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[[File:ConventoS AntonioDeliceto.jpg|thumb|Interno Convento]]
 
Su un gradone roccioso, in zona "Aia S. Antonio", si eleva il [[convento]] [[Ordine francescano|francescano]], da dove l'occhio spazia su un vastissimo territorio, che va dall'abitato di Deliceto al [[Tavoliere delle Puglie]], dal [[Gargano]] alle alture della [[Basilicata]]. Venne costruito all'inizio del XVI secolo (1510) su un terreno donato dal [[marchese]] delicetano, Giambattista Piccolomini, alla locale comunità francescana, che antecedentemente abitava in un altro convento fatiscente, situato fra le odierne vie Fontana Nuova e san Rocco e che, a causa di un'invasione di [[termiti]] e [[formicidae|formiche]], dovette essere abbandonato. Dell'attuale edificio prima venne costruito il [[convento]] e messo a disposizione dei [[frati minori osservanti]] nel 1521, a seguito di un consenso emesso da [[papa Leone X]] il 6 luglio di quello stesso anno, e poi il [[tempio]] ultimato solo nel [[1660]] come si legge nell'iscrizione posta sul frontale d'ingresso della chiesa: "Templum Divo Antonio Dicatum Anno Domini MDCLX". La chiesa era chiamata gentilizia, perché di quel luogo di culto i marchesi locali ne erano i benefattori e i protettori, e perché in essa godevano di alcuni privilegi: avevano un loro "seggio d'onore", ricevevano i sacramenti del [[battesimo]] e del [[matrimonio]], ed infine venivano tumulati vicino all'[[altare]] maggiore. Attualmente nel "coemeterium" oltre ai frati sono sepolti la marchesa Giovanna Bartirotti, il suo tutore Alessandro Miroballo, Rinaldo nobiluomo napoletano e maestro dei cavalieri del re Carlo II e la marchesa Anna Miroballo, moglie di Rusco di Savona. I frati francescani sono rimasti nel convento di sant'Antonio ben 290 anni, fino al [[1811]], anno in cui avvenne la prima soppressione degli ordini religiosi per mano di [[Gioacchino Murat]]. Ad essi qualche anno dopo subentrarono i Redentoristi del Santuario della Consolazione (situato nelle vicinanze di Deliceto), ma solo in piccola parte. Vi restarono fino al [[1886]] quando, durante l'unificazione d'Italia, avvenne la seconda soppressione, questa volta estesa a tutti gli istituti religiosi. La chiesa di Sant'Antonio annessa al convento, costruita in stile [[barocco]], è a tre [[navate]] con sei [[cappella|cappelle]] laterali tenute e curate dai notabili del paese anche dopo la scomparsa dell'ultimo marchese. La cappella di sinistra è dedicata a san Pasquale, la seconda dedicata all'Immacolata Concezione e la terza di sant'Alfonso Maria de' Liguori. Dall'altra parte la prima di destra è dedicata a san Diego, la seconda è ornata da un quadro dipinto da Benedetto Brunetti nel 1646 che raffigura la Madonna Addolorata tra san Francesco e papa Pio II, la successiva dedicata a san Francesco e l'ultima, posta in fondo alla navata destra, dedicata alla Madonna della Neve. Sul [[basamento (architettura)|basamento]] dell'altare maggiore vi sono scolpiti in [[bassorilievo]] due stemmi ([[stemma]]) uguali, in marmo policromo, raffiguranti le insegne di Francesca Bartirotti d'Aragona e del marito Cesare Miroballo, apposti là nel 1626 in occasione delle loro nozze. Sopra l'altare maggiore, racchiusa in una [[nicchia]] a muro, vi è la preziosa statua lignea di sant'Antonio da Padova, di stile spagnolo, che indossa una splendida veste tutta intarsiata di fiori, che si stagliano su un fondo di oro zecchino. Sotto la volta è dipinta l'immagine dell'Immacolata Concezione. Sul coro della chiesa è conservato, in ottimo stato, un bellissimo [[organo (strumento musicale)|organo]] a canne, opera di Domenico Antonio Rossi, organista della Regia Cappella di [[Napoli]], datato 1775. All'interno della [[sagrestia]] si conservano alcuni ritratti ad olio di [[Congregazione del Santissimo Redentore|Redentoristiredentoristi]] provenienti dalla soppressa Casa redentorista della Consolazione. Sia sul portale d'ingresso della chiesa che su quello del convento è scolpito in pietra lo stemma dei Redentoristiredentoristi. Recentemente (nel 1981) il vecchio portone di legno della chiesa è stato sostituito da un nuovo portone in bronzo. Sulle formelle delle due ante inferiori della porta sono scolpiti i miracoli operati da [[Antonio abate|sant'Antonio]], mentre sui registri superiori la SS. Trinità e l'estasi del Santo. Il convento, di forma quadrata, non si distacca molto dalla classica struttura conventuale. Possiede un [[chiostro]] con [[portici]] a due piani con una [[cisterna]] al centro. L'edificio conta una trentina di vani, di cui ventitré celle conservano la loro originaria struttura. Un'ampia scalinata mette in collegamento i due piani. I frati per accedere alla chiesa attraversavano una piccola porta situata sotto il [[campanile]], che attualmente risulta murata. Al piano terra vi erano i locali adibiti a refettorio, a deposito, a [[cantina]] e a [[stalla]]. Fino al 1990 circa il convento era la sede locale del Comando della Stazione [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]]<ref>[http://www.comune.deliceto.fg.it/Default.aspx?frame=CittaTerritorio\Monumenti\SantAntonio.ascx Portale Istituzionale Del Comune Di Deliceto<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160402121954/http://www.comune.deliceto.fg.it/default.aspx?frame=cittaterritorio%255Cmonumenti%255Csantantonio.ascx |data=2 aprile 2016 }}</ref>.
 
==== Cappella di Sant'Antonio Abate ====