Gromo: differenze tra le versioni

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Coinvolgente e suggestiva è la processione che si svolge la sere del [[Venerdì santo]]<ref>{{cita web|http://www.ilmadeinbergamo.it/gromo-lo-spettacolo-della-montagna-fortificata/|editore=IlmadeinBergamo|titolo=LA PROCESSIONE DEL VENERDÌ SANTO È UNA DELLE CELEBRAZIONI PIÙ PITTORESCHE DELLA ZONA|data=2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.eventiesagre.it/Pasqua_Venerdi+Santo/21092968_La+Tradizione+Del+Venerdi+Santo.html|editore=Benvenuti sul Portale degli Eventi in Italia|data =2016}}</ref>
lungo le antiche vie del paese. Una processione notturna composta di centinaia di credenti con i lumi accesi che, partendo dalla Chiesa Parrocchiale,<ref>{{cita web|url=http://www.gromo.eu/index.php/eventi-e-sagre/item/19-tradizioni-venerdi-santo#.VuWBavnhBdg|editore=Ufficio turistico}}</ref> al suono mesto di una [[marcia funebre]], accompagnano la Statua del Cristo Morto, opera [[Andrea Fantoni|fantoniana]], fino alla piazza mentre nei prati e sui pendii dei monti piccoli fuochi fatti di stracci imbevuti di olio e grasso rappresentano le vicende del [[Vangelo]] sul monte [[Calvario]]<ref>{{cita libro|autore=Don Virgilio Fenaroli|titolo=Gromo sfogliando l'album del novecento|editore=Ferrari edizioni|p=112|''lo splendore che avvolge questa processione è il frutto di una illuminazione curata nei minimi particolari tutti facenti perno sui simboli della passione di Cristo''}}.</ref>
In quel giorno si usa mangiare la ''maiassa'', una torta particolare, fatta di farina gialla, cipolle, mele e fichi, condita con olio e poi cotta in forno<ref>{{cita libro|autore=Don Virgilio Fenaroli|titolo=Gromo sfogliando l'album del novecento|editore=Ferrari edizioni|p=111|''attorno a questa manifestazione di fede si è sviluppata anche la tradizione di una specie di torta chiamata in dialetto maiasa, con ingredienti che vanno dalla cipolla ai fichi al grasso di maiale''}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.araberara.it/vecchiosito/archivio/archivio.pdf.2012/araberara.12.ottobre.2012_pdf/27.pdf|editore=Araberara|data=2012|titolo={title}Copia archiviata|accesso=13 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160314060727/http://www.araberara.it/vecchiosito/archivio/archivio.pdf.2012/araberara.12.ottobre.2012_pdf/27.pdf|dataarchivio=14 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>.<br>
Era d'uso raccontare nelle sere d'inverno una leggenda: