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Il Gambia ha le sue radici storiche, come molte altre nazioni dell'Africa occidentale, nel commercio degli schiavi. Era infatti questa la ragione che spinse prima i portoghesi, e poi gli inglesi, ad avere una colonia sul fiume Gambia. Dall'indipendenza, ottenuta nel 1965, il Gambia ha goduto di una relativa stabilità politica, ad eccezione del periodo di governo militare dopo il colpo di stato del 1994 che ha visto come presidente Yahya Jammeh.
 
Grazie alla terra fertile, l'economia del paese è basata sull'agricoltura, ma hanno rilevanza anche la pesca e il turismo. Circa un terzo della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà internazionale di 30.4251,25 dollari al giorno.
Le prime testimonianze scritte sul Gambia sono ad opera dei commercianti arabi e risalgono al IX e X secolo. Nel corso del X secolo, mercanti e studiosi musulmani stabilirono comunità in diversi centri commerciali n dell'Africa occidentale. Entrambi i gruppi stabilirono rotte commerciali trans-sahariane, portando ad un grande commercio di schiavi, oro, avorio (esportazioni) e manufatti (le importazioni).
 
Il sito archeologico più importante è costituito dai [[Cerchi di pietra di Senegambia|cerchi megalitici del Senegambia]], condivisi con il confinante Senegal e descritti dall'UNESCO come "la più grande concentrazione di circoli megalitici del mondo".
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Nei secoli XI e XII i sovrani dei vari regni (i più importanti erano il Takrur, una monarchia a sud del fiume Senegal, l'antico Ghana e il Gao) si convertirono all'Islam e scelsero come funzionari i musulmani che sapevano leggere e scrivere in lingua araba. All'inizio del XIV secolo la maggior parte di ciò che viene oggi chiamato Gambia faceva parte dell'[[Impero Mali]]. I portoghesi raggiunsero questa zona dal mare verso la metà del XV secolo e vi stabilirono una base per il commercio internazionale.
 
Nel 1588 il pretendente al trono portoghese, AntotoAntónio, Priore di Crato, vendette i diritti di commercio sul [[fiume Gambia]] a mercanti inglesi. Lettere patenti dalla regina [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]] confermano la concessione. Nel 1618, re [[Giacomo I d'Inghilterra]] concesse una Carta ad una società inglese per il commercio con il Gambia e la [[Costa d'Oro]] (oggi [[Ghana]]). Tra il 1651 e il 1661 alcune zone del Gambia furono acquistate dal principe [[Jacob Kettler]] e passarono quindi sotto il dominio della [[Curlandia]]. Il Gambia ha ottenuto l'indipendenza dal Regno Unito il 18 febbraio 1965 ed è stato membro del [[Commonwealth delle nazioni|Commonwealth]] britannico fino al 2 ottobre 2013, quando l'allora presidente [[Yahya Jammeh]] ritirò il paese dall'organizzazione.<ref>{{cita web|url=http://www.ilpost.it/2013/10/03/gambia-commonwealth/}}</ref>
 
In seguito alle [[Elezioni presidenziali in Gambia del 2016|elezioni del 1º dicembre 2016]], la commissione elettorale ha dichiarato vincitore delle presidenziali [[Adama Barrow]]. Jammeh, al potere da 22 anni, ha prima dichiarato di ritirarsi dopo la sconfitta elettorale, per poi dichiarare nulli i risultati e richiedere una seconda votazione, innescando una crisi costituzionale e causando un'[[Operazione Restore Democracy|invasione]] da parte di una coalizione a guida [[Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale|ECOWATERECOWAS]]. Il 20 gennaio 2017 Jammeh ha annunciato che si sarebbe ritirato e avrebbe lasciato il paese.
 
Il 14 febbraio 2017 il Gambia ha iniziato le procedure per la riammissione nel Commonwealth e ha formalmente presentato la domanda di riunione al Segretario Generale Patricia Scotland il 22 gennaio 2018. Boris Johnson, primo [[Segretari di Stato per gli affari esteri e del Commonwealth|Segretario di Stato per gli affari esteri e del Commonwealth]] a visitare la Gambia dall'indipendenza del 1965, ha annunciato che il governo britannico dava il suo benestare al ritorno del Gambia nel Commonwealth.