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In [[Europa]] se ne hanno testimonianze antiche, ma le tecniche venivano tramandate oralmente nel tempo con graduale perdita di originalità e con l'acquisizione di connotati locali. I manufatti, creati per oggetti di uso quotidiano, soccombevano al logorio dovuto all'uso, per cui oggi non rimane traccia della loro esistenza. Perciò se possiamo solo supporre che il ricamo sia una [[tradizione]] popolare risalente a tempi remoti, e si sia poi sviluppato con l'estensione di una [[Moda (cultura)|moda]] inizialmente riservata al ceto più abbiente che poteva permettersi sia la spesa per i materiali sia il tempo necessario per l'esecuzione. Si sono salvati infatti solo alcuni eleganti ricami bizantini che certo non si possono definire di arte popolare, sia per la preziosità dei materiali impiegati, sia per l'uso che se ne faceva, prevalentemente [[cerimonia]]le.
[[File:Marzo, francesco del cossa, 03.jpg|thumb|Francesco del Cossa (Ferrara, 1436 – Bologna, 1478) Allegoria di marzo: ''Trionfo di Minerva'', particolare - Salone dei mesi, parete est, Palazzo Schifanoia, Ferrara]]In [[Italia]], il ricamo nasce come una delle espressioni della [[cultura]] [[Saraceni|saracena]]. Non a caso la prima [[scuola]] di ricamo ha sede a [[Palermo]] e risale ai primi anni del secondo [[millennio]]. È soltanto nel [[XII secolo]] però che l'attività dilaga in tutta Europa. Risalgono ai secoli XIII e [[XIV secolo]] i più monumentali lavori di ricamo conosciuti, cioè l'arazzeria francese, inglese, tedesca e, in misura minore, italiana - da non confondere con l'[[arazzo]] vero e proprio che è una tecnica artistica di [[tessitura]]Le prime testimonianze della fioritura del commercio di [[Merletto di Burano|merletti veneziani]] risalgono alla fine del [[XV secolo]], accompagnate e seguite da un vero e proprio boom editoriale in Europa ed in Italia - specialmente a [[Venezia]] - che vide la pubblicazione di centinaia di libri, detti ''modellari'', di disegni per merletti e ricami, ideati dai maggiori incisori e tipografi del tempo.
Intanto la scuola italiana, distaccatasi dal gusto orientaleggiante iniziale, pone il centro dell'attività a [[Firenze]] e crea dei veri capolavori in tecniche diverse dall'arazzo.
A Firenze fu attivo [[Raffaellino del Garbo]], mentre la bottega con più commesse fu quella delle monache, [[le Murate]], in [[via Ghibellina]], che forniva i paramenti ecclesiastici per le maggiori occasioni solenni. La maggior commessa quattrocentesca fu quella per il [[Battistero di San Giovanni (Firenze)|Battistero]], tra il [[1466]] e il [[1480]]. Vennero ricamati piviali, dalmatiche e piante su cui veniva riportata in 26 scene la vita di san Giovanni Battista, realizzate da [[Paolo da Verona]], [[Coppino di Giovanni da Malines]], [[Piero da Venezia]] e altre su disegni di [[Antonio Pollaiuolo]]. Nel [[1477]] circa venne realizzato da [[Francesco Malocchi]] il paliotto offerto ad [[Assisi]] da [[Papa Sisto IV|Sisto IV]] con figure di [[Antonio Pollaiuolo]].