Juan N. Álvarez: differenze tra le versioni

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== Presidente del Messico ==
Spirito profondamente liberale e progressista, Álvarez formò il suo gabinetto con i suoi vecchi compagni di lotta: [[Ignacio Comonfort]] al ministero della Guerra, [[Benito Juárez]] a quello della Giustizia, [[Melchor Ocampo]] agli Esteri e [[Guillermo Prieto]] alle Finanze. Il nuovo presidente si impegnò immediatamente nella modernizzazione del Paese con la promulgazione di una serie di riforme altamente liberali che intaccavano i privilegi della [[Chiesa (comunità)|Chiesa]] e dell'esercito: è durante la sua presidenza che venne infatti varata, su proposta di Juárez, la legge del 25 novembre [[1855]] che aboliva i tribunali ecclesiastici e militari. Oltre a questo, veniva convocato un Congresso federale che avrebbe dovuto redigere la nuova Costituzione del Messico. Tuttavia Álvarez non si muoveva a suo agio tra le file della politica, sia perché provava disprezzo per la classe dirigente di [[Città del Messico]], affiliata in massima parte al partito conservatore e sprezzante verso le classi sociali più umili, sia per la sua estraneità alla vita urbana, sia per le sue condizioni di salute. Per questi motivi il presidente messicano si dimise, l'11 dicembre [[1855]], lasciando la presidenza a Comonfort e ritirandosi nelle sue tenute nello Stato di Guerrero.
 
== Gli ultimi anni ==