Regia Marina: differenze tra le versioni

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[[File:Giulio germanico.jpg|miniatura|sinistra|Il ''Giulio Germanico'' in allestimento a [[Castellammare di Stabia]].]]
 
Molte unità minori, ma anche alcune di rilievo impossibilitate a muoversi perché danneggiate o perché ancora in allestimento, come l'incrociatore ''Bolzano'', la corazzata ''Conte di Cavour'' e la portaerei ''Aquila'', vennero catturate dai tedeschi durante l'[[operazione Achse]]. Le unità leggere vennero reimmesse in servizio come ''[[Torpedoboote Ausland]]'' (siluranti straniere) con personale tedesco, poiché non ritennero opportuno affidare le navi catturate alla costituenda [[Marina Nazionale Repubblicana|marina della Repubblica Sociale Italiana]]; in alcuni casi si ebbero anche scontri tra gli equipaggi italiani e le forze tedesche come nel caso del cantiere navale di Castellammare di Stabia, dove il personale della base, ed in particolare dell'incrociatore ''[[SanGiulio MarcoGermanico (D 563incrociatore)|Giulio Germanico]]'', si difese per tre giorni. Recatosi presso gli attaccanti al fine di trattare la resa, il comandante del ''Germanico'', [[Domenico Baffigo]] (poi insignito di [[Medaglia d'oro al valor militare|medaglia d'oro]]), venne fucilato a tradimento a [[Napoli]] l'11 settembre e la base cadde nelle mani dei tedeschi<ref>{{cita web|url=http://www.marina.difesa.it/storia/movm/parte07/movm703.asp|titolo = La motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare al comandante Domenico Baffigo sul sito della Marina Militare Italiana |accesso=26 novembre 2010}}</ref>.
 
La cobelligeranza comportò varie umiliazioni per la Regia Marina, ai cui equipaggi era stata comunicata la notizia che le navi sarebbero rimaste sotto comando italiano per evitare gesti estremi come l'autoaffondamento; in realtà le stesse intenzioni di [[Carlo Bergamini]] (comandante in capo delle Forze navali da battaglia) non furono mai chiarite, se volesse ottemperare agli ordini di Supermarina o compiere un'ultima azione di guerra. Dopo l'affondamento della nave da battaglia {{nave||Roma|nave da battaglia 1940|2}}, le unità che vennero distaccate dalla flotta per prestare soccorso ai naufraghi, in mancanza di ordini precisi, diressero verso le [[isole Baleari]]: un primo gruppo costituito dall'incrociatore ''[[Attilio Regolo (incrociatore)|Attilio Regolo]]'' e da tre cacciatorpediniere, venne internato a [[Minorca]] dalle autorità spagnole, mentre i comandanti delle tre torpediniere che formavano il secondo gruppo (tutte della [[classe Orsa]]), dopo essere arrivati a [[Maiorca]] decisero l'11 settembre o di autoaffondare le proprie navi (torpediniere ''[[Pegaso (torpediniera)|Pegaso]]'' del capitano di fregata Riccardo Imperiali e ''[[Impetuoso (torpediniera)|Impetuoso]]'' del capitano di corvetta medaglia d'oro [[Giuseppe Cigala Fulgosi]]) o di farsi internare (torpediniera ''[[Orsa (torpediniera)|Orsa]]''). Questi provvedimenti di internamento furono accolti con proteste da parte dei capitani delle unità e furono oggetto di una controversia che venne risolta solo nel gennaio 1945 con l'autorizzazione fornita dal governo spagnolo alle navi italiane di riprendere il mare.