Francesco Filelfo: differenze tra le versioni

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Alla morte di Filippo Maria Visconti ([[1447]]), Filelfo, dopo una breve esitazione, strinse alleanza con [[Francesco Sforza]], nuovo principe di Milano, al quale dedicò il poema epico ''[[Sforziade]]''.
 
Accolto alla corte di [[Ludovico III Gonzaga]], nel [[1459]] tenne l'orazione latina che accolse [[papa Pio II]] per il [[Concilio di Mantova (1459)|Concilio di Mantova]].<ref>{{cita libro|Kate|Simon|I Gonzaga. Storia e segreti|2001||Ariccia}}</ref>
 
Quando anche Francesco Sforza morì, Filelfo, ormai settantasettenne andò a Roma ([[1475]]), dove si mise al servizio di [[papa Sisto IV]], ricoprendo la cattedra di retorica. Ben presto, però, la sintonia con la città e il papato vennero meno, e dopo appena un anno lasciò Roma per ritornare a Milano.