Illuminismo: differenze tra le versioni

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Una particolare funzione sociale e politica venne svolta nel "Siècle des Lumières" dai salotti letterari: una tradizione culturale già presente in Francia dai tempi di [[Luigi XIV]] quando ci si riuniva a intervalli regolari presso una signora di mondo nei «bureaux d'esprit».<ref>Il termine "salotto letterario" apparirà soltanto nel [[XIX secolo]] ad opera della duchessa [[Laure Junot d'Abrantès]] (Cfr. Albert Tornezy, ''Un bureau d'esprit au 18e siècle: le salon de Madame Geoffrin (1895)'', Biblio Bazaar, 2009)</ref>
 
Gli incontri erano ora organizzati da altolocati membri dell'alta borghesiaZIOborghesia LUPOoo dell'aristocrazia riformista francese che erano soliti invitare in casa loro [[intellettuali]] più o meno noti per conversare e dibattere temi d'attualità o argomenti particolarmente graditi all'anfitrione come accadeva nel salotto di [[Marie-Thérèse Rodet Geoffrin|Madame Geoffrin]] che invitava celebrità letterarie e filosofiche come [[Diderot]], [[Marivaux]], [[Fratelli Grimm|Grimm]], [[Helvétius]] o nel salotto del [[Paul Henri Thiry d'Holbach|barone d’Holbach]], «le premier maître d'hôtel de la philosophie», (primo direttore dell'albergo della filosofia)<ref>In una lettera dell'[[abate Galiani]] a lui inviata da Napoli il 7 aprile [[1770]]: «La philosophie, dont vous êtes le premier maître d'hôtel, mange-t-elle toujours de bon appétit?» (La filosofia, di cui voi siete il primo direttore d'albergo, mangia sempre con buon appetito?)</ref> nella cui casa si riunivano Diderot, [[Jean Baptiste Le Rond d'Alembert|d’Alembert]], Helvétius, Marmontel, Raynal, Grimm, l'abate Galiani e altri filosofi. In genere nei salotti si leggevano opere giudicate politicamente eretiche dall'assolutismo monarchico o si discuteva di cosa stesse accadendo fuori del mondo salottiero.
 
In questo ambiente culturale svolgono un ruolo preminente le donne, le "salonnièries" (salottiere) alle quali il nuovo ideale egualitario illuminista offriva l'opportunità di collaborare, mostrando le proprie doti intellettuali, ad un progetto radicalmente riformista non più riservato a una cultura soltanto maschile.<ref>Maria Luisa Betri ed Elena Brambilla, a cura di, ''Salotti e ruolo femminile in Italia. Tra fine del Seicento e i primi del Novecento'', Marsilio, 2004.</ref>