Daniele Piccinini: differenze tra le versioni

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ho tolto "ragazzo" in quanto il soggetto aveva trenta'anni all'epoca considerata.
Ho corretto alcune date inesatte e il nome dell'autore di un dipinto citato; ho aggiunto dettagli relativi alla sequenza completa degli incarichi.
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== Primi anni e formazione ==
Nato a [[Pradalunga]] in [[provincia di Bergamo]] in una famiglia benestante legata alla produzione e al commercio di pietre coti e battezzato come ''Daniele Maria Giuseppe Piccinini'',. venne introdottoDaniele aglifrequentò tre anni di ‘grammatica’ nella casa di educazione Grismondi di Redona; sostenne i tre esami come privatista all’ Imperiale Regio Ginnasio (l’attuale Liceo Sarpi) negli anni 1841, 42 e 43. Proseguì gli studi inpresso istitutil’Imperiale dellaRegio Ginnasio di Pavia, città della famiglia materna. Alcune sue espressioni di Bergamopatriottismo provocarono richiami da parte di insegnanti e dirigenza scolastica; ma il suo rifiuto di cantare l’inno “Dio salvi l’Imperatore” in occasione di una cerimonia, proseguendofu poila pressocausa della sua espulsione da tutti gli istituti dell’Imperiale Regno Austriaco. Partecipò quindi volontario nel 1948 ai moti di l'[[UniversitàMilano]] die Pavia[[Bergamo]].
Il suo iter didattico venne interrotto dai moti del [[1848]], ai quali partecipò come volontario sia a [[Milano]] che a [[Bergamo]].
 
IlCon suo animoentusiasmo patriottico losi portòarruolò adil arruolarsi28 tramarzo i[[1859]] nei [[Cacciatori delle Alpi]], nelV [[1859]]Compagnia, venendo assegnato alla quintaII compagnia del secondo reggimentoReggimento, con lail quale partecipò allaalle [[battaglia di Varese|battaglie]] e[[Battaglia a quelladi Treponti|di Treponti]][[Battagliabattaglia di TrepontiVarese|Treponti, di Varese]] e di San Fermo (27 maggio), ottenendodove fu ferito a una promozionemano. primaIl a16 caporaleottobre e1859 poifu acongedato col grado di Sergente. Ricevette una Menzione onorevole per la campagna sergente1959.
 
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L'anno successivo si arruolò con i concittadini [[Gabriele Camozzi]], [[Francesco Nullo]] e [[Francesco Cucchi]] nella [[spedizione dei mille]].<ref>Le notizie sulla vita del personaggio descritto nella voce sono tratte dall'opera di Ugo Del Col, ''Daniele Piccinini. Un garibaldino a Selvino'', Editrice UNI Service, 2007</ref>
 
==Con i Mille==
L'anno successivo si arruolò con, itra altri concittadini, tra cui [[Gabriele Camozzi]], [[Francesco Nullo]] e [[Francesco Cucchi]] nella [[spedizione dei mille|Spedizione dei Mille]].<ref>Le notizie sullaper vita del personaggio descritto nellaquesta voce, sono tratte dall'operaprincipalmente didalle Ugoopere Deldi Col,Luigi ''DanieleTironi Piccinini.e UnBortolo garibaldinoBelotti a Selvino'', Editrice UNI Service,(V. 2007Bibliografia)</ref>
Sbarcato in Sicilia, restò sempre a fianco di [[Giuseppe Garibaldi]]. Tanto vicino che in un'occasione in cui il condottiero rischiava di essere colpito da pietre lanciate dal nemico, il Piccinini gli si lanciò davanti quasi a parare i colpi e, aprendo il suo impermeabile per coprire la sgargiante camicia rossa del generale, lo redarguì dicendo che a lui non andava bene farsi uccidere come un soldato qualunque. Da quel momento [[Giuseppe Garibaldi]] non si scordò più di quel bergamasco, tanto da volerlo al suo fianco nelle successive battaglie e da conferirgli personalmente il ruolo di tenente.
 
Il 5 maggio 1960 si imbarcò a Quarto, assegnato alla VIII Compagnia, come Comandante della II Squadra. Durante la battaglia di Catalafimi (15 maggio), il Piccinini si lanciò davanti a Giuseppe Garibaldi, aprendo il suo mantello per coprire la sgargiante camicia rossa del generale. [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] non si scordò più di quel bergamasco, tanto da da conferirgli sul campo la promozione a Ufficiale; e a volerlo al suo fianco nelle successive battaglie. Il 27 maggio fu ferito alla gamba destra a Porta Termini, durante la presa di Palermo.
Il 13 giugno fu nominato capitano ed assegnato al V battaglione, II reggimento, II brigata, 15ª divisione, mentre il 20 luglio venne anche incaricato a presiedere una commissione straordinaria volta a reprimere reati ed intemperanze nelle zone appena conquistate.
 
Il 13L'11 giugno fu nominato capitanoCapitano ed assegnato al V battaglioneBattaglione, II reggimentoReggimento, II brigataBrigata, 15ªXV divisioneDivisione. Il mese successivo fu comandante della IV Compagnia, mentreVII ilBattaglione, 20II luglioReggimento, venneII ancheBrigata. incaricatoIl 20 luglio fu aPresidente presiederedi una commissione straordinaria volta aper reprimere reati ed intemperanze nellenei comuni delle zone appena conquistate.
Gli eventi gli fruttarono una [[Medaglia]] d'argento, assegnatagli con [[Regio decreto]] il 12 giugno [[1861]].
 
Gli eventi gli fruttaronoRicevette una [[Medaglia]] d'argento, assegnatagli con [[Regio decreto]] il 12 giugno [[1861]].
Congedatosi, mantenne vivi i contatti con gli ambienti patriottici, incontrando Garibaldi presso [[Trescore Balneario]] (come riportato su un quadro di Alberto Maironi) al fine di pianificare successive missioni, tra cui quelle volte a liberare il [[Trentino-Alto Adige|Trentino]] e la città di [[Roma]].
 
Deluso dagli aspetti politici degli eventi, si congedò il 15 dicembre 1960; mantenne i contatti con gli ambienti patriottici, incontrando Garibaldi presso [[Trescore Balneario|Trescore Balneario,]] per pianificare missioni, tra cui tra cui la liberazione del [[Trentino-Alto Adige|Trentino]] e della città di [[Roma]] (un dipinto di Cesare Maironi commissionato dal garibaldino Agostino Lurà rappresenta Garibaldi con alcuni volontari a Trescore nel 1862. Piccinini in piedi parla; Garibaldi è seduto circondato dai garibaldini Cristofoli, Isnenghi, Comi,  Lurà e Muro; è presente una sorella del Piccinini, si presume Giuditta, coinvolta col fratello in azioni patriottiche. In quadro è stato donato al comune di Trescore ed esposto nella sala del consiglio comunale .
Seguì l'''eroe dei due mondi'' nella [[Giornata dell'Aspromonte|battaglia d'Aspromonte]] del [[1862]], combattendo con il ruolo di capitano. Qui, prima di essere catturato dai bersaglieri, ruppe la propria spada pur di non consegnarla al nemico.
 
Seguì l'''eroe dei due mondi'' nella [[Giornata dell'Aspromonte|battaglia d'Aspromonte]] del [[1862]], combattendo con il ruolo di capitanoCapitano. Qui,Arrestato primacon diGaribaldi esseree catturatotutti daisuoi bersaglieriseguaci, ruppePiccinini spezzò la propriasua spada, purgettandola dipoi nonverso consegnarlail alcapitano nemicodei Bersaglieri che li arrestava, giurando che mai più ne avrebbe impugnata una.
 
==Terza guerra d'Indipendenza==
DelusoMantenne dalleil istituzioni,giuramento: giuròcombatté chenel non avrebbe mai più portato una spada, tant'è che combatté1866 la [[Terza guerra di indipendenza italiana|terza guerra d'indipendenza]] da soldato semplice nel I Reggimento Volontari comandato dal colonnello [[Federico Salomone]] del [[Corpo Volontari Italiani]],. segnalandosi nuovamente nella [[Battaglia di Lodrone]], e meritandosiil 10 luglio 1866 ricevette una seconda medagliaMedaglia d'argento al valor militare.
Al termine dei combattimenti si ritirò nella tranquillità delledella suesua vallivalle, trascorrendodedicandosi partealle delsue suopassioni tempotre incui battutele diescursioni cacciamontane ede inla caccia. escursioni.
 
==Gli ultimi anni==
NelRitiratosi corsodalla dell'annovita pubblica, si dedicò alle sue passioni. Nel [[1889]] intraprese unaun spedizioneviaggio verso la [[Sicilia]]|Calabria e la [[CalabriaSicilia]] al fine di verificare dila personasituazione i miglioramenti chedi queste zone avevano avuto dopo la spedizione che lo aveva visto protagonistatra i protagonisti.
Tuttavia trovò la morte presso la località abruzzese diA [[Tagliacozzo]], dove si era trattenuto al fine diper compiere alcune battute di caccia ed escursioni sul [[Gran Sasso]], per viaa causa di un colpo accidentale partito dalla sua stessa pistola: (per mano di un inesperto conoscente, da lui subito scagionato), morì dopo cinque giorni di agonia, il 9 agosto [[1889]].
 
L'annoaprile successivo1990 la sua salma fu trasferitatraslata pressoa il suoPradalunga, paese natale, dove vennee tumulata con l'epigrafe ''"Daniele Piccinini, uno dei mille"''.
 
==Note==
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==Bibliografia==