Disastro della Bovisa: differenze tra le versioni

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'''Disastro della Bovisa''' fu l'espressione con cui la stampa definì un grave incidente occorso il 10 novembre 1916 presso lo stabilimento della [[Boston Blacking Company]] nelle vicinanze della [[Stazione di Milano Nord Bovisa|Stazionestazione ferroviaria della Bovisa]], alla periferia nord di [[Milano]]. Durante il trasferimento di una grande quantità di combustibile altamente infiammabile da un vagone ferroviario ai sotterranei dello stabilimento, una scintilla fece esplodere alcuni locali della fabbrica, poi interamente distrutti da un incendio che coinvolse anche il carro ferroviario. Le vittime furono sette.
 
==Dinamica dell'incidente==
 
Teatro del disastro del 1916 fu lo stabilimento milanese della ditta americana Boston Blacking Company, oggi nota come produttrice dei collanti ''[[Bostik]]''. Lo stabilimento era situato in via Stefano Siccoli n. 23, a lato della [[Ferroviaferrovia Milano-Saronno]], ed era servito da un binario di raccordo su cui venivano inoltrati i convogli merci destinati a scaricare materiale per quello e altri stabilimenti limitrofi. Lo stabilimento era composto da una palazzina a un piano destinata agli uffici direzionali e alla portineria. Alle spalle della palazzina si trovava un cortile oltre al quale sorgeva la fabbrica dove lavoravano gli operai.
 
Alle 11 del mattino del 10 novembre un carro cisterna requisito alle ferrovie austriache veniva trainato da una locomotiva sul binario di raccordo dello stabilimento con un carico proveniente da Savona di {{formatnum:15000}} litri di xilolo, un derivato del [[benzolo]], che doveva essere scaricato in uno dei due grandi serbatoi interrati posti sotto il cortile che divideva gli uffici dallo stabilimento; i due serbatoi erano collegati all'esterno da due tubi metallici che, passando attraverso la cantina degli uffici, affioravano di fronte alla palazzina di fianco al binario morto; da lì un tubo di gomma avvitato ai bocchettoni dei tubi permetteva il travaso dello xilolo nei serbatoi. Al momento della tragedia un tubo di gomma era avvitato al bocchettone e il liquido scorreva dal carro cisterna ai serbatoi.