Lingua volgare: differenze tra le versioni
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Già in epoca romana come in quella medievale è sempre esistita una lieve distanza tra lingua scritta e lingua orale, il che ha dato origine, in concomitanza anche con la differenza culturale tra i vari ceti sociali, alla formazione dei dialetti "volgari" (in latino "''sermones vulgares''"), come detto sopra. Dal "volgare" parlato nei diversi paesi si sono evolute le attuali [[lingue romanze]] (dal latino ''romanicus'' e ''romanice loqui''), alcune delle quali diventate di stato ([[lingua italiana|
Dall'[[VIII secolo]] si hanno le prime testimonianze di una lingua che si differenzia nettamente dal latino: i primi scritti in lingue volgari italiane pervenuti fino a noi sono l'[[Indovinello veronese]], scritto verso l'anno [[800]] (che una parte degli studiosi considera però ancora un esempio di latino volgare), i [[Placiti cassinesi]] del [[960]] circa, e la ''Guaita di [[Travale]]''<ref>Si tratta di una vecchia pergamena conservata nell'archivio vescovile di [[Volterra]], da molti ritenuto il più antico esempio che sia noto di poesia italiana in Toscana. Vedi: [http://www.occxam.it/Storia/Homestoria/Dal%201900aoggi/Fatini/La%20Guaita.htm La Guaita del 1158]</ref>, scritta il 6 luglio [[1158]], da molti definita un vero e proprio verso poetico e per questo ritenuta fondamentale nella ricerca delle origini del ''[[Dolce stil novo]]''. Dell'[[842]] è invece il [[Giuramento di Strasburgo]], in volgare francese e tedesco. Nell'[[XI secolo]] i volgari italiani, con notevoli differenziazioni nelle varie regioni, risultano in uso corrente in documenti di carattere giuridico, ecclesiastico e mercantile.
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