Strage di Piazzale Loreto: differenze tra le versioni

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Il comandante dei [[Gruppi di azione patriottica|Gap]], [[Giovanni Pesce]], negò sempre che quell'attentato potesse essere stato compiuto da qualche unità partigiana. Certi elementi anomali hanno fatto definire da alcuni l'attentato come controverso: il caporal maggiore Kuhn aveva parcheggiato il mezzo a poca distanza da un'autorimessa in via Natale Battaglia e dall'albergo Titanus, entrambi requisiti dalla [[Wehrmacht]] e a disposizione del personale militare nazista. Il bando di [[Albert Kesselring|Kesselring]], invocato dal comunicato e dalle alte gerarchie naziste<ref>«Pro memoria urgente per il duce» del prefetto e capo della provincia Piero Parini. Archivio di Stato di Milano,Fondo CVL, Busta 40, fascicolo V, sottofascicolo 5.</ref>, prevedeva la fucilazione di dieci italiani per ogni tedesco solo in caso di vittime naziste. Ma nell'attentato di viale Abruzzi, nessun militare tedesco rimase ucciso: morti e feriti erano tutti italiani.
 
È dunque lecito supporre, come fece il Tribunale Militare di Torino nel processo Saevecke, che la strage di piazzale Loreto sia stata un atto deliberato di terrorismo cheal aveva lo scopo strategicofine di stroncareinfangare lal'immagine simpatia popolare per ladella Resistenza, alallo finescopo di evitareridurne ogniil formasupporto dida collaborazioneparte e garantire alle truppe naziste la massima libertà di movimento verso ildella Brenneropopolazione. [[Theodor Saevecke]], il cui comando si trovava all'Hotel Regina in via [[Silvio Pellico]], sede delle [[Schutzstaffel|SS]], dei servizi di sicurezza (SD) e della Polizia Politica (la [[Gestapo]]) e noto luogo di tortura, pretese ed ottenne, ciò nonostante, la fucilazione sommaria di quindici antifascisti, e compilò egli stesso la lista, come testimoniato da Elena Morgante<ref>Cfr. deposizione di Elena Morgante resa il 4 aprile 1946 (doc. 100-108) nelle carte del processo Saevecke, ora nell'archivio del Tribunale Militare di Verona.</ref>, impiegata nell'ufficio delle SS, cui fu ordinato di batterla a macchina.
 
[[File:Piazzale Loreto 10 agosto 1944.jpg|thumb|I corpi accatastati nel piazzale. Il cartello ne dava la definizione di «assassini».]]