.it/articoli/2013/07/30/roma-nazisti-festeggiano-priebke|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130801205426/http://www.ladige.it/articoli/2013/07/30/roma-nazisti-festeggiano-priebke|dataarchivio = 1º agosto 2013}}</ref> Sotto la sua abitazione, alcuni manifestanti muniti di bandiere con la stella di David, esposero manifesti e volantini con scritte contro Priebke: "''Lui può festeggiare il suo compleanno, le sue vittime no''" e "''Quando si è assassini l'età non conta. Diciamo no alle feste di compleanno per l'assassino nazista.''".<ref name="morte" /> Anche a [[Bolzano]], da un balcone di una casa privata di un condominio di via Glorenza, venne esposto uno striscione con la scritta «''29 luglio 1913, 29 luglio 2013. Alles Gute, capitano''»<ref>{{Cita news|titolo = Auguri a Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine|pubblicazione = [[Alto Adige (quotidiano)|Alto Adige]]|url = http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/07/30/news/auguri-a-erich-priebke-il-boia-delle-fosseardeatine-1.7498778|accesso = 30 luglio 2013|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131001103832/http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/07/30/news/auguri-a-erich-priebke-il-boia-delle-fosseardeatine-1.7498778|dataarchivio = 1 ottobre 2013|urlmorto = sì}}</ref>
 
=== La morte ===
 
Erich Priebke muore all'età di 100 anni l'11 ottobre [[2013]]. Venne rinvenuto privo di vita, all'ora di pranzo, sul divano della sua abitazione di via Cardinal Sanfelice a [[Roma]]. Lo stesso giorno, il suo legale Paolo Giachini, rivelò l'esistenza di un'intervista scritta e di un video "''testamento umano e politico"''<ref>{{YouTube|7Jvgdv_UvwI|Video testamento di Priebke|accesso = 24 ottobre 2014}}</ref> realizzati dall'ex capitano delle [[SS]] nei giorni a cavallo del suo centesimo compleanno e in cui Priebke, tra le altre cose, rivendica con orgoglio il suo passato, sostenendo che l'[[attentato di via Rasella]] operato dai [[Gruppi di Azione Patriottica|GAP]] comunisti fosse fatto con l'intento di [[eccidio delle Fosse Ardeatine|provocare una rappresaglia]] "''che avrebbe potuto scatenare una rivolta della popolazione''"<ref>{{cita web |url=http://www.unita.it/italia/ecco-il-video-testamento-di-priebke-1.527818 |titolo=Copia archiviata |accesso=23 ottobre 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131019050001/http://www.unita.it/italia/ecco-il-video-testamento-di-priebke-1.527818 |dataarchivio=19 ottobre 2013 }} "A via Rasella i GAP, comunisti italiani, fecero un attentato contro una compagnia della polizia tedesca, tutti uomini dell'Alto Adige, cittadini italiani - racconta Priebke -. Questo attentato fu fatto sapendo che dopo ci sarebbe stata una rappresaglia, perché quando [[Albert Kesselring|Kesselring]] prese il suo comando in Italia fece affiggere su tutti i muri un avviso in cui era scritto che qualunque attentato contro i tedeschi avrebbe comportato una rappresaglia. Questo loro lo sapevano e fecero l'attentato a proposito, perché pensavano che una nostra rappresaglia avrebbe potuto scatenare una rivolta della popolazione, che invece non avvenne"</ref> e [[Negazionismo dell'Olocausto|nega l'evidenza]] dell'[[Olocausto]].<ref name="morte">{{Cita news|titolo = È morto Erich Priebke, capitano delle SS naziste: fu condannato per la strage delle Fosse ardeatine|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://www.repubblica.it/cronaca/2013/10/11/news/morto_priebke-68378557/?rss}}</ref> Ribadisce poi le sue linee di difesa abituali: aver obbedito agli ordini irrifiutabili del Führer e aver ucciso personalmente due ostaggi in ossequio alle leggi di rappresaglia, ma che quella fu "una tragedia" che lo avrebbe ossessionato a vita<ref name=giachini/>, concludendo il video con la dichiarazione letta al processo nel 1996: {{citazione|Sento, dal profondo del cuore il bisogno di esprimere le mie condoglianze per il dolore dei parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine... Come credente non ho mai dimenticato questo tragico fatto, per me l'ordine di partecipare all'azione fu una grande tragedia intima... Io penso ai morti con venerazione e mi sento unito ai vivi nel loro dolore.}} Secondo l'avvocato Giachini, Priebke avrebbe espresso privatamente pentimento confessandosi con un sacerdote, inviando una lettera a [[papa Giovanni Paolo II]] (a cui il pontefice rispose) e incontrando alcuni famigliari delle vittime, ma viene smentito da [[Giulia Spizzichino]], membro della comunità ebraica romana e parente di vittime delle Fosse Ardeatine e di [[Auschwitz]].<ref>[http://www.repubblica.it/cronaca/2013/10/17/news/priebke_videotestamento_fosse_ardeatine_per_noi_cosa_terribile-68809285/ Il videotestamento di Priebke: "I comunisti cercarono la rappresaglia nazista"]</ref> Sempre secondo il legale, avrebbero concesso il perdono a Priebke e firmato la domanda di grazia per l'ex SS alcuni figli e parenti delle vittime, tra cui il nipote di don [[Pietro Pappagallo]] e la figlia del colonnello [[Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo]].<ref name=giachini>[http://www.ilgiornale.it/news/cronache/parla-lavvocato-dellex-ss-i-miei-18-anni-priebke-1068219.html Parla l'avvocato dell'ex Ss: "I miei 18 anni con Priebke"]</ref>
 
Nei giorni seguenti la sua morte la sua salma venne tenuta nell'obitorio del [[Policlinico Gemelli]] di Roma poiché il sindaco capitolino [[Ignazio Marino]], d'accordo con la questura e il prefetto, vietò l'uso di qualsiasi spazio pubblico della città per lo svolgimento del rito funebre.<ref>{{Cita news|titolo = Funerali Priebke,ancora nessuna decisione|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_ottobre_14/funerali-priebke-vaticano-siano-casa-ma-l-avvocato-respinge-proposta-49d70052-34b9-11e3-b0aa-c50e06d40e68.shtml}}</ref>