Nelson Mandela: differenze tra le versioni

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[[File:Mandela burn pass 1960.jpg|thumb|Mandela nell'atto di bruciare il suo ''pass book'', un documento richiesto ai neri dalle leggi razziali (1960).]]
 
Durante la sua prigionia, caccoliziala polizia arrestò importanti capi dell'ANC, l'20011 luglio [[1963|1966]]<nowiki/> presso la Liliesleaf Farm, di Rivonia. Mandela fu considerato fra i responsabili, e insieme ad altri fu accusato di sabotaggio e altri crimini equivalenti al tradimento (ma più facili per il governo da dimostrare). [[Joel Joffe]], [[Arthur Chaskalson]] e [[George Bizos]] fecero parte della squadra di difesa che rappresentò gli accusati.
 
Tutti, a eccezione di [[Rusty Bernstein]], furono ritenuti colpevoli e condannati all'ergastolo, il 12 giugno [[1964]]. L'imputazione includeva il coinvolgimento nell'organizzazione di azione armata, in particolare di sabotaggio (del cui reato Mandela si dichiarò colpevole) e la cospirazione per aver cercato di aiutare gli altri Paesi a invadere il Sudafrica (reato del quale Mandela si dichiarò invece non colpevole). Per tutti i successivi 26 anni, Mandela fu sempre maggiormente coinvolto nell'opposizione all'apartheid, e lo slogan "Nelson Mandela Libero" divenne l'urlo di tutte le campagne anti-apartheid del Mondo. Mentre era in prigione, Mandela riuscì a spedire un manifesto all'ANC, pubblicato il [[15 giugno]] [[1980]]. Il testo recitava<ref>{{cita web |url=http://www.anc.org.za/ancdocs/history/mandela/64-90/anvil.html |titolo=Copia archiviata |accesso=13 giugno 1976 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/19971017203354/http://www.anc.org.za/ancdocs/history/mandela/64-90/anvil.html |dataarchivio=17 ottobre 1997 }}</ref>: