VBA Olimpia Sant'Antioco: differenze tra le versioni

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==Storia==
=== Dalla fondazione ai campionati nazionali ===
Alla fine degli [[anni 1960|anni sessanta]] nasce per mano del pretore Tonino Polo il Gruppo Sportivo Olimpia Sant'Antioco, una polisportiva con l'intento di garantire ai tanti ragazzi del circondario spazi e istruttori per la pratica dello sport. Nacquero quindi tre sezioni: [[calcio (sport)|calcio]], [[atletica leggera]] e [[pallavolo]]. Pur raggiungendo buoni risultati nell'atletica e allargando sempre più il bacino d'utenza nel calcio, venne fuori la grande vocazione pallavolistica della società.
 
Si parte dalla Terza divisione, ultima serie provinciale, per poi in una decina d'anni salire fino ai campionati nazionali grazie ad allenatori qualificati come Brunello Vacca e Angelo Gaviano.
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=== L'approdo in Serie B ===
Nel [[1983]]-[[1984|84]] c'è il primo tentativo di promozione in serie B: nello spareggio promozione i biancoblu guidati dal cagliaritano Chicco Moroni vengono sconfitti alla "bella" dalla forte Scavolini Pesaro, che schierava in campo il nazionale bulgaro [[Emil Trenev]], oggi allenatore. La squadra era formata da un blocco di giocatori locali (l'attuale allenatore Giuseppe Lai ma anche Longu, Pinna, Serra e Sabbatino) e da un altro blocco proveniente dalle squadre cagliaritane (Del Pin, Melis, Sanjust, Cadelano e Boy). La stagione successiva, il presidente Nino Locci, scottato ancora dalla mancata promozione, rivoluziona la squadra: via i cagliaritani e spazio ai giocatori storici dell'Olimpia, coadiuvati da giocatori tutti del luogo, a cominciare dall'allenatore dove arriva Angelo Mocci. La rosa infatti era formata da antiochensi ad eccezione di Esposito e Manca rispettivamente di [[Carbonia]] e [[Gonnesa]].
 
Dopo un anno trascorso nelle zone alte della classifica, nella stagione [[1985]]-[[1986|86]] l'Olimpia Sant'Antioco approda per la prima volta in serie B.
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Da segnalare che con l'arrivo in Serie A2, la società è costretta a trasferirsi nel più capiente [[PalaRockefeller]] di [[Cagliari]].
 
Per il campionato successivo ([[1991]]-[[1992|92]]) il presidente, l'avvocato Antonello Aste, rinforza la squadra facendo un mercato dai nomi altisonanti: arrivano il palleggiatore [[Argentina|argentino]] [[Juan Manuel De Palma]], lo [[statunitense]] [[Jon Root]], Stefano Pellegrini e il [[Cecoslovacchia|ceco]] Petr Siala. Dopo poche partite Carlo Baldini viene esonerato per manifesta incompatibilità con la squadra, arriva [[Radamés Lattari]]. Lattari trasforma un gruppo e lo fa salire dall'ultimo posto al settimo.
 
La stagione successiva si compie un ulteriore sforzo economico facendo arrivare in laguna lo svedese [[Peter Tholse]].Si continua a migliorare e Sant'Antioco arriva addirittura al quinto posto, garantendosi così la partecipazione all’''Italian Open'' un torneo voluto dalla [[Lega Pallavolo Serie A]] come riempitivo della stagione estiva: i biancoblu arriveranno alle semifinali.
Nel ([[1993]]-[[1994|94]]) viene rivoluzionata la squadra. partono Tholse, Root, Pellegrini e Gambardella, arrivano il secondo palleggiatore [[Valdemaro Gustinelli]], il centrale [[Giorgio Baldi]], lo schiacciatore [[Esteban de Palma]] (fratello di Juan Manuel) ma soprattutto lo schiacciatore [[Polonia|polacco]] [[Krzystof Stelmach]] e l'opposto [[Rafael Pascual]]. La squadra è nettamente più forte delle avversarie: con 25 partite vinte e solo 5 perse l'Olimpia S.Antioco vince il campionato ed è promossa in serie A1 per la prima volta nella sua storia.
Nessuna squadra sarda c'era mai riuscita.
 
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Due retrocessioni significano crisi e fallimento. Tutto ciò però viene evitato grazie anche alla passione pallavolistica della cittadina lagunare e allora si fa l'ennesimo sforzo: si acquistano i diritti della [[Pallavolo Torino]] e a settembre [[1996]] l'Olimpia è nuovamente in A2.
Ennesima campagna acquisti rivoluzionaria: arrivano palleggiatore italo-brasiliano Alexandre Della Nina, l'opposto russo Yaremenko e gli italiani [[Claudio Nardi]] e Massimiliano Russo ma soprattutto il giovane [[Luigi Mastrangelo]], futura stella della [[Nazionale di pallavolo maschile dell'Italia|nazionale maschile]]. Si disputa un ottimo campionato, il sesto posto è un piazzamento ottimo viste le vicende estive e Mastrangelo si rivela uno dei più forti centrali del campionato, tant'è che Cuneo non gli rinnova il prestito.
 
Nel [[1997]]-[[1998|98]] la società svolge un mercato disastroso, buttando via tutto quello che di buono si stava rifondando nell'annata precedente. Via Mastrangelo, Nardi e Russo, al loro posto Tomalino e lo spagnolo Garrido, che non ripete le gesta di Pascual negli anni d'oro. Kantor viene esonerato a metà stagione, il tandem traghettatore Mocci-Della Pia non funziona e questa volta sì, è retrocessione in Serie B.