Finzione: differenze tra le versioni

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[[File:Hans Vaihinger.jpg|150pxupright=0.7|thumb|Hans Vaihinger]]
Il concetto di '''finzione''' si trova alla base della corrente filosofica del [[finzionalismo]] dove la finzione assume il valore utilitario e pratico di voler credere che a fronte di certe idee o principi astratti vi sia una corrispondenza con la realtà. Per questo si sostiene che la finzione non sia qualcosa di totalmente diverso dalla realtà ma che sia piuttosto un risvolto, una delle forme attraverso cui il reale si mostra.
 
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Il dibattito filosofico si è chiesto se dalla finzione può derivare una realtà quando come pensano i realisti tutto può essere considerato come reale. Certo nella narrazione letteraria, ad esempio, alcuni personaggi possono essere considerati come frutto di fantasia ma questo vuol dire che [[Madame Bovary]], descritta realisticamente da [[Gustave Flaubert]] sia meno reale della contemporanea figura storica di [[Luigi Filippo]]? Secondo Kendall Lewis Walton fingere non sempre vuol dire ingannare: nel leggere la storia di Madame Bovary mettiamo in atto un "coinvolgimento immaginativo" nel senso che facciamo finta che il personaggio sia reale senza voler ingannare alcuno.
[[File:Meinong.jpg|150pxupright=0.7|thumb|Alexius Meinong]]
Nella sua ''Über Gegenstandstheorie'' ("Sulla Teoria degli Oggetti", (1904) e nei i suoi studi di [[logica deontica]], basati sulla teoria degli oggetti inesistenti [[Alexius Meinong]] (1853-1920) sostiene che sia possibile pensare ad un oggetto, quale la montagna d'oro, che pure non esiste come un oggetto reale nel mondo esterno ma ciò che può essere oggetto del conoscere non ha affatto bisogno di esistere: le figure di cui tratta la geometria ovviamente non esistono e tuttavia si possono verificare le loro proprietà (il loro essere in quel modo).