Galleria degli Uffizi: differenze tra le versioni

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Ormai spentasi la dinastia dei Medici nel [[1737]] dopo la morte di [[Gian Gastone de' Medici|Gian Gastone]], la sorella di quest'ultimo, [[Anna Maria Luisa de' Medici|Anna Maria Luisa]], con la Convenzione del medesimo anno, cedette le raccolte medicee alla dinastia dei [[Lorena (dinastia)|Lorena]], a patto che le opere restassero a Firenze ed inalienabili: fu l'atto, puntualmente rispettato dai Lorena, che permise la conservazione intatta delle vaste e sublimi collezioni fino ai nostri giorni, senza disperdersi o prender la via fuori dall'Italia, come accadde alle altrettanto eccezionali collezioni di [[Mantova]] o di [[Urbino]].
 
Tra il [[1748]] e il [[1765]] venne realizzato un vasto rilevamento grafico, coordinato da [[Benedetto Vincenzo De Greyss]]. NelIl 12 agosto [[1762]] un incendio distrusse una parte del corridoio orientale, prontamente ricostruita e ridecorata.
 
[[Pietro Leopoldo di Lorena]], aprendo la Galleria al pubblico nel [[1769]] e provvedendo alla costruzione di un nuovo ingresso, su progetto di [[Zanobi del Rosso]], promosse una radicale trasformazione della Galleria, affidandone la direzione a [[Giuseppe Pelli Bencivenni]] e il riordino, completato negli anni [[1780]]-[[1782|82]], a [[Luigi Lanzi]], che seguì i criteri razionalistici e pedagogici propri dell'[[Illuminismo]], con "''un suo proprio genere di cose o al più di due''" in ogni sala. Nella Galleria venne rimossa l'armeria, venduta la collezione di maioliche e spostati nella [[Museo di storia naturale sezione di zoologia La Specola|Specola]] gli strumenti scientifici; questo fatto è risolvibile in una visione razionalistica di quell'Illuminismo che distingueva la scienza dall'arte e volle concentrare negli Uffizi la pittura, separata da scultura antica e le arti minori, in opposizione all'eclettismo dei rinascimentali. Dal [[1793]] alcuni scambi con la [[Kunsthistorisches Museum|Galleria Imperiale]] di [[Vienna]], facilitato dai legami di parentela tra le rispettive case regnanti, vide l'arrivo di capolavori di [[Tiziano]], [[Giovanni Bellini]], [[Giorgione]], [[Dürer]] e altri, in cambio di opere fiorentine dei secoli XVI e XVII, tra cui [[Fra Bartolomeo]]: col senno di poi fu soprattutto Firenze a guadagnarci.
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Nel [[1779]] venne realizzata da [[Gaspare Maria Paoletti]] la Sala della Niobe, dove vennero allestite un complesso di sculture antiche raffigurante ''Niobe e i suoi figli'', proveniente dalla [[Villa Medici]] a [[Roma]].
 
Gli Uffizi subirono diverse depauperazioni durante le [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche del Granducato di Toscana]] perpetuate dal direttore del Louvre che [[Dominique Vivant Denon]]. Destino ben peggiore ebbero però le [[Galleria dell'Accademia|Gallerie dell'Accademia]], e le opere raccolte a Pisa, Massa, Carrara che videro prendere la strada per il [[Museo del Louvre|Louvre]] di molte opere ancora li oggi esposte.
 
=== Otto e Novecento ===