Paradiso (Divina Commedia): differenze tra le versioni

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Nella sua ''[[Epistola XIII a Cangrande della Scala|Epistola XIII]]'' Dante dedicò la cantica a [[Cangrande della Scala]].
 
==Caratteristiche generali==
[[File:Cristobal Rojas 25a.JPG|thumb|Dante e Beatrice sulle rive del Lete 1889, opera del pittore venezuelano Cristóbal Rojas]]
 
Nel Paradiso dimora l'eterna beatitudine: le anime contemplano la divinità di Dio e sono colme di [[grazia (teologia)|grazia]]. Via via che Dante ascende, intorno a lui aumenta la luminosità, e il sorriso di Beatrice diviene sempre più abbagliante.
Dante arriverà a vedere Dio e a contemplare la [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]] grazie all'intercessione della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] invocata da [[San Bernardo di Chiaravalle|San Bernardo]], ultima guida di Dante negli ultimissimi canti del Paradiso.
Durante il viaggio in Paradiso, Dante affronta molte questioni filosofiche e teologiche spiegandole sulla base del [[filosofia medioevale|sapere medievale]].
 
Gli [[gerarchie degli angeli|angeli delle gerarchie]] si suddividono in tre sfere di tre cori (o ordini) ciascuno, secondo la dottrina già abbozzata da [[san Paolo]] (''[[Efesini]]'' 1, 21; ''[[Colossesi]]'' 1, 16) e poi definita da [[Pseudo-Dionigi Areopagita]], filosofo [[neoplatonico]] del V secolo, nella ''[[De coelesti hierarchia|Gerarchia celeste]]''. I tre ordini superiori rivolgono lo sguardo direttamente a [[Dio]], e vivono completamente immersi in Lui. Sono [[Serafino|Serafini]], angeli il cui atto è solo [[amore]]; i [[Cherubino|Cherubini]] che sussistono nella [[conoscenza]]; i [[Troni]] la cui caratteristica consiste nella partecipazione attiva all'altissima presenza di [[Dio]]. Seguono le [[Dominazioni (angeli)|Dominazioni]], le [[Virtù (angeli)|Virtù]], le [[Potestà (angeli)|Potestà]]: la loro esistenza si attua nella collaborazione, attraverso la contemplazione e l'amore, al piano di [[Dio]]. Gli ultimi tre cori, [[Principati (angeli)|Principati]], [[Arcangeli]] e Angeli, vivono partecipando dell'atto stesso divino che crea e regge il mondo, al divenire del [[cosmo]] e alla storia dell'uomo. Gli angeli sono anche messaggeri di [[Dio]] di cui Egli si serve per agire nel mondo. Secondo un'antichissima dottrina le ''intelligenze angeliche'' muovono le [[sfere celesti]], poiché il primo effetto dell'azione divina è l'anelito verso di Lui, consistente nel movimento, e questo si attua nel [[cerchio|circolo]] che è forma di eternità. La sfera più esterna gira più rapidamente poiché più vicina all'[[empireo]], il luogo dove risiede [[Dio]] (''Paradiso'' XXVII, 109-117).<ref>R. Guardini in ''La gerarchia celeste'', ''Studi su Dante'', Brescia, Morcelliana, 1967, pp. 93-95.</ref>
 
==Schema==