Fra Dolcino: differenze tra le versioni

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Durante gli spostamenti effettuati in Italia settentrionale per diffondere le proprie convinzioni e accrescere il numero dei seguaci, Dolcino e i suoi furono ospitati tra il [[Provincia di Vercelli|Vercellese]] e la [[Valsesia]]. Qui, a causa delle severe condizioni di vita dei valligiani, le promesse di riscatto dei dolciniani furono accolte positivamente. Per questo, dopo un breve ritorno nel [[Brescia]]no, approfittando del sostegno armato offerto da [[Matteo Visconti]], nel [[1304]] Dolcino decise di occupare militarmente la Valsesia e di farne una sorta di territorio franco dove realizzare concretamente il tipo di comunità teorizzato nella propria predicazione. Dolcino si stanziò per un lungo periodo nella località denominata Parete Calva situata presso [[Rassa]].{{Citazione necessaria}}
 
Di qui, il 10 marzo [[1306]], tutti i seguaci, denominati anche '''gazzari''', abbandonati dal Visconti, si concentrarono sul [[Monte Rubello]] sopra [[Trivero]] (poco distante dal [[Bocchetto di Sessera]], nel [[Biella|Biellese]]), nella vana attesa che le profezie millenaristiche proclamate da Dolcino si realizzassero.
 
Contro di loro fu bandita una vera e propria [[crociata]], proclamata da [[Raniero degli Avogadro]] [[Diocesi di Vercelli|vescovo di Vercelli]] e che coinvolse anche milizie del Novarese. I dolciniani resistettero a lungo, ma infine, provati dall'assedio e dalla mancanza di viveri, che la popolazione locale, divenuta oggetto di vere razzie, non poteva né voleva più fornire loro, furono sconfitti e catturati nella [[settimana santa]] del [[1307]]. Quasi tutti i prigionieri furono passati per le armi; Dolcino, processato e condannato a morte, fu giustiziato pubblicamente il 1º giugno, dopo avere assistito al [[morte sul rogo|rogo]] di Margherita e del suo luogotenente Longino da [[Bergamo]].