Guerra di Padova: differenze tra le versioni
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|Mutamenti_territoriali = Fine dello [[Carraresi|Stato carrarese]] e creazione dei [[Domini di Terraferma]] veneziani
|Esito=Vittoria veneziana
|Schieramento1={{simbolo|Flag of Most Serene Republic of Venice.svg|24}} [[Repubblica di Venezia]]
{{simbolo|Coat of arms of the House of Visconti (1395).svg}} [[Ducato di Milano]]
{{simbolo|Great coat of arms of the House of Gonzaga (post 1530).svg}} [[Marchesato di Mantova]]
|Schieramento2= [[Padova|Signoria di Padova]]
{{simbolo|Flag of Florence.svg}} [[Repubblica di Firenze]]
{{simbolo|Coat of arms of the House of Este (1239).svg}} [[Estensi|Marchesato d'Este-Ferrara]]
|Comandante1=[[Pandolfo III Malatesta|Pandolfo Malatesta]]<br />[[Paolo Savelli (1350-1405)|Paolo Savelli]]<br />[[Carlo Zeno]]<br />[[Galeazzo Cattaneo da Grumello]]
|Comandante2=[[Francesco Novello da Carrara]]<br />[[Niccolò d'Este]]
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La crescente potenza dei [[Carraresi]] già da tempo preoccupava Venezia, che vedeva minacciate le proprie vie commerciali nell'entroterra e i propri confini sulla Terraferma. Già con la [[Guerra di Chioggia]] del [[1379]]-[[1381]] le due potenze venete erano venute alle armi, senza però riuscire ad alterare lo [[status quo]].
La morte, nel [[1402]], del [[Duca di Milano]] [[Gian Galeazzo Visconti]] fornì la miccia per un nuovo conflitto. La morte del Visconti aveva infatti lasciato temporaneamente il [[Ducato di Milano]], l'altra grande potenza dell'Italia settentrionale, privo di una guida forte e preda dell'espansionismo dei suoi tradizionali nemici: la [[Repubblica di Firenze]] e gli stessi [[Carraresi]] di [[Padova]], che ne avevano approfittato occupando [[città]] e [[castello|castelli]]. La duchessa [[Caterina Visconti]], [[reggente]] per il figlio [[Giovanni Maria Visconti|Giovanni Maria]], aveva allora chiesto aiuto al [[Doge (Venezia)|doge di Venezia]] [[Michele Steno]], promettendo, nel marzo [[1404]] la cessione di [[Verona]], occupata dai Carraresi, e [[Vicenza]], allora assediata.
Poiché il 24 aprile la [[Domini di Terraferma|dedizione di Vicenza]] alla [[Serenissima]] aveva reso quest'ultima di fatto signora di quel territorio, Venezia pretese dal nuovo [[Signoria cittadina|Signore]] carrarese, [[Francesco Novello da Carrara|Francesco Novello]], che ponesse termine alle devastazioni delle terre beriche.
Poiché però Francesco Novello persisteva nel mettere a ferro e fuoco il vicentino e poiché, inoltre, il 7 maggio anche [[Cologna Veneta]] si era data a Venezia, ma era stata occupata dai Carraresi, per la Repubblica di Venezia la guerra divenne inevitabile.<br />
Frattanto Caterina Visconti cedeva alla Repubblica anche [[Belluno]] (18 maggio), [[Bassano del Grappa]] (10 giugno) e [[Feltre]] (15 giugno), da cui, per un'antica legge del [[1220]], vennero espulsi tutti coloro che possedessero terre nel padovano.
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Venezia rispose gettando, il 25 settembre, Jacopo Da Carrara al carcere duro, pretendendo, per la liberazione, che fosse lasciato libero Obizzo Da Polenta, prigioniero dei Padovani, e che si pagasse un riscatto di tremila e cinquecento ducati.
Vennero conquistate [[Camposampiero]] e [[Monselice]], vennero deviate le acque del [[Brenta (fiume)|Brenta]] e del [[Bacchiglione]], che alimentavano Padova, mentre la Serenissima, abbandonato ogni proposito di accordo, pretendeva la dedizione incondizionata della città.
Nel tentativo di avere ragione delle difese di Padova perse la vita il ''Capitano Generale'' Savelli, cui furono tributati imponenti funerali a Venezia e la sepoltura nella [[basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]]. Il caduto venne sostituito nel comando da [[Galeazzo Cattaneo da Grumello]].
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== Epilogo ==
Alla fine del conflitto, Venezia si trovò improvvisamente proiettata in un'ottica di potenza terrestre, padrona dell'intero [[Veneto]], dal Polesine sino ai confini con il [[Friuli]], dalla laguna fino ai confini con la [[Lombardia]]. In questi nuovi territori venne quindi esteso il sistema dei ''[[reggimento (Repubblica di Venezia)|reggimenti]]'', sui quali già si basavano i [[Stato da Mar|possedimenti oltremarini]]: le nuove terre andarono a formare il primo nucleo dei [[Domini di Terraferma]] della Repubblica.
Gli ultimi Carraresi, Francesco Novello e i figli Jacopo e [[Giacomo III da Carrara|Giacomo III]], furono condotti in prigionia a Venezia, sull'[[isola di San Giorgio Maggiore]]. Il 30 novembre, però, dopo la scoperta di un tentativo di congiura ai danni dello Stato, costata a [[Carlo Zeno]] il disonore e l'esilio, i due vennero prima trasferiti nelle prigioni sotterranee di [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]] (i cosiddetti ''pozzi'') e quindi giustiziati per [[strangolamento]] alla metà di gennaio del [[1406]].
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