Papa Benedetto XVI: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua||Ratzinger (disambigua)|Ratzinger}}
{{Papa della Chiesa cattolica
|nome=Papa Benedetto XVI
|immagine=[[File:Pope Benedict XVI 1.jpg|250px]]
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{{citazione|Cari fratelli e sorelle, dopo il grande [[papa Giovanni Paolo II]], i signori cardinali hanno eletto me, un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre, starà dalla nostra parte. Grazie.|Il primo messaggio pubblico di papa Benedetto XVI}}
 
Secondo la ricostruzione più puntuale del conclave,<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/esteri/benedetto/segretielez/segretielez.html|wkautore=Lucio Brunelli|titolo=I segreti del Conclave. Così vinse Ratzinger|sito=La Repubblica|data=3 ottobre 2005}}</ref> raccolta dal vaticanista Lucio Brunelli, il cardinale più votato dopo Ratzinger sarebbe stato l' [[arcidiocesi di Buenos Aires|arcivescovo di [[Buenos Aires]] [[Jorge Mario Bergoglio]] (poi diventato il suo successore come [[papa Francesco]]), mentre gli altri candidati (come [[Carlo Maria Martini]], [[Camillo Ruini]] e [[Angelo Sodano]]) avrebbero ricevuto poche preferenze.
 
== Il pontificato ==
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In uno dei primi atti del suo pontificato nell'esortazione post-sinodale ''[[Sacramentum caritatis]]'' ([[2007]]), discutendo dell'utilizzo della [[lingua latina]], in sintonia con le direttive del [[Concilio Vaticano II]], ne viene raccomandato l'uso, per manifestare l'universalità e unitarietà della Chiesa, durante le "grandi celebrazioni" che avvengono nel corso degli incontri internazionali, ad eccezione delle letture, dell'[[omelia]] e della preghiera dei fedeli, utilizzo da estendere per le preghiere più note della tradizione, ed eventualmente l'esecuzione di [[canto gregoriano|canti gregoriani]] nelle liturgie; viene altresì raccomandato che la preparazione dei sacerdoti nei seminari includa la comprensione e capacità di celebrare la messa in latino.<ref>Vedi esortazione apostolica postsinodale [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20070222_sacramentum-caritatis_it.html ''Sacramentum caritatis''], n. 62.</ref>
 
Il 7 luglio [[2007]] è stato promulgato il ''[[motu proprio]]'' ''[[Summorum Pontificum]]'', che dà la possibilità a qualunque sacerdote cattolico di celebrare, entro precise condizioni, la [[messa]] secondo il [[Messa tridentina|"Messale Romano" promulgato da Pio V]] rivisto da [[Giovanni XXIII]] del [[1962]], anteriore alla [[riforma liturgica]] del [[1970]] e caduto in disuso dopo la riforma e rinnovamento dello stesso ad opera di [[Paolo VI]]. A tali funzioni i fedeli sono ammessi, secondo il provvedimento stesso, solo se essi stessi lo richiedono; l'eventuale decisione di una comunità di celebrare con questo messale in modo abituale dovrà essere presa dai superiori maggiori nel rispetto delle regole. Precedentemente questa possibilità celebrativa era riservata ai soli sacerdoti che avessero ottenuto il permesso dal proprio [[vescovo|ordinario]], secondo quanto stabilito dal ''motu proprio'' ''[[Ecclesia Dei]]'' promulgato da Giovanni Paolo II nel [[1988]] (che auspicava una larga generosità dei vescovi nel concedere il permesso). Il provvedimento è stato corredato da una lettera di accompagnamento, nella quale il Papa ha auspicato che questa nuova disciplina possa rappresentare un passo verso il riassorbimento dello scisma dei [[Fraternità sacerdotale San Pio X|lefebvriani]]. La nuova norma introdotta, specifica che il Messale di Paolo VI è la espressione ordinaria della “lex''lex orandi”orandi'' (“leggelegge della preghiera”preghiera) della Chiesa cattolica di rito latino e quello edito dal Giovanni XXIII è espressione straordinaria della medesima “lex''lex orandi”orandi'' da tenere in debito onore per il "suo uso venerabile e antico", entrambi sono usi dell'unico [[Rito romano]]. Benedetto XVI, dopo l'elezione papale, ha comunque celebrato sempre secondo il [[messale]] di Paolo VI.
[[File:Benedikt XVI.jpg|thumb|Papa Benedetto XVI indossa il [[Saturno (cattolicesimo)|saturno]]]]
 
Nel corso del suo pontificato papa Benedetto XVI ha ripreso l'utilizzo di alcuni abiti pontifici di origine [[Rinascimento|rinascimentale]] e in disuso da qualche decennio: la [[mozzetta]] di velluto rosso bordata di ermellino bianco, che fu usata fino al pontificato di Paolo VI e il cui uso è ripreso sin dai primi mesi di pontificato di Benedetto XVI; a partire dalla Pasqua 2008 il Papa ha riutilizzato la mozzetta di damasco bianco bordata di ermellino, che era stata utilizzata per l'ultima volta da Paolo VI il 26 marzo 1967 quando firmò l'enciclica ''Populorum Progressio'' e che Benedetto XVI ha indossato durante il periodo pasquale (da Pasqua fino a Pentecoste, ampliandone il tempo di utilizzo prima limitato alla sola settimana ''in albis'', ed introducendo una mozzetta bianca damascata senza ermellino, per i giorni più caldi del tempo pasquale).
A partire dal 2006, durante le udienze generali tenute all'aperto, nei mesi estivi, ha utilizzato il "[[Saturno (cattolicesimo)|saturno]]", un copricapo rosso a tesa larga, adatto soprattutto a proteggersi dal caldo, spesso indossato da Giovanni XXIII e da Paolo VI e, nei primi anni di pontificato, anche da Giovanni Paolo II. Nel corso di due udienze generali il 21 e 28 dicembre 2005 ha indossato il [[camauro]], un copricapo di velluto rosso bordato di pelliccia d'[[ermellino]] bianco utilizzato dai papi fino al Settecento, e quindi ripreso da [[papa Leone XIII]] e successivamente da Giovanni XXIII; riguardo al possibile significato di recupero di forme antiche e consolidate, che si poteva desumere dal recupero di questo accessorio, il pontefice fornì questa precisazione: «''L'ho indossato una sola volta. Avevo semplicemente molto freddo e la testa è per me un punto molto sensibile. E mi sono detto: "Visto che c'è, mettiamo questo camauro". Ma è stato veramente solo il tentativo di difendermi dal freddo. Da allora non l'ho più indossato. Perché non nascessero inutili interpretazioni''».<ref>vedi pag. 127 di Benedetto XVI, ''Luce Del Mondo Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi Una conversazione con Peter Seewald'', Libreria Editrice Vaticana, 2010, p. 127</ref>
 
==== Il recupero della tradizione liturgica ====
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=== La lotta alla pedofilia nel clero ===
==== Il "caso Maciel" ====
Ratzinger, come prefetto della [[Congregazione per la dottrina della fede]], si occupò del caso «a partire dal [[1998]]» quando la Congregazione «ricevette accuse, già in parte rese pubbliche, contro il Rev.do [[Marcial Maciel Degollado]], fondatore della Congregazione dei [[Legionari di Cristo]], per delitti riservati all'esclusiva competenza del Dicastero».<ref name="finale">{{cita news|url=http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/18396.php?index=18396&po_date=19.05.2006&lang=it|titolo=Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede|data=19 maggio 2006|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110901042929/http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/18396.php?index=18396&po_date=19.05.2006&lang=it|dataarchivio=1º settembre 2011}}</ref> Maciel era accusato di pedofilia, di altri abusi sessuali su seminaristi<ref name="magister">{{cita news| autore= Sandro Magister| url=http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7125 |titolo=Caso Maciel. La parola all'accusa. E alla difesa | pubblicazione= Espresso Chiesa |data=19 gennaio 1999}}</ref> e di abuso del sacramento della [[Penitenza (sacramento)|confessione]] per aver assolto alcune delle sue vittime.<ref>Il fascicolo all'archivio della Congregazione era intitolato ''[http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1336638? "Absolutio complicis"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160402105133/http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1336638 |data=2 aprile 2016 }}''. [http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__P3D.HTM CIC can. 977] ([[1983]]): «L'[[Penitenza (sacramento)|assoluzione]] del complice nel [[peccato]] contro il sesto comandamento del [[Dieci comandamenti|Decalogo]] è invalida, eccetto che in pericolo di morte». [http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__P51.HTM CIC can. 1378] (1983): «Il sacerdote che agisce contro il disposto del can. 977, incorre nella scomunica ''latae sententiae'' riservata alla Sede Apostolica».</ref> Maciel commise tali delitti in modo plurimo e continuativo tra gli [[anni 1940|anni quaranta]] e gli [[anni 1960|anni sessanta]].<ref name="magister" /> Il 19 maggio [[2006]] la [[Sala stampa]] della Santa Sede rese pubblica la decisione della Congregazione per la Dottrina della Fede «– tenendo conto sia dell'età avanzata del Rev.do Maciel che della sua salute cagionevole – di rinunciare ad un processo canonico e di invitare il Padre ad una vita riservata di preghiera e di penitenza, rinunciando ad ogni ministero pubblico».<ref name="finale" /><ref>[http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__P4V.HTM CIC (1983) can. 1336 e 1338] (pene espiatorie), La Santa Sede.</ref> Ratzinger, ormai papa Benedetto XVI, approvò queste decisioni. La colpevolezza di Padre Maciel fu riconosciuta dai Legionari di Cristo<ref name="circo">''[http://www.regnumchristi.org/italiano/articulos/articulo.phtml?se=362&ca=966&id=29161 COMUNICATO Sulle presenti circostanze della Legione di Cristo e del Movimento Regnum Christi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140419014248/http://www.regnumchristi.org/italiano/articulos/articulo.phtml?se=362&ca=966&id=29161 |data=19 aprile 2014 }}'', RegnumChristi.org, 25 marzo 2010.</ref> e dichiarata esplicitamente dalla Santa Sede<ref name="visita" /> nel 2010.
 
Nel febbraio del [[2009]]<ref>''[http://wildgreta.wordpress.com/2009/02/04/legionari-di-cristo-padre-maciel-ebbe-una-figlia-dallamante/ Legionari di Cristo: Padre Maciel ebbe una figlia dall'amante]'', ANSA, 4 febbraio 2009.</ref> e ancora nel marzo del [[2010]]<ref name="circo" /> in concomitanza con alcune notizie di stampa,<ref>''[http://www.quien.com/espectaculos/2010/03/25/imagenes-ineditas-de-la-hija-de-maciel Imágenes inéditas de la hija de Maciel]'', Quien, 25 marzo 2010.</ref> i Legionari di Cristo informarono che Maciel aveva «avuto una figlia nel contesto di una relazione prolungata e stabile con una donna» e che erano «apparse altre due persone, tra loro fratelli, che affermano di essere suoi figli, frutto di una relazione con un'altra donna».<ref name="circo" /> Un mese dopo la [[Segreteria di Stato della Santa Sede]] decise di inviare una visita apostolica ai Legionari di Cristo,<ref>{{cita news| autore= Sandro Magister| url=http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/03/31/ispezione-vaticana-sui-legionari-il-doppio-annuncio-ufficiale/ |titolo=Ispezione vaticana sui Legionari. Il doppio annuncio ufficiale| pubblicazione= Settimo cielo |data=31 marzo 2009}}</ref> che si concluse nel [[2010]] appurando che «la condotta di P. Marcial Maciel Degollado ha causato serie conseguenze nella vita e nella struttura della Legione, tali da richiedere un cammino di profonda revisione» del carisma, dell'esercizio dell'autorità e delle Costituzioni.<ref name="visita">{{cita news|url=http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/25517.php?index=25517&po_date=01.05.2010&lang=it|titolo=Comunicato della Santa Sede|data=1º maggio 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120426173004/http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/25517.php?index=25517&po_date=01.05.2010&lang=it|dataarchivio=26 aprile 2012}}</ref>
 
A seguito della visita apostolica Benedetto XVI nominò delegato pontificio per la Congregazione dei Legionari di Cristo il cardinale [[Velasio De Paolis]].<ref>{{cita news |url=http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/25852.php?index=25852&po_date=09.07.2010&lang=it#NOMINA%20DEL%20DELEGATO%20PONTIFICIO%20PER%20LA%20CONGREGAZIONE%20DEI%20LEGIONARI%20DI%20CRISTO |titolo=Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede |data=9 luglio 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110831095040/http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/25852.php?index=25852&po_date=09.07.2010&lang=it#NOMINA%20DEL%20DELEGATO%20PONTIFICIO%20PER%20LA%20CONGREGAZIONE%20DEI%20LEGIONARI%20DI%20CRISTO |dataarchivio=31 agosto 2011 }}</ref> Una successiva visita apostolica al [[Regnum Christi]] si concluse nel giugno del [[2011]]<ref>[http://www.aciprensa.com/noticia.php?n=33829 Finaliza visita apostólica a Regnum Christi, rama laica de Legión de Cristo], Aciprensa, 17 giugno 2011</ref> con la decisione del delegato pontificio di procedere alla revisione degli statuti e dei regolamenti del Regnum Christi e di separare il governo della congregazione dal governo del Regnum Christi.<ref>[http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/legionari-di-cristo-legionaries-of-christ-legionarios-de-cristo-10285/ Il Vaticano richiama all'ordine il braccio laico dei Legionari] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120129094210/http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/legionari-di-cristo-legionaries-of-christ-legionarios-de-cristo-10285/ |data=29 gennaio 2012 }}, Vatican Insider, 27 novembre 2011.</ref>
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==== Ricorso alla Corte penale internazionale ====
Nel settembre del [[2011]] il gruppo di associazioni delle vittime dei preti pedofili Snap (''Survivors network of those abused by priests''<ref>[http://www.snapnetwork.org/ Survivors Network of those Abused by Priests] Home page</ref>) e il Centro per i diritti costituzionali (''Center for Constitutional Rights''<ref>[http://ccrjustice.org/ Center for Constitutional Rights] Home page</ref>) depositarono presso la [[Corte penale internazionale]] del[[l'Aia]] un ricorso<ref>{{en}} [http://s3.documentcloud.org/documents/243877/victims-communication.pdf Victims' Communication Pursuant to Article 15 of the Rome Statute Requesting Investigation and Prosecution of High-level Vatican Officials for Rape and Other Forms of Sexual Violence as Crimes Against Humanity and Torture as a Crime Against Humanity]</ref> in cui accusavano Benedetto XVI, il segretario di Stato cardinale [[Tarcisio Bertone]], il suo predecessore cardinale [[Angelo Sodano]] e il prefetto della [[Congregazione per la dottrina della fede]], cardinale [[William Levada]], di [[crimini contro l'umanità]]<ref>{{cita news|pubblicazione=Larepubblica.it|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/09/13/news/vittime_pedofili-21605584/?ref=HRER2-1 |data=13 settembre 2011 |titolo=Vittime preti pedofili denunciano il Papa. "È colpevole di crimini contro l'umanità" }}</ref> per la presunta copertura dei reati commessi da sacerdoti contro i minori.<ref>{{cita news|pubblicazione=Lastampa.it|url=http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/pedofilia-pedophilia-7994/|data=13 settembre 2011|titolo=Processate il Papa per crimini contro l'umanità|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120711125727/http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/pedofilia-pedophilia-7994/|dataarchivio=11 luglio 2012}}</ref><ref>{{cita news|pubblicazione=Avvenire.it|url=http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/aja-pedofilia-.aspx |data=13 settembre 2011 |titolo=Chiesa e pedofilia, ricorso all'Aja «Azione anticattolica». «Patetici»}}</ref><ref>Massimo Introvigne, {{collegamento interrotto|1=[http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-una-pagliacciata-e-uninfamia-3027.htm ''Una paglicciata e un'infamia''] |datedata=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}'', La Bussola Quotidiana, 14 settembre 2011''</ref>
 
Nel febbraio del [[2012]] l'accusa venne ritirata dallo stesso avvocato querelante Jeff Anderson. Secondo il legale della Santa Sede Jeffrey S. Lena la notifica provocò «l'archiviazione immediata della causa, senza che sia necessaria una sentenza in merito emanata dalla corte». Il motivo di tale scelta fu, ancora secondo Lena: «Hanno ritirato tutto perché sapevano che avrebbero perso se avessero continuato a perseguire il caso. Non volevano una pronuncia negativa da parte del giudice» che avrebbe fatto giurisprudenza.<ref>{{cita news|pubblicazione=radiovaticana.org|url=http://www.radiovaticana.org/it1/articolo.asp?c=562555|data=12 febbraio 2012|titolo=«Stati Uniti. Abusi su minori: archiviata causa contro Santa Sede»|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita news|pubblicazione=Avvenire.it|url=http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/Dov'è-finita-la-notizia.aspx|data=15 febbraio 2012|titolo=«Dov'è finita la notizia?»|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160106151428/http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/Dov'%C3%A8-finita-la-notizia.aspx|dataarchivio=6 gennaio 2016}}</ref>
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==== I negazionisti della Shoah ====
{{vedi anche|Controversia sulla remissione della scomunica al vescovo Richard Williamson}}
Il rapporto con la comunità ebraica visse un periodo di crisi all'indomani della remissione della [[scomunica]] a quattro vescovi [[lefebvriani]], concessa il 21 gennaio [[2009]]. Nello stesso giorno la televisione svedese SVT rende infatti pubblica un'intervista nella quale mons. [[Richard Williamson]] (uno dei quattro vescovi) aveva pubblicamente professato una posizione [[negazionismo|negazionista]] sulla ''[[Shoah]]'', in ragione della quale il [[Gran Rabbinato d'Israele]] rimanda alcuni incontri con il Vaticano.<ref>Vedi [http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/benedetto-xvi-29/rabbinato-vaticano/rabbinato-vaticano.html Infuria la polemica sul vescovo negazionista Williamson dopo la revoca della scomunica, Esteri, Repubblica.it]. Le scuse del priore della [[Fraternità sacerdotale San Pio X]], mons. [[Bernard Fellay]], non sono bastate a placare la polemica, soprattutto perché indirizzate al Papa e non alla comunità ebraica. Fellay nel suo comunicato comunque dichiarava che: «Le affermazioni di monsignor Williamson non riflettono in nessun caso la posizione della nostra Fraternità. Perciò io gli ho proibito, fino a nuovo ordine, ogni presa di posizione pubblica su questioni politiche o storiche». Vedi: [http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/benedetto-xvi-29/fini-negazionismo/fini-negazionismo.html Negazionismo: I lefebvriani chiedono perdono al Papa]</ref>
 
Sollecitato da più parti, lo stesso Pontefice nell'udienza generale del 28 gennaio [[2009]] ha espresso parole chiare volte a contestare ogni forma di negazionismo della ''Shoah'' e a esprimere piena solidarietà agli ebrei hanno mostrato la precisa ed esplicita volontà della Chiesa nel voler continuare il dialogo: «In questi giorni nei quali ricordiamo la ''Shoah'', mi ritornano alla memoria le immagini raccolte nelle mie ripetute visite ad Auschwitz, uno dei ''lager'' nei quali si è consumato l'eccidio efferato di milioni di ebrei, vittime innocenti di un cieco odio razziale e religioso. Mentre rinnovo con affetto l'espressione della mia piena e indiscutibile solidarietà con i nostri Fratelli destinatari della Prima Alleanza, auspico che la memoria della Shoah induca l'umanità a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell'uomo. La ''Shoah'' sia per tutti monito contro l'oblio, contro la negazione o il riduzionismo. [...] La ''Shoah'' insegni sia alle vecchie sia alle nuove generazioni che solo il faticoso cammino dell'ascolto e del dialogo, dell'amore e del perdono conduce i popoli, le culture e le religioni del mondo all'auspicato traguardo della fraternità e della pace nella verità. Mai più la violenza umili la dignità dell'uomo!».<ref name="29-01-2009">[http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2009/documents/hf_ben-xvi_aud_20090128_it.html Benedetto XVI, Udienza generale del 28 gennaio 2009]</ref>
Nella stessa occasione il Pontefice ha esplicitato chiaramente che la remissione della scomunica ai quattro vescovi scismatici è stata compiuta come «atto di paterna misericordia» e che egli auspicava che a questo gesto facesse sèguitoseguito «il sollecito impegno da parte loro di compiere gli ulteriori passi necessari per realizzare la piena comunione con la Chiesa, testimoniando così vera fedeltà e vero riconoscimento del magistero e dell'autorità del Papa e del Concilio Vaticano II».<ref name="29-01-2009" />
Critiche al Papa sul caso Williamson sono state espresse da [[Angela Merkel]],<ref>[http://www.corriere.it/esteri/09_febbraio_03/merkel_vaticano_negazionisti_shoah_352d43de-f1ff-11dd-9d2c-00144f02aabc.shtml Vescovo negazionista, la Merkel attacca: «Il Papa chiarisca» - ''Corriere della Sera''<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> successivamente rientrate in una "comune affermazione" di condanna e ricordo della ''Shoah'' a seguito di un colloquio telefonico fra il Papa e la stessa cancelliera tedesca.
 
Il 4 febbraio [[2009]] la [[Segreteria di Stato della Santa Sede]] diffonde infine una nota in cui si afferma:<ref>{{cita news|autore= [[L'Osservatore Romano]] |url= http://vaticandiplomacy.wordpress.com/2009/02/05/vaticano-e-shoah-nota-della-segreteria-di-stato/ |titolo= Nota della Segreteria di Stato |accesso=5 febbraio 2009}}</ref> «Le posizioni di Mons. Williamson sulla Shoah sono assolutamente inaccettabili e fermamente rifiutate dal Santo Padre, come Egli stesso ha rimarcato il 28 gennaio scorso quando, riferendosi a quell'efferato genocidio, ha ribadito la Sua piena e indiscutibile solidarietà con i nostri Fratelli destinatari della Prima Alleanza, e ha affermato che la memoria di quel terribile genocidio deve indurre "l'umanità a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell'uomo", aggiungendo che la Shoah resta "per tutti monito contro l'oblio, contro la negazione o il riduzionismo, perché la violenza fatta contro un solo essere umano è violenza contro tutti"».
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Benedetto XVI ha cessato dunque il suo pontificato dalle ore 20:00 del 28 febbraio [[2013]].<ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/02/28/Terminato-pontificato-Benedetto-XVI_8329289.html Terminato pontificato Benedetto XVI], [[ANSA]], 28 febbraio [[2013]]</ref> In quel momento è iniziato il periodo di ''[[sede vacante]]''<ref name="ansa" /> nel quale è stato organizzato il [[Conclave del 2013|conclave]] (a cui Benedetto XVI non ha preso parte)<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.asca.it/news-Papa__non_partecipera__a_nuovo_conclave-1247441-BRK.html Papa: non partecipera' a nuovo conclave] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}, [[ASCA]], 11 febbraio [[2013]]</ref> che si è concluso la sera del 13 marzo [[2013]] con l'elezione al [[soglio pontificio]] di [[papa Francesco]].
 
Benedetto XVI ha espresso la volontà di risiedere nella [[Città del Vaticano]], nel [[monastero Mater Ecclesiae]]. Attendendo la fine di alcuni lavori di ristrutturazione all'interno del monastero, prevista per il mese di maggio [[2013]], soggiorna nelle [[ville pontificie di Castel Gandolfo]].<ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-02-11/ecco-monastero-dove-ritirera-135307.shtml?uuid=AbASiMTH Ecco il monastero di clausura dove si ritirerà il Papa], ''[[Il Sole 24 ORE]]'', 11 febbraio [[2013]]</ref> Qui è giunto alle 17,30 del 28 febbraio [[2013]]; circa mezz'ora prima ha lasciato il [[Città del Vaticano|Vaticano]] in elicottero, partendo dal suo [[Eliporto di Città del Vaticano|eliporto]]: l'intero abbandono degli appartamenti pontifici è stato ripreso da 19 telecamere del [[Centro Televisivo Vaticano]] e trasmesso in diretta televisiva. A [[Castel Gandolfo]] il papa ha salutato per l'ultima volta la folla con un breve intervento in cui ha parlato a braccio.
 
Allo scoccare delle ore 20:00, gli atti che hanno formalmente segnato l'avvio della sede vacante sono stati la chiusura del portone di accesso al [[Palazzo Pontificio]], il passaggio di consegne tra la [[Guardia svizzera pontificia]] e la [[Gendarmeria Vaticana]] che ha assunto i compiti di protezione dell'ormai pontefice emerito, l'ammainabandiera al [[Palazzo Pontificio|Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo]] (la bandiera issata indica infatti la presenza del papa nell'edificio), la sigillatura dell'appartamento papale del [[Palazzo Apostolico]], la dismissione degli abiti pontifici da parte di Benedetto XVI.<ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/postit/diario_vaticano/2013/02/11/Papa-abbandono-croce-_8319765.html Joseph Ratzinger non è più Papa], [[ANSA]], 28 febbraio [[2013]]</ref> L'annullamento dell'[[anello piscatorio]] è avvenuto il 5 marzo tramite rigatura.<ref>[http://www.ilpost.it/2013/03/06/lannullamento-dellanello-papale/ L'annullamento dell'anello papale], ''Il Post'', 5 marzo 2013</ref>
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Il 23 marzo [[2013]] [[papa Francesco]] si è recato a [[Castel Gandolfo]] presso il [[Palazzo Pontificio]] per fare visita al [[papa emerito]] Benedetto XVI. Dopo essersi abbracciati, i due papi hanno pregato insieme, inginocchiati uno accanto all'altro. Storicamente si è trattato del primo incontro fra due pontefici.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/30674.php?index=30674&po_date=23.03.2013&lang=it Visita del Santo Padre Francesco al Papa emerito Benedetto XVI] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>[http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/03/23/news/papa_francesco_e_benedetto_xvi_incontro_a_castel_gandolfo-55186832/ Papa Francesco e Benedetto XVI Incontro a Castel Gandolfo], [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]], 23 marzo [[2013]]</ref>
 
Il 2 maggio [[2013]], dopo due mesi trascorsi a [[Palazzo Pontificio|Castel Gandolfo]], ha fatto il suo ritorno in [[Città del Vaticano|Vaticano]], andando a vivere nel [[monastero Mater Ecclesiae]] così come precedentemente previsto, al termine dei lavori di ristrutturazione.<ref>[http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/vaticano-vatican-ratzinger-bergoglio-24500/ Ratzinger in Vaticano. L'abbraccio di Francesco], lastampa''La Stampa'', 2 maggio [[2013]]</ref><ref>[http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/30920.php?index=30920&lang=po RIENTRO DEL PAPA EMERITO BENEDETTO XVI IN VATICANO , 02.05.2013] {{webarchive|url=https://archive.is/20130707084619/http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/30920.php?index=30920&lang=po |data=7 luglio 2013 }}, 2 maggio [[2013]]</ref>
 
Il 5 luglio [[2013]], Benedetto XVI è apparso in pubblico per la prima volta da papa emerito insieme a [[papa Francesco]] all'inaugurazione di un nuovo monumento a [[san Michele Arcangelo]] nei [[Giardini Vaticani]].<ref>{{Cita news|url=http://www.asca.it/news-Papa__stamane_incontro_con_Benedetto_XVI_per_inaugurazione_monumento-1294533.html|titolo=Papa: stamane incontro con Benedetto XVI per inaugurazione monumento|pubblicazione=[[ASCA]]|città=Città del Vaticano|data=5 luglio 2013|accesso=15 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref>
 
Il 22 febbraio [[2014]] ha partecipato al primo [[Concistori di papa Francesco#22 febbraio 2014|concistoro per la creazione di nuovi cardinali]] di [[papa Francesco]] assistendo al rito sedendo tra i cardinali e salutando il pontefice regnante al termine della processione d'ingresso. Si è trattato della prima volta in cui si è verificata la compresenza di due papi viventi all'interno della [[Basilica di San Pietro in Vaticano|basilica di San Pietro]].<ref>{{cita news|url=http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/concsitoro-2014-32277/|autore=Andrea Tornielli|titolo=Il primo passo del Papa "nascosto" verso la normalità|editore=vaticaninsider.lastampa.it|data=23 febbraio 2014|accesso=23 febbraio 2014}}</ref><ref>{{cita news|url=http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/concistoro-2014-32270/|autore=Domenico Agasso jr|titolo=«Ratzinger si è tolto lo zucchetto e ha voluto una semplice sedia»|editore=vaticaninsider.lastampa.it|data=23 febbraio 2014|accesso=23 febbraio 2014}}</ref>
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Il 30 giugno 2015 papa Francesco si è recato al monastero Mater Ecclesiae per salutare il predecessore prima di un periodo di riposo che questi avrebbe trascorso per un paio di settimane presso la residenza estiva di Castel Gandolfo, trattenendosi per un colloquio di circa mezz'ora.<ref>[http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Pap-Francesco-incontra-Benedetto-XVI-le-foto-del-saluto-estivo-dei-due-papi-7445ac47-445a-411c-96cf-c7f8d33e2eda.html papa Francesco saluta Benedetto XVI prima delle vacanze]</ref> Durante il soggiorno a Castel Gandolfo Benedetto XVI ha ricevuto, il 4 luglio [[2015]], il dottorato honoris causa dalla Pontificia Università ''Giovanni Paolo II'' di Cracovia e dell'Accademia di Musica di Cracovia dal cardinale [[Stanisław Dziwisz]], arcivescovo della città polacca.<ref>[http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2015/07/04/0533/01162.html Dottorati in musica honoris causa a Benedetto XVI]</ref>
 
Il 30 novembre [[2015]] durante la consueta conferenza stampa nel percorso aereo di ritorno dal [[Viaggi apostolici di papa Francesco#Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana (25 novembre - 30 novembre 2015)|viaggio apostolico in Africa]], papa Francesco, in merito ai recenti scandali - denominati ''[[Vatileaks#Vatileaks 2|Vatileaks 2]]'' - che hanno scosso il Vaticano, ha dichiarato che continuerà "con i cardinali, con le commissioni quell'opera di pulizia iniziata da Ratzinger", eletto proprio contro la corruzione. "13 giorni prima che morisse Wojtyła - ha continuato Bergoglio - Ratzinger ha parlato della sporcizia nella Chiesa" alla Via Crucis al Colosseo e, successivamente, nell'omelia della messa ''pro eligendo Pontifice''. "Noi lo abbiamo eletto per questa sua libertà di dire le cose", ha aggiunto papa Francesco.<ref>[http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/vaticano/2015/11/30/news/vatileaks2_chaouqui_e_il_marito_indagati_a_roma-128496273/?refresh_ce Papa Francesco su ruolo di Ratzinger contro la corruzione vaticana]</ref>
 
L'8 dicembre 2015, giorno di apertura del [[Giubileo straordinario della misericordia]], Benedetto XVI ha assistito all'apertura della [[Porta santa]], varcandola subito dopo papa Francesco.<ref>{{Cita web|url = http://tg.la7.it/vaticano/giubileo-labbraccio-tra-papa-francesco-e-papa-emerito-ratzinger-08-12-2015-99586|titolo = Giubileo: l'abbraccio tra Papa Francesco e Papa Emerito Ratzinger|autore = |sito = [[TG LA7]]|data = 8 dicembre 2015|accesso = 20 giugno 2016}}</ref>
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==Teorie sulle sue dimissioni==
 
Molte sono state le teorie di [[scandali]] e [[complotti]] che avrebbero motivato la scelta di [[Benedetto XVI]],ben lontani dal motivo ufficiale, che consistette nell'ormai età avanzata del [[pontefice]] tedesco. Anche membri della stessa chiesa, anche abbastanza o molto autorevoli, confermarono e sostengono tutt'oggi alcune ipotesi dell'esistenza di un complotto, esterno e interno al [[Vaticano]], per costringere alle dimissioni [[Ratzinger]] e mettere al potere [[Bergoglio]].<ref>{{Cita web|url =
https://www.lastampa.it/2017/03/07/vaticaninsider/negri-motivi-gravissimi-dietro-la-rinuncia-di-benedetto-xvi-5uQC0jHKYsZ4dNwfgRffqK/pagina.html|titolo = Negri: "Motivi gravissimi dietro la rinuncia di Benedetto XVI"|autore = Andrea Tornielli|sito = [[La Stampa]]|data = 7 marzo 2017}}</ref>