Zacharie Astruc: differenze tra le versioni

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Era una delle figure più importanti nella scena culturale francese della seconda mostra dell'Ottocento, e partecipò alla prima Esposizione Impressionista del 1874 e all'''Exposition Universelle'' di Parigi del 1900. Fu attivo come critico d'arte ed ebbe il coraggio e la convinzione di andare controcorrente, difendendo artisti come [[Monet]], [[James Abbott McNeill Whistler|Whistler]], [[Carolus-Duran]], [[Fantin-Latour]], [[Alphonse Legros]] e, soprattutto, [[Gustave Courbet]] ed [[Édouard Manet]]. Anche lui si dedicò alle arti, raggiungendo risultati discreti nella scultura.
 
Astruc è pure una delle figure ritratte nel famoso dipinto di Fantin-Latour ''Un atelier aux Batignolles'', dove siede a fianco a Manet, che presumibilmente gli sta eseguendo un ritratto. Sempre ad Astruc, inoltre, si deve la titolazione del celebre dipinto manetiano ''[[Olympia (Manet)|Olympia]]''.<ref>Sharon Flescher, ''Zacharie Astruc: Critic, Artist and Japoniste (1833&ndash;19071833–1907)'' (Garland Publishing: New York, 1978).</ref> Bisogna infine ricordare che Astruc era un fervente ispanofilo, e aveva un gusto contagioso per l'arte e la letteratura della Spagna: fu lui, infatti, a preparare nel 1865 il viaggio di Manet nella terra dell'amato Velázquez.<ref>S. Flescher 1978, capitolo II.</ref> Oltre a contribuire a un ''revival'' dei dipinti di [[El Greco]], Astruc fu anche un appassionato cultore del Giappone e contribuì al diffondersi del [[giapponismo]] in Francia, da lui sostenuto in vari articoli apparsi sul quotidiano parigino ''L'Etendard'' nel 1867–68.<ref name="Russel1">J. Russel, [http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9C0CE5DC1739F93BA25754C0A964948260 Seeing The Art Of El Greco As Never Before]</ref><ref name="Flescher">S. Flescher 1978, capitolo IV.</ref><ref name=a>{{cita libro|titolo=Manet|collana=I Classici dell'Arte|editore=Rizzoli|anno=2003|volume=12|autore=Marco Abate, Giovanna Rocchi|città=Firenze|p=98}}</ref>
 
Nel [[1863]] in occasione del Salon, Astruc creò il quotidiano ''Le Salon de 1863'', in cui esprimeva le proprie impressioni artistiche riguardo alla mostra.