Breve apostolico: differenze tra le versioni

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Dato che i singoli generi di documenti possono essere distinti per mezzo di aggiunte, nel linguaggio ufficiale [[lingua latina|latino]] della [[Curia Romana]], vengono identificati con l'[[etimo]] di ''litterae in forma brevis''. L'espressione ''breve'' per i documenti anteriori al 1400 è anacronistica, poiché in epoca precedente ci si riferiva sempre alla bolla; quest'ultima era distinguibile anche per la [[Sigillo (oggetto)|sigillatura]] praticata con il [[piombo]] o l'[[oro]] ([[sigillo (oggetto)|sigillo]] pendente) anziché con la [[cera]] rossa (sigillo aderente ''[[anello del pescatore|anulus piscatoris]]'') protetta da una treccina di [[pergamena]] o da piccole teche di [[latta]].
 
La forma del breve prevede un'intestazione con il nome del pontefice scrivente, ad esempio "PIUS PP III", e viene omesso il titolo d'umiltà ''Servus servorum Dei'' che compare nelle bolle. Segue all'intestazione la formula fissa ''Ad perpetuam rei memoriam'', che sancisce il carattere documentale, che può essere ribadito da una formula in chiusura, del tipo ''Quae vero per has Litteras decrevimus nunc et in posterum rata esse volumus, contrariis quibuslibet rebus minime obstantibus'', con più esplicito riferimento agli effetti che il documento produce nel futuro ed esclusione di obiezioni fondate su documenti precedenti. Il breve prevede, a differenza della bolla, un saluto diretto al destinatario, ad esempio ''Dilecte fili'' o ''Carissime in Christo fili'', che varia a seconda della dignità del destinatario. Il breve si chiude con una formula fissa, che fa menzione del sigillo. ad esempio: ''Datum Romae apud Sanctum Petrum, sub annulo Piscatoris die V Martii, MDLXXXXI, pont. nostri anno primo''. Una differenza che si può osservare rispetto alla bolla è che la data non è espressa secondo il [[calendario romano]] antico, ma nella forma corrente, con il giorno del mese.
volumus, contrariis quibuslibet rebus minime obstantibus'', con più esplicito riferimento agli effetti che il documento produce nel futuro ed esclusione di obiezioni fondate su documenti precedenti. Il breve prevede, a differenza della bolla, un saluto diretto al destinatario, ad esempio ''Dilecte fili'' o ''Carissime in Christo fili'', che varia a seconda della dignità del destinatario. Il breve si chiude con una formula fissa, che fa menzione del sigillo. ad esempio: "Datum Romae apud Sanctum Petrum, sub annulo Piscatoris die V Martii, MDLXXXXI, pont. nostri anno primo". Una differenza che si può osservare rispetto alla bolla è che la data non è espressa secondo il [[calendario romano]] antico, ma nella forma corrente, con il giorno del mese.
 
Originariamente l'impiego della forma di un breve o di una bolla era determinato soprattutto dalla dignità del destinatario e non dalla materia trattata. Ad esempio, i documenti con cui i papi erigevano nuove diocesi erano redatti in forma di bolla se la diocesi era in un regno cattolico o in forma di breve se le diocesi erano in altri stati. Nel [[XX secolo]] è invece prevalso un uso diverso, in cui il breve viene usato per il medesimo tipo di provvedimento: un uso tipico del breve ricorre per i documenti che sanciscono la [[beatificazione]] e la [[canonizzazione]] dei santi.
 
==Storia==