Eidos: differenze tra le versioni

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==Husserl==
[[Edmund Husserl]] con eidos designa l’essenza oggetto d’intuizione <ref>''Dizionario di filosofia Treccani'', ibidem'</ref>. Husserl riteneva che l'''eidos'' fosse una struttura invariante degli oggetti dell'esperienza. Cioè quell'insieme di caratteristiche che rendono l'oggetto quello che è e senza le quali non è più possibile pensarlo o chiamarlo con lo stesso nome. Tale essenza degli oggetti non è da intendersi in senso platonico ma precisamente fenomenologico: l'essenza si dà interamente nell'esperienza e anzi la capacità di individuare queste strutture invarianti (o eidetiche) costituisce la condizione di possibilità della denominazione di oggetti e concetti, e quindi del linguaggio stesso. È possibile ad esempio pensare ad un corpo privo di colore o di peso, ma non è possibile pensarlo privo di estensione. L'estensione sarà quindi una componente della struttura eidetica del concetto di corpo. Husserl applica il metodo della variazione eidetica − cioè della ricerca delle strutture invarianti − a tutta la sua indagine fenomenologica dell'esperienza.
 
==Note==