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Anche nella prefazione a ''I Malavoglia'' Verga afferma chiaramente questo concetto chiarendo, inoltre, che ritornerà a parlare della gente del bel mondo e dei salotti perché la sua ideologia non privilegia una [[classe sociale]] piuttosto che un'altra.
 
Giovanni Verga nacque nel 1840 a Vizzini (Catania) che, nel 1854, fu colpita da un’epidemia di colera. Proprio a quattordici anni a causa di questo contagio Verga si trasferì dalla città alla campagna, oggetto di descrizione in molte sue novelle come “La Roba”. Esattamente un anno dopo questo cambiamento radicale scrisse e pubblicò il suo primo romanzo intitolato “Amore e patria”; proprio da quel momento iniziò ad appassionarsi alla scrittura che pian piano diventò la sua grande passione ed il suo lavoro, contrariamente a ciò che volevano i suoi genitori ovvero che diventasse avvocato; continuò a dedicarsi alla scrittura e nei suoi racconti scrisse di persone reali anche tristi e sconfitte dalla vita. Nel 1865 si trasferì a Firenze dove scrisse la maggior parte delle sue opere come “I Malavoglia” ma soprattutto dove conoscerà Luigi Capuana che gli racconterà del verismo francese, finora a lui sconosciuto. Nel 1872 si recò a Milano dove, sposatosi, si dedicò all’attività giornalistica; soltanto nel 1893 ritornò a Catania dove nel 1920 fu proclamato senatore d’Italia anche se ricoprì tale carica per due anni poiché morì nel 1922.
 
Il verismo è una corrente letteraria nata nel 1870 in Francia e sviluppatasi dalla fine del diciannovesimo secolo (1800) all’inizio del ventesimo secolo (1900) e con Giovanni Verga come esponente principale. Le tematiche affrontate dagli autori nelle opere sono vere, i personaggi sono realmente esistiti così come i luoghi e le situazioni che descrivono. Un emblema veristico è la narrazione impersonale ovvero, l’autore non esprime propri commenti nelle opere ed utilizza un linguaggio semplice e diretto parecchie volte dialettale.
 
== Note ==