Casa della Cultura (associazione): differenze tra le versioni

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La '''Casa della Cultura''' è un'[[associazione culturale]] con sede in [[Milano]], via Borgogna n.3. Fondata nel 1946 da [[Antonio Banfi]] e da un gruppo di intellettuali di estrazione [[antifascista]] ([[Elio Vittorini]], [[Alberto Mondadori]], [[Giulio Einaudi]], [[Ernesto Nathan Rogers]], [[Mario Borsa]], [[Raffaele Mattioli]] e altri) venne inaugurata il 16 marzo 1946 da [[Ferruccio Parri]]. Primo presidente fu Cesare Musatti.<ref>Vedi il ''Dizionario di Milano'' di Carlo Castellaneta.</ref> [[Rossana Rossanda]], che la diresse per oltre dieci anni, vi diede negli anni cinquanta uno straordinario impulso.
 
La Casa della Cultura si affermò nell'immediato dopoguerra come il punto di riferimento della Milano colta e progressista: Elio Vittorini, che aveva fondato la rivista ''[[Il Politecnico (rivista)|Il Politecnico]]'' era solito dire: "La Casa della Cultura è ''Il Politecnico'' parlato, ''Il Politecnico'' è la Casa della Cultura scritta". Il centro culturale di via Borgogna si avvaleva della collaborazione di [[Enzo Paci]], [[Giulio Preti]], [[GiacomoRemo Cantoni]], [[Dino Formaggio]], [[Luciano Anceschi]], tutti allievi di Banfi, e di altri prestigiosi studiosi come [[Ludovico Geymonat]] e [[Cesare Musatti]], il padre della psicoanalisi italiana.
Nella sala di via Borgogna, affettuosamente definita “il più famoso scantinato di Milano”, a due passi dal Duomo e dalla Scala, si discute di attualità politica e sociale, si ascoltano i protagonisti della vita culturale milanese, italiana e internazionale.