Censura nella musica in Italia: differenze tra le versioni

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Nel 1939 altra (presunta) "canzone della fronda" è il motivetto ''[[Maramao perché sei morto?]]'', interpretata dal [[Trio Lescano]] con testo di [[Mario Panzeri]]. Il brano, uscito poco dopo la morte di [[Costanzo Ciano]], viene interpretato come uno sberleffo nei confronti del gerarca defunto. Alcuni studenti [[Livorno|livornesi]] affissero le parole della canzone sull'erigendo monumento a Ciano e tanto bastò per bandire la canzone dalle trasmissioni EIAR per alcuni mesi e convocare presso l'ufficio di censura il paroliere. Panzeri se la cavò dichiarando che il testo era una libera traduzione di un canto popolare [[Abruzzo|abruzzese]] (maramao è, infatti, la contrazione di ''mara maje'' = amara me) e che era stato scritto prima della morte di Ciano. Lo stesso anno avviene una nuova convocazione all'Uffico Censura di [[Mario Panzeri]] per la canzone ''[[Pippo non lo sa]]'' (di [[Gorni Kramer|Kramer]]-[[Nino Rastelli|Rastelli]]-Panzeri), nella quale è facile scorgere pesanti allusioni a [[Achille Starace|Starace]] e a molti altri gerarchi che si atteggiano in sfavillanti uniformi.
 
Nel 1940, dopo l'entrata in guerra dell'Italia (10 giugno), viene imposto il divieto di ballare in pubblico, i locali notturni vengono chiusi e la musica americana (jazz compreso) assolutamente proibita oltre, naturalmente, alla messa al bando degli autori ebrei. Il brano ''Signora illusione'', di [[Bixio Cherubini|Cherubini]] - [[Armando Fragna|Fragna]] e cantata da [[Luciana Dolliver]] e [[Meme Franchi]], viene censurato a causa del verso "illusione, dolce chimera sei tu" che stride con il categorico imperativo pronunciato dal Duce: "Vincere e vinceremo!". La canzone ''Silenzioso slow'' (meglio nota come ''[[Abbassa la tua radio]]''), composta da [[Alfredo Bracchi|Bracchi]] - [[Giovanni D'Anzi|D'Anzi]] e interpretata da [[Norma Bruni]] e da [[Alberto Rabagliati]], viene bandita perché accusata di sottintendere l'invito ad ascoltare le trasmissioni di [[Radio Londra]].
 
Nel 1942 si assiste all'immediata censura della canzone ''Il Tamburo della banda d'Affori'', con testo del solito Panzeri, a causa dei versi "Il tamburo principal / della banda d'Affori / che comanda cinquecento cinquanta pifferi...". Al censore non sfugge la sospetta coincidenza numerica tra "550 pifferi" ed i 550 componenti la [[Camera dei Fasci e delle Corporazioni]]. L'attenta censura fascista scova una nuova "canzone della fronda" nel brano di Bixio e Cherubini ''[[La mia canzone nel vento]]'', a causa dei versi "Vento, vento portami via con te" che, da molti, venivano indirizzati al Duce con la variante "portalo via con te"; effettivamente in [[Toscana]] circolava una versione della canzone che, con riferimento alle continue requisizioni di metallo per scopi bellici, recitava "Vento, portalo via 'on te! Prima vorse l'oro e poi l'argento,, ora vole i'rame e unnè contento".
La canzone ''Caro Papà'', di Filippini - Manlio e cantata da [[Jone Caciagli]] e scritta sotto forma di accorata lettera di un bimbo a suo padre lontano al fronte, viene censurata in quanto "eccessivamente disperata e scarsamente ispiratrice del sentimento di immancabile vittoria".
 
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=== Repubblica Italiana ===
Nel 1955 il brano ''[[La pansé]]'' di [[Gigi Pisano|Pisano]] - [[Giuseppe Cioffi|Cioffi]], interpretata da [[Renato Carosone]], a causa dei suoi contenuti ammiccanti, viene bandito dalle trasmissioni radiofoniche e dalla neonata Tv. Ciò nonostante, la canzone si diffonde attraverso i dischi, i "[[juke-box]]" ed i numerosi locali pubblici dove si esegue musica dal vivo, provocando qualche controllo "a sorpresa" delle forze dell'ordine. Ad evitare problemi, in molte [[Balera|balere]] viene esposto il cartello: "In questo locale non si eseguono brani come ''La pansé'' o simili trivialità". La canzone di [[Domenico Modugno]] ''[[Vecchio frac]]'' procura all'autore il primo problema con la censura: infatti il verso ''Ad un attimo d'amore, che mai più ritornerà'' gli viene fatto cambiare in ''Ad un abito da sposa, primo ed ultimo suo amor'', in quanto non era possibile citare, in una canzone, ''un attimo d'amore''<ref>[http://www.italica.rai.it/scheda.php?scheda=canzone_modugno_vecchiofrack Vecchio Frack] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140812101231/http://www.italica.rai.it/scheda.php?scheda=canzone_modugno_vecchiofrack |data=12 agosto 2014 }} Scheda da ''La Canzone d'Autore Italiana'' su italica.rai.it</ref>. Nelle incisioni della canzone realizzate anni dopo, il cantautore pugliese utilizzerà poi il testo originale senza problemi.
 
Nel 1957 la canzone ''[[Resta cu'mme]]'' di [[Domenico Modugno]] viene censurata dalla [[RAI]] per il verso "Nun me 'mporta d'o passato, nun me 'mporta 'e chi t'avuto..."<ref>[http://www.italica.rai.it/scheda.php?monografia=canzone_italiana&scheda=canzone_modugno_restacumme Resta cu'mme] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140822080214/http://www.italica.rai.it/scheda.php?monografia=canzone_italiana&scheda=canzone_modugno_restacumme |data=22 agosto 2014 }} Scheda da ''La Canzone d'Autore Italiana'' su italica.rai.it</ref> per l'evidente contrasto con la corrente morale di stampo [[Chiesa cattolica|cattolico]] che attribuiva grande valore ed importanza alla [[verginità]] della donna. Per sospetta [[pubblicità occulta]], viene sospesa la trasmissione del brano ''Tu vuo' fa l'americano'' di [[Nisa (paroliere)|Nisa]] - Renato Carosone. Il verso "ma i soldi pe' Camel chi te li dà ?" dovrà essere modificato con "ma i soldi pe' campa', chi te li dà ?" per poter essere riammesso nella scaletta delle canzoni trasmesse dalla radio nazionale.
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Nel 1966 i [[Pooh]] partecipano al [[Festival delle rose]] con il brano ''Brennero '66'', ispirato agli attentati terroristici in [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] avvenuti proprio quell'anno. La commissione impone una modifica nel testo (viene eliminata la frase ''T'hanno ammazzato quasi per gioco'') e nel titolo, che da ''Brennero '66'' viene mutato in ''Le campane del silenzio''.
 
Nel 1967 ''Se io fossi un falegname'' dei [[Dik Dik]] viene censurata per la presenza della parola "Maria" vicino a "falegname"; "Maria" viene quindi cambiato in "signora".<ref name="l'arcobaleno 92">{{Cita libro|nome=Gianfranco|cognome=Salvatore|titolo=L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano|anno=2000|editore=Giunti editore|pagine=Pagina 92-93.}}</ref> ''[[Guardo te e vedo mio figlio]]'', scritta da [[Lucio Battisti]] e [[Mogol]] e interpretata dai Dik Dik, viene censurata perché il protagonista della storia vede una donna e già progetta di avere figli.<ref name="l'arcobaleno 92" />
 
Nel 1968 ''Il vento'', scritta da [[Lucio Battisti]] e [[Mogol]] e interpretata dai Dik Dik, viene censurata.<ref name="l'arcobaleno 92" /> ''[[Dio è morto]]'' scritta da [[Francesco Guccini]] nel [[1965]] e incisa dai [[Nomadi]], per un equivoco riguardo al titolo (che rimanda a [[Nietzsche]]), fu censurata dalla [[RAI]], ma venne trasmessa da [[Radio Vaticana]].
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Nel 1971 ''[[Dio mio no/Era|Dio mio no]]'', scritta e interpretata da [[Lucio Battisti]] su testi di [[Mogol]], viene censurata perché contiene i versi "la vedo in pigiama e lei si avvicina / vicina vicina vicina vicina / Dio mio no, Dio mio no / cosa fai che cosa fai".<ref name="l'arcobaleno 92" /> Battisti, comunque, il 31 dicembre [[1971]] partecipa alla trasmissione televisiva di fine anno ''Cento di queste notti'' e, prima di cantare ''[[La canzone del sole/Anche per te#La canzone del sole|La canzone del sole]]'' esegue (forse in atto di sfida) una breve introduzione con la chitarra che ricorda molto quella di ''Dio mio no''.<ref>{{Cita web|url=http://www.luciobattisti.info/?page_id=1276|titolo=In TV – Anni 70|sito=www.luciobattisti.info|accesso=23 gennaio 2010}}</ref> ''[[4/3/1943]]'', il successo di [[Lucio Dalla]] scritto con [[Paola Pallottino]], era originariamente intitolato ''Gesù bambino'' e conteneva i versi «Ancora adesso che bestemmio e bevo vino / per ladri e puttane mi chiamo Gesù bambino» e «Giocava alla Madonna con il bimbo da fasciare». Per essere ammessa al [[Festival di Sanremo 1971]], il titolo fu cambiato in ''4 marzo 1943'' e i versi modificati in «Ancora adesso che gioco a carte e bevo vino / Per la gente del porto mi chiamo Gesù bambino» e «Giocava a far la mamma con il bimbo da fasciare».<ref>{{Cita|Menico Caroli, 2003|pag. 152}}</ref>
 
Nel 1972 ''[[I giorni dell'arcobaleno]]'', scritta e interpretata da [[Nicola Di Bari (cantante)|Nicola Di Bari]] e vincitrice del [[Festival di Sanremo 1972]], fu sul punto di non essere ammessa alla gara a causa del verso ''Vivi la vita da donna importante perché a tredici anni hai già avuto un amante''. L'età della protagonista dovette essere aumentata a ''sedici anni''.<ref>Marcello Giannotti, ''L'enciclopedia di Sanremo'', Gremese, Roma, 2005, pag. 51</ref>
 
Nel 1974 il brano di [[Antonello Venditti]] ''[[A Cristo]]'' arrecò al cantautore una condanna di sei mesi per una frase ritenuta lesiva del reato di vilipendio alla religione di Stato e diceva: "ammàzzete Gesù Cri' quanto sei fico" successivamente modificata in "ammàzzete Gesù Cri' quanto so' fichi".