Verbo: differenze tra le versioni
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*L'ultima parte della parola, la '''desinenza''' è variabile e ha la funzione di aggiungere informazioni al concetto espresso: cant-''avo'', cred-''evo'', dorm-''ivo''; tre sole lettere ''avo'', ''evo'' o ''ivo'' informano su <u>chi</u> attua il concetto, su <u>come</u> e <u>quando</u> si verifica l' evento. Dorm-ivo: non altri ma io, non ora ma in un passato più o meno recente, non una volta per tutte ma con continuità in modo ripetitivo, e non è una supposizione ma la realtà (ad es:''mia mamma ricorda che da bambino dormivo sempre a pancia in giù'').
==Modi
{{vedi anche|Modo (linguistica)}}
Il modo di un verbo indica<ref>Moretti-Orvieto, 1983, 8, citati in Serianni, 2010, cit., p. 382.</ref>:
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*l'atteggiamento che un parlante assume in rapporto alla propria comunicazione.
I modi veri e propri sono quelli detti "finiti"<ref>Serianni, 2010, cit., p. 382-3.</ref>:
*l'[[indicativo]] "indica" un fatto che è dato per vero, la sua realtà può essere provata vera o solo immaginaria, ma il parlante la espone come veritiera. Esempi: " L'attuale papa ha assunto il nome di Francesco", "... mi ritrovai per una selva oscura...", "Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri".
*il [[congiuntivo]] presenta un
*il [[condizionale]] sottolinea la
*l'[[imperativo]]
L'espressione "modo verbale" è estesa tradizionalmente e, secondo il Serianni, arbitrariamente
L'arbitrarietà dell'attribuzione consiste nel fatto che *''<u>Truccata</u>, la ragazza spiccherebbe assai di più'' (= ''Se <u>fosse truccata</u>, la ragazza spiccherebbe assai di più'');
*''<u>Truccata</u>, la ragazza spiccò assai di più'' (= ''Dopo che <u>fu truccata</u>, la ragazza spiccò assai di più'').
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