Manifesto dell'architettura futurista: differenze tra le versioni

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{{citazione|il valore decorativo dell'architettura Futurista dipende solamente dall'uso e dalla sistemazione originale di materiali grezzi o scoperti o violentemente colorati.}}
[[File:Manifesto architettura futurista.JPG|thumb|Il ''Manifesto'' di Sant'Elia]]
Il '''''Manifesto dell'architettura futurista''''' fu pubblicato a Milano l'11 luglio [[1914]] dall'architetto [[Antonio Sant'Elia]] in occasione della sua mostra della Città futura alla [[Famiglia Artistica Milanese]]. Il ''Manifesto'' fu la rielaborazione in chiave architettonica del ''[[Manifesto del Futurismo]]'' di [[Filippo Tommaso Marinetti|Marinetti]] e fu scritto riprendendo quasi interamente il testo del "Messaggio" pubblicato in precedenza nel catalogo della mostra "Nuove Tendenze". Il ''Manifesto si apriva con questa dichiarazione: «Dopo il 700 non è più esistita nessuna architettura. Un balordo miscuglio dei più varǐ elementi di stile, usato a mascherare lo scheletro della casa moderna, è chiamato architettura moderna».
 
Il manifesto prosegue elencando otto punti qualificanti la nuova architettura proposta da Sant'Elia: