Ferento: differenze tra le versioni

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Nel [[1170]], Viterbo attaccò Ferento e dopo averla saccheggiata, la diede alle fiamme.
Dopo questo assalto Ferento, fortemente indebolita, fu costretta a giurare sottomissione a Viterbo nel [[1171]]. Alla fine dello stesso anno la popolazione tuttavia si rivoltò e Viterbo, con l'aiuto della vicina [[Celleno]] reagì duramente: la notte del 1º gennaio [[1172]], con il favore del buio e con il pretesto di [[eresia]], l'esercito viterbese alleato con i cellenesi, attaccò a sorpresa la città addormentata, uccise uomini, donne, vecchi e bambini e finito il massacro, appiccò il fuoco distrugendo tutto<ref>{{citazione necessaria|In una cronaca quattrocentesca vengono descritti il primo saccheggio del 1170 ("...la città ....già mezza sino ai Cercini (le arcate del Teatro) era tutta una ruina...") e la distruzione del 1172 ("...l'incauta città posava immersa nella quiete notturna..." e ancora, "...tanto bastò perché l'ira dei viterbesi traboccasse; allistirono un esercito e venuti sull'indomabile città, che, smurata e già distrutta, potea a mala pena difendersi, tutta la guastorno e ne rasero al suolo le case dopo averla furiosamente abbottinata...")}}</ref>.
 
I viterbesi risparmiarono alcuni ferentani di nobili famiglie e li concentrarono a Viterbo presso la zona di San Faustino, mentre altri ferentani che si salvarono dalla strage, perché erano fuori della città e guardare le greggi (nelle fredde notti invernali, erano frequenti gli attacchi dei lupi), si allontanarono dirigendosi verso la valle del Tevere.