Paradiso (Divina Commedia): differenze tra le versioni

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Nella sua ''[[Epistola XIII a Cangrande della Scala|Epistola XIII]]'' Dante dedicò la cantica a [[Cangrande della Scala]].
 
==Struttura del Paradiso==
{{vedi anche|Cieli del Paradiso}}
La struttura del [[Paradiso]] è costruita sul [[sistema geocentrico]] di [[Aristotele]] e di [[Claudio Tolomeo]] (al centro dell'universo sta la [[Terra]] e intorno ad essa nove sfere concentriche).
Mentre l'[[Inferno]] e il [[Purgatorio]] sono luoghi presenti sulla Terra, il [[Paradiso]] è un mondo immateriale, etereo, diviso in nove cieli: i primi sette prendono il nome dai [[corpi celesti]] del [[sistema solare]] (nell'ordine [[Luna]], [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]], [[Venere (astronomia)|Venere]], [[Sole]], [[Marte (astronomia)|Marte]], [[Giove (astronomia)|Giove]], [[Saturno (astronomia)|Saturno]]), gli ultimi due sono costituiti dalla sfera delle [[stelle fisse]] e dal [[Primo mobile]].
Il tutto è contenuto nell'[[Empireo]].
[[File:Giovanni di paolo, paradiso 57 rosa celeste.jpg|upright=1.6|thumb|Le anime beate nella ''[[Candida Rosa]]'']]
Il rapporto tra [[Dante Alighieri|Dante]] e i beati è molto diverso rispetto a quello che il poeta ha intrattenuto coi [[Dannazione|dannati]] e i penitenti: tutte le [[Anima|anime]] del Paradiso, infatti, risiedono nell'Empireo, e precisamente nella ''[[Candida Rosa]]'', dal quale essi contemplano direttamente [[Dio]]; tuttavia, per rendere più comprensibile al viaggiatore l'esperienza del Paradiso, le figure gli appaiono di cielo in cielo, in una precisa corrispondenza [[Astrologia|astrologica]] tra la qualità di ogni [[pianeta (astrologia)|pianeta]] e il tipo di esperienza [[Spirito (filosofia)|spirituale]] compiuta dal personaggio descritto: così, nel cielo di Venere appaiono gli spiriti [[amore|amanti]], e in quello di Saturno gli spiriti [[Contemplazione|contemplativi]] e via dicendo.
 
All'ingresso del Paradiso terrestre, situato sulla cima della montagna del Purgatorio, [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], che secondo l'[[figura (teologia)|interpretazione figurale]] rappresenta la [[Ragione]], scompare (Purgatorio[[Purgatorio - Canto trentesimo|, canto XXX]]) e viene sostituito da [[Beatrice Portinari|Beatrice]], raffigurante la [[Grazia (teologia)|Grazia]] della [[fede]], la [[Teologia]]. Ciò simboleggia l'impossibilità per l'uomo di giungere a Dio per il solo mezzo della ragione umana: sono necessari uno scarto [[Intuizione|intuitivo]] e un diverso livello di "ragione divina" (ossia di [[verità]] [[Illuminazione (cristianesimo)|illuminata]]), rappresentati appunto dall'accompagnatrice. Successivamente, a Dante si affiancherà una nuova guida: Beatrice lascia maggiore spazio a san [[Bernardo di Chiaravalle]], pur restando presente e pregando per il poeta nel momento dell'invocazione finale del santo alla [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]]. La Teologia (Beatrice) non è sufficiente per elevarsi alla visione di [[Dio]], alla quale si può giungere solo attraverso la ''[[contemplazione]] [[mistica]]'' dell'[[estasi]], rappresentata [[allegoria|allegoricamente]] da san Bernardo.
 
Nello scandire i tempi del [[Viaggio immaginario|viaggio]] attraverso il Paradiso, Dante ha presente lo schema dell<nowiki>'</nowiki>''Itinerario della mente in Dio'' di [[Bonaventura da Bagnoregio|San Bonaventura]], che prevedeva [[Platone|platonicamente]] tre gradi di apprendimento: l<nowiki>'</nowiki>''Extra nos'', ovvero l'esperienza dei sette cieli, corrispondente alla conoscenza sensibile della [[Platonismo|teoria platonica]]; l<nowiki>'</nowiki>''Intra nos'', o l'esperienza delle stelle fisse, corrispondente alla visione [[Immaginazione|immaginativa]]; il ''Supra nos'', o l'esperienza dell'Empireo, corrispondente alla conoscenza [[Intelletto|intellettuale]]. In questa scansione sono tuttavia presenti anche elementi di carattere [[scolastica (filosofia)|scolastico]]-[[Aristotele|aristotelico]] (vita mondana, attiva e contemplativa) e [[Agostino di Ippona|agostiniano]] (la vita attiva secondo la ''Scientia'', e la vita contemplativa secondo la ''Sapientia'').
 
==Caratteristiche generali==
[[File:Cristobal Rojas 25a.JPG|thumb|Dante e Beatrice sulle rive del Lete 1889, opera del pittore venezuelano Cristóbal Rojas]]
 
Nel Paradiso dimora l'eterna beatitudine: le anime contemplano la divinità di Dio e sono colme di [[grazia (teologia)|grazia]]. Via via che Dante ascende, intorno a lui aumenta la luminosità, e il sorriso di Beatrice diviene sempre più abbagliante.
Dante arriverà a vedere Dio e a contemplare la [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]] grazie all'intercessione della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] invocata da [[San Bernardo di Chiaravalle|San Bernardo]], ultima guida di Dante negli ultimissimi canti del Paradiso.
Durante il viaggio in Paradiso, Dante affronta molte questioni filosofiche e teologiche spiegandole sulla base del [[filosofia medioevale|sapere medievale]].
 
Gli [[gerarchie degli angeli|angeli delle gerarchie]] si suddividono in tre sfere di tre cori (o ordini) ciascuno, secondo la dottrina già abbozzata da [[san Paolo]] (''[[Efesini]]'' 1, 21; ''[[Colossesi]]'' 1, 16) e poi definita da [[Pseudo-Dionigi Areopagita]], filosofo [[neoplatonico]] del V secolo, nella ''[[De coelesti hierarchia|Gerarchia celeste]]''. I tre ordini superiori rivolgono lo sguardo direttamente a [[Dio]], e vivono completamente immersi in Lui. Sono [[Serafino|Serafini]], angeli il cui atto è solo [[amore]]; i [[Cherubino|Cherubini]] che sussistono nella [[conoscenza]]; i [[Troni]] la cui caratteristica consiste nella partecipazione attiva all'altissima presenza di [[Dio]]. Seguono le [[Dominazioni (angeli)|Dominazioni]], le [[Virtù (angeli)|Virtù]], le [[Potestà (angeli)|Potestà]]: la loro esistenza si attua nella collaborazione, attraverso la contemplazione e l'amore, al piano di [[Dio]]. Gli ultimi tre cori, [[Principati (angeli)|Principati]], [[Arcangeli]] e Angeli, vivono partecipando dell'atto stesso divino che crea e regge il mondo, al divenire del [[cosmo]] e alla storia dell'uomo. Gli angeli sono anche messaggeri di [[Dio]] di cui Egli si serve per agire nel mondo. Secondo un'antichissima dottrina le ''intelligenze angeliche'' muovono le [[sfere celesti]], poiché il primo effetto dell'azione divina è l'anelito verso di Lui, consistente nel movimento, e questo si attua nel [[cerchio|circolo]] che è forma di eternità. La sfera più esterna gira più rapidamente poiché più vicina all'[[empireo]], il luogo dove risiede [[Dio]] (''Paradiso'' XXVII, 109-117).<ref>R. Guardini in ''La gerarchia celeste'', ''Studi su Dante'', Brescia, Morcelliana, 1967, pp. 93-95.</ref>
 
==Schema==