Verbo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Forma
Riga 16:
Esempio:
*''Canto'': il verbo, anzi la voce verbale; è un [[predicato]] (''praedicatum'' è il supino del verbo latino ''praedicare'', significa affermazione).
*''Ogni mattina, sotto la doccia, canto con trasporto nostalgiche canzoni della mia gioventù'': ho corredato il predicato di molti complementi e risposto a domande legittime nate dalla voce verbale ''canto'': quando?, dove?, come?, che cosa? e la comunicazione è più agevole e più rispettosa dell'interlocutore.
 
Tutta la frase, dunque, ruota intorno al verbo e tutti gli argomenti sono accessori che dipendono dal verbo<ref name="Capire comunicare">{{cita libro | autore = Maurizio Della Casa | titolo = Capire per comunicare. Grammatica ed educazione linguistica. | editore = Editrice La Scuola | anno = 1991 | capitolo = 19. La frase semplice e i suoi «pezzi» fondamentali.|pp= 329-330 | ISBN = 88-350-8423-7}}</ref>.
 
==Verbi lessicali e verbi ausiliari==
Il verbo ha la proprietà di imporre all'enunciato una serie di [[Argomento (linguistica)|argomenti]]. Gli argomenti identificano nella [[clausola (linguistica)|clausola]] i partecipanti all'azione e sono detti elementi "nucleari" e non possono essere eliminati senza pregiudizio della grammaticalità della frase.<ref name=simone238>Simone, 2008, cit., p. 238.</ref>
:''Giovanni ha sposato la tua causa.'' Non può diventare ''Giovanni ha sposato'' senza pregiudicare il significato.
Agli elementi nucleari, il verbo impone alcune restrizioni<ref name=simone238/>:
:''Rispondi a Luigi!'', ''a Luigi'' è un elemento nucleare e la [[preposizione]] ''a'' gli è imposta dal verbo ''rispondere''.
 
La proprietà di imporre un argomento all'enunciato, appartiene ai '''verbi lessicali''', quelli cioè che contengono l'informazione e fungono da [[predicato verbale]].
Non posseggono la stessa proprietà i '''verbi ausiliari''' che non forniscono informazione, ma concorrono alla struttura. La loro funzione è infatti piuttosto quella di determinare grammaticalmente un verbo lessicale<ref>Simone, 2008, cit., p. 243.</ref>.
Così, ad esempio, in [[Lingua francese|francese]], alcuni usi del verbo ''venir'' sono ausiliari:
:''Je <u>viens</u> d'écrire une lettre'' (''Ho appena finito di scrivere una lettera'').
Ma tanto il francese ''venir'' che l'italiano ''avere'' hanno valore lessicale o ausiliare a seconda dei casi.
:''Je <u>viens</u> chez toi''(venir con funzione lessicale),
:''Oggi <u>ho</u> un gran freddo'' (avere con funzione lessicale).
Al contrario, lo spagnolo ''haber'' ha esclusivamente funzione ausiliare:
:''<u>He</u> tenido suerte'' (la traduzione ''Ho avuto fortuna'' evidenzia che ''haber'' non indica possesso, tale concetto è affidato a ''tener''). Siquindi evincenon chesi èpuò errata la frase:dire
:''<u>He</u> suerte'' per ''Ho fortuna'', che si esprime invece con:ma ''<u>Tengo</u> suerte.''
 
Altri elementi, dettii "circostanziali", collocano l'evento, descritto da una frase, in termini di luogo, tempo o causa. Tali elementi però potrebbero anche non comparire e non subiscono restrizioni da parte del verbo<ref name=simone238/>:
:''Durante le vacanze</u> sono stato bene'' → ''Sono stato bene.''
 
==Coniugazione del verbo==
Un verbo si [[coniugazione (linguistica)|coniuga]], cioè assume forme grafiche diverse conservando il proprio significato, in ragione di ciò che intende comunicare.
*Il significato è contenuto nella prima parte della parola, la '''radice''' che nei verbi regolari è invariabile: ''cant''-are, ''cred''-ere, ''dorm''-ire.
*L'ultima parte della parola, laLa '''desinenza''' è variabile e ha la funzione di aggiungere informazioni al concetto espresso: cant-''avo'', cred-''evo'', dorm-''ivo''; tre sole lettere ''avo'', ''evo'' o ''ivo'' informanoinformando su <u>chi</u> attua il concetto, su <u>come</u> e <u>quando</u> si verifica l' evento. Dorm-ivo: non altri ma io, non ora maabitualmente, in un tempo passato più o meno recente, non una volta per tutte ma con continuità in modo ripetitivo, e non è una supposizione ma la realtà (ad es:''mia mamma ricorda che da bambino dormivo sempre a pancia in giù'').
:"Mia mamma ricorda che da bambino ''dormivo'' sempre a pancia in giù".
 
==Modi verbalidel verbo==
{{vedi anche|Modo (linguistica)}}
Il modo di un verbo indica<ref>Moretti-Orvieto, 1983, 8, citati in Serianni, 2010, cit., p. 382.</ref>:
Line 31 ⟶ 52:
*l'atteggiamento che un parlante assume in rapporto alla propria comunicazione.
I modi veri e propri sono quelli detti "finiti"<ref>Serianni, 2010, cit., p. 382-3.</ref>:
*l'[[indicativo]] "indica" un fatto che è dato per vero, la sua realtà può essere provata vera o solo immaginaria, ma il parlante la espone come veritiera. Esempi
: " L'attuale papa ha assunto il nome di Francesco",
:"... mi ritrovai per una selva oscura...", "Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri".
*il [[congiuntivo]] presenta un avvenimento, un'azione o un processo espresso come desiderio, timore, supposizione, o opinione senza che l'attoreil parlante possa avanzare un giudizio di verità. Esempi: "Credo (e te lo dò per certo) che tu ti creda (ma è solo una tua idea) un superuomo",
:"Spero che tu stia bene (ma potrebbe anche non essere così).
*il [[condizionale]] sottolinea la necessità che si verifichino o non si verifichino alcune condizioni, perché possa rendersi reale un fatto, un'azione o un processo. Esempi
: "Se avessi tempo, andrei allo stadio",
:"Sarebbe stata una bella gita, se non mi fossi slogato una caviglia".
*l'[[imperativo]] esprime il desiderio o la volontà di orientare le azioni dell'interlocutore con un comando, una esortazione, una preghiera. Esempi:
:"Alzati e cammina!",
:"Fatti una dormita e starai meglio",
:"Ti prego, non fare quella faccia!".
 
L'espressione "modo verbale" è estesa tradizionalmente e, secondo il Serianni, arbitrariamente a quelli che chiamiamo "modi indefiniti"<ref name=serianni383>Serianni, 2010, cit., p. 383.</ref>: [[infinito (modo)|infinito]], [[participio]] e [[gerundio]], che si coniugano al presente e al passato: cantare e /aver cantato, cantante e /cantato, cantando e /avendo cantato.
L'arbitrarietà dell'attribuzione consiste nel fatto che questi tre modi non connotano la modalità dell'azione e anzi assumono il valore di modo della forma finita:
*''<u>Truccata</u>, la ragazza spiccherebbe assai di più'' (= ''Se <u>fosse truccata</u>, la ragazza spiccherebbe assai di più'');
Line 144 ⟶ 173:
:''Scrivo'' forma presente con aspetto durativo, o ''Sto scrivendo'' forma presente con aspetto progressivo,
:''Scriverò'' o ''Sto per scrivere'',
 
==Verbi lessicali e verbi ausiliari==
Il verbo ha la proprietà di imporre all'enunciato una serie di [[Argomento (linguistica)|argomenti]]. Gli argomenti identificano nella [[clausola (linguistica)|clausola]] i partecipanti all'azione e sono detti elementi "nucleari" e non possono essere eliminati senza pregiudizio della grammaticalità della frase.<ref name=simone238>Simone, 2008, cit., p. 238.</ref>
:''Giovanni ha sposato la tua causa.'' Non può diventare ''Giovanni ha sposato'' senza pregiudicare il significato.
Agli elementi nucleari, il verbo impone alcune restrizioni<ref name=simone238/>:
:''Rispondi a Luigi!'', ''a Luigi'' è un elemento nucleare e la [[preposizione]] ''a'' gli è imposta dal verbo ''rispondere''.
 
La proprietà di imporre un argomento all'enunciato, appartiene ai '''verbi lessicali''', quelli cioè che contengono l'informazione.
Non posseggono la stessa proprietà i '''verbi ausiliari''' che non forniscono informazione, ma concorrono alla struttura. La loro funzione è infatti piuttosto quella di determinare grammaticalmente un verbo lessicale<ref>Simone, 2008, cit., p. 243.</ref>.
Così, ad esempio, in [[Lingua francese|francese]], alcuni usi del verbo ''venir'' sono ausiliari:
:''Je <u>viens</u> d'écrire une lettre'' (''Ho appena finito di scrivere una lettera'').
Ma tanto il francese ''venir'' che l'italiano ''avere'' hanno valore lessicale o ausiliare a seconda dei casi.
:''Je <u>viens</u> chez toi''(venir con funzione lessicale),
:''Oggi <u>ho</u> un gran freddo'' (avere con funzione lessicale).
Al contrario, lo spagnolo ''haber'' ha esclusivamente funzione ausiliare:
:''<u>He</u> tenido suerte'' (la traduzione ''Ho avuto fortuna'' evidenzia che ''haber'' non indica possesso, tale concetto è affidato a ''tener''). Si evince che è errata la frase:
:''<u>He</u> suerte'' per ''Ho fortuna'', che si esprime invece con: ''<u>Tengo</u> suerte.''
 
Altri elementi, detti "circostanziali", collocano l'evento, descritto da una frase, in termini di luogo, tempo o causa. Tali elementi però potrebbero anche non comparire e non subiscono restrizioni da parte del verbo<ref name=simone238/>:
:''Durante le vacanze</u> sono stato bene'' → ''Sono stato bene.''
 
==Note==