Casa di tolleranza: differenze tra le versioni

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In Italia, solo nel [[XIV secolo]] i governanti e le autorità religiose imposero una licenza per gestire le case di tolleranza che, sotto l'egida della legalità ebbero un grande sviluppo. Nella Roma papalina, ad esempio, il censimento del [[1526]] registrava 4.900 prostitute ufficiali, su una popolazione di 50.000 abitanti.<ref>Giordano Bruno Guerri, ''Antistoria degli Italiani'', Segrate, Mondadori, 1999, pag.123</ref> Ma l'età d'oro dei postriboli pubblici ha termine poco dopo, nella seconda metà del [[XVI secolo|'500]], quando la [[sifilide]] associata a [[Concilio di Trento|nuove idee religiose]] inducono molte città a chiuderli; sotto altri nomi (taverne, bagni pubblici, ecc.) e per iniziativa privata continuano però a prosperare nonostante le sempre più severe leggi al riguardo. Solamente nell'800 torna a imporsi come problema centrale quello del controllo igienico e sociale delle prostitute: ed ecco che al posto del vecchio bordello nasce la casa di tolleranza.
[[File:Jeton_de_la_Maison_close_nommée_"_Divertissement_des_belles_poules".jpg|thumb|Una marchetta, gettone di un bordello francese.]]
[[File:Arnaldo Dell'Ira (1903-1943) Sala d'aspetto per la casa di M.me B.,1939.jpg|thumb|Sala d'aspetto per la casa di M.me B. Progetto di interno di [[Arnaldo Dell'Ira]], Roma, 1939.]]
Il postribolo diventa una "casa chiusa", dall'abitudine consolidata di tenerne le finestre serrate per impedirne così la vista dall'esterno. Vi è una schedatura delle donne, sia da parte della polizia sia dei medici; ogni due settimane dovevano sottoporsi a una visita che ne attestasse le buone condizioni di salute, mentre ogni sera agenti in borghese passavano per accertarsi che tutto fosse in regola. Ogni donna poteva ricevere non più della metà delle "marchette" incassate ma doveva con quello pagare un affitto per il vitto e alloggio e acquistare tutti gli articoli igienico-sanitari di cui aveva necessità. Per riuscire a metter da parte qualche soldo dovevano generalmente superare le 40 prestazioni giornaliere. Solitamente vi era un cambio periodico tra le ragazze, questo per non annoiare i clienti ma anche per non rischiare di far nascere pericolosi legami sentimentali, cosa sempre possibile<ref>Ernest Borneman ''Dizionario dell'erotismo''. Milano 1988, pag.117-18</ref>.