Morano Calabro: differenze tra le versioni

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In epoca [[Alto medioevo|altomedievale]], durante le [[incursioni]] saracene del [[IX secolo]], venne combattuta fra [[saraceni]] e moranesi una battaglia che vide vittoriosi i cittadini del borgo, la c. d. ''battaglia di Petrafòcu''. Oggi, viene annualmente ricordata come simbolo dell'indipendenza cittadina in una annuale rievocazione storica, la [[Festa della bandiera]], oltre che [[iconografia|iconograficamente]] nello [[stemma]] civico.
 
Nell'età medievale il borgo fu per un certo tempo libero comune<ref>{{EI||Morano Calabro}}</ref>, divenne in seguito [[feudo]] di [[Apollonio Morano]], dei Fasanella, di Antonello Fuscaldo e nel XIV secolo passò infine ai Sanseverino di Bisignano.
{{vedi anche|Sanseverino (famiglia)}}
Questa nobile famiglia si sentì molto legata a Morano, lasciando numerose e preziose tracce storico-artistiche, testimonianza del loro [[mecenatismo]], quali ad esempio la fondazione votiva del Monastero di [[San Bernardino da Siena]] patrono della città ([[1452]]), e l'ampliamento del [[castello]] ([[1515]]). A prova del costante legame con i suoi domini, il principe [[Sanseverino (famiglia)#Conti di Tricarico|Pietrantonio Sanseverino]], maggior esponente della famiglia, accordò numerose concessioni, grazie al celebre [[Documento|atto]] ''Capitoli e Grazie'', [[ratifica]]to nella città di Morano il 1º agosto [[1530]]<ref>Dicitura tratta da ''Capitoli e Grazie'' ''"Datum in nostra terra Morani 1° mensis Augusti 1530, Ind. XIII"''</ref>, inoltre suo figlio [[Sanseverino (famiglia)#Principi di Bisignano|Niccolò Bernardino]] (ricordato per gli ''orti botanici sanseverini'' di [[Napoli]]), vi nacque nel [[1541]] ed al quale fu dato come secondo nome quello del santo patrono, quasi a suggellarne il legame.
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