Colosseo: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua}}
{{nota disambigua|il monumento di [[Pozzuoli]]|[[Anfiteatro Flavio (Pozzuoli)]]|Anfiteatro Flavio}}
{{Sito archeologico
|Nome = Amphitheatrum Flavium
|Immagine = Colosseum in Rome-April 2007-1- copie 2B.jpg
|LarghezzaImmagine = 300px
|Didascalia = Il Colosseo visto di sera
|Civiltà = [[Civiltà romana|romana]]
|Utilizzo = [[anfiteatro]]
|Stile =
|Epoca = [[72|72 d.C.]] (costruzione) - [[80|80 d.C.]] (inaugurazione) - [[VI secolo d.C.]] o [[523|523 d.C.]] (ultimo spettacolo)
<!-- Localizzazione -->| Stato = ITA
|Suddivisione1 = [[Lazio]]
|Suddivisione2 = [[Città metropolitana di Roma Capitale]]
|Suddivisione3 = {{simbolo|Roma-Stemma.png|18}} [[Roma]]
|Superficie = 3357
| Altezza = 48,5 m (altezza attuale)
<!-- Scavi -->| Data_scoperta =
|Date_scavi =
|Organizzazione_scavi =
|Archeologo = <!-- Amministrazione -->
|Parte di = [[Centro storico di Roma]]
|Ente = [[Parco archeologico del Colosseo]]
|Responsabile = Alfonsina Russo
|Visitabile = Sì
|Sito_web = https://parcocolosseo.it/
|Altitudine = 15.32
<!-- Dimensioni -->
}}
 
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e la basilica di San Paolo fuori le mura
|nomeInglese = Historic Centre of Rome, the Properties of the Holy See in that City Enjoying Extraterritorial Rights and San Paolo Fuori le Mura
|immagine = Colosseum-exterior-2007.JPG
|anno = 1980
|annoEliminazione =
|tipologia = Culturali
|criterio = (I)(II)(III)(IV)(V)
|pericolo = In parte in pericolo
|link = 91
|linkMappa =
}}
 
{{Citazione|Finché esisterà il Colosseo, esisterà anche Roma;<br />
quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma;<br />quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo|Profezia di [[Beda il Venerabile]], [[VIII secolo]]|Quamdiu stabit Colyseus stabit et Roma;<br />cum cadet Colyseus cadet et Roma;<br />cum cadet Roma cadet et mundus|lingua=la}}
 
Il '''Colosseo''', originariamente conosciuto come ''Amphitheatrum Flavium'' ( in [[Lingua italiana|italiano]]: '''Anfiteatro Flavio''') o semplicemente come ''Amphitheatrum'', è il più grande [[anfiteatro]] del mondo<ref>{{cita news|url=http://www.guinnessworldrecords.com/records-3000/largest-amphitheatre/|titolo=Colosseum: The Largest Amphitheatre|pubblicazione=Guinnesworldrecords.com|data=6 marzo 2013}}</ref>, situato nel centro della città di [[Roma]]. In grado di contenere un numero di spettatori stimato tra 50.000 e 75.000 unità, è il più importante anfiteatro romano, nonché il più imponente monumento dell'[[Roma (città antica)|antica Roma]] che sia giunto fino a noi<ref name="ReferenceA">Bianchi Bandinelli e Torelli 1976, Arte romana scheda 99.</ref>, conosciuto in tutto il mondo come simbolo della città di Roma e uno dei simboli d'[[Italia]].
 
Inserito nel [[1980]] nella lista dei [[Patrimonio dell'umanità|Patrimoni dell'umanità]] dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]], assieme a tutto il [[Centro storico di Roma]], le [[Zone extraterritoriali della Santa Sede in Italia]] e la [[Basilica di San Paolo fuori le mura]], nel [[2007]] il complesso, unico monumento europeo, è stato anche inserito fra le ''[[Nuove sette meraviglie del mondo]]'', a seguito di un concorso organizzato da ''New Open World Corporation'' (NOWC).
 
L'anfiteatro è stato edificato in [[dinastia flavia|epoca Flavia]] su un'area al limite orientale del [[Foro Romano]]. La sua costruzione fu iniziata da [[Tito Flavio Vespasiano|Vespasiano]] nel [[72]] d.C. ed inaugurato da [[Tito (imperatore romano)|Tito]] nell'[[80]], con ulteriori modifiche apportate durante l'impero di [[Domiziano]] nel 90. L'edificio forma un ovale di 527 m di perimetro, con assi che misurano 187,5 e 156,5 m. L'arena all'interno misura 86 × 54 m, con una superficie di 3.357 m². L'altezza attuale raggiunge 48,5 m, ma originariamente arrivava a 52 m. La struttura esprime con chiarezza le concezioni architettoniche e costruttive romane della prima [[Età imperiale]], basate rispettivamente sulla linea curva e avvolgente offerta dalla pianta ovale e sulla complessità dei sistemi costruttivi. Archi e volte sono concatenati tra loro in un serrato rapporto strutturale.
 
Il nome "Colosseo" si diffuse solo nel [[Medioevo]] e deriva dalla deformazione popolare dell'aggettivo latino "colosseum" (traducibile in "colossale", come appariva nell'[[Alto Medioevo]] tra le casette a uno o due piani)<ref>Giorgio Fabretti e Piero Meogrossi 2009 "Il Cronosseo"</ref> o, più probabilmente, dalla vicinanza della colossale statua bronzea di Nerone che sorgeva nei pressi.<ref>{{Treccani|colosseo/|Colosseo}}</ref>
Presto l'edificio divenne simbolo della città imperiale, espressione di un'ideologia in cui la volontà celebrativa giunge a definire modelli per lo svago e il divertimento del popolo.
 
Anticamente era usato per gli spettacoli di [[gladiatore|gladiatori]] e altre manifestazioni pubbliche (spettacoli di caccia, rievocazioni di battaglie famose, e drammi basati sulla [[mitologia]] classica). La tradizione che lo vuole luogo di martirio di cristiani è destituita di fondamento<ref name="TCI">''Guida Rapida d'Italia'', vol. 4, Touring Club Italiano, 1996.</ref>. Non più in uso dopo il [[VI secolo]], l'enorme struttura venne variamente riutilizzata nei secoli, anche come cava di materiale. Oggi è un simbolo della città di Roma e una delle sue maggiori attrazioni turistiche sotto forma di [[monumento|monumento archeologico]] regolarmente visitabile.
 
Oggi le sue condizioni di salute destano preoccupazione, visto che studi sulla sua struttura hanno evidenziato oltre 3.000 lesioni e un esteso stato fessurativo<ref>[http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_novembre_11/colosseo-3000-lesioni-garrone-1902133620425.shtml Corriere della Sera, 11 novembre 2011].</ref>. Inoltre, nel 2012 è avvenuta la scoperta di un'inclinazione di 40&nbsp;cm della struttura, probabilmente a causa di un cedimento della platea di fondazione su cui poggia<ref>[http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_luglio_29/colosseo-pende-indagini-traffico-2011217916693.shtml Corriere della Sera, 12 luglio 2012].</ref>.
 
Nel 2017 il circuito archeologico del Colosseo, [[Foro Romano]] e [[Palatino]] ha ottenuto 7&nbsp;036&nbsp;104 visitatori, risultando il secondo sito museale statale italiano più visitato, alle spalle del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]]<ref>{{cita web|url=http://www.statistica.beniculturali.it/rilevazioni/musei/Anno%202017/MUSEI_TAVOLA7_2017.pdf|titolo=Dati visitatori dei siti museali italiani statali nel 2017|accesso=6 gennaio 2019|formato=pdf}}.</ref>.
 
== Storia ==
{{Citazione|Taccia la barbara Menfi il prodigio delle piramidi, né il lavoro degli Assiri esalti più Babilonia; né siano celebrati gli effeminati Ioni per il tempio di Diana; l'altare dei molteplici corni faccia dimenticare Delo; né i Cari portino più alle stelle, con lodi sperticate, il Mausoleo proteso nel vuoto. Ogni opera cede dinanzi all'Anfiteatro dei Cesari, la fama parlerà ormai d'una sola opera al posto di tutte|[[Marco Valerio Marziale|Marziale]], ''Liber de spectaculis'', 1-7-8}}
 
=== Costruzione ===
[[File:Moneta con il colosseo, 240 dc.JPG|thumb|upright=0.7|[[Sesterzio]] con la rappresentazione del Colosseo e dei suoi giochi]]
 
[[File:Plastico E.U.R. rom marts 2003.jpg|thumb|Il [[foro romano]] sulla sinistra e sullo sfondo il Colosseo, in basso l'[[isola Tiberina]], da un diorama del [[Museo della civiltà romana]] all'[[EUR]].|287x287px]]
La costruzione iniziò nel [[72]] d.C. sotto l'imperatore [[Tito Flavio Vespasiano|Vespasiano]], della [[dinastia flavia]]. I lavori furono finanziati, come altre opere pubbliche del periodo, con il provento delle tasse provinciali e il bottino del saccheggio del [[tempio di Salomone|tempio]] di [[Gerusalemme]] ([[70]] d.C.){{citazione necessaria}}.
Nel 1813 fu rinvenuto un blocco di marmo reimpiegato in epoca tarda, che recava ancora i fori delle lettere di bronzo dell'iscrizione dedicatoria, in origine posta sopra un ingresso: il testo è stato ricostruito nel modo seguente:
{{citazione|L’imperatore Cesare Vespasiano Augusto fece erigere il nuovo anfiteatro con il provento del bottino.|{{CIL|6|40454}}a2.|''Imp(erator)] Caes(ar) Vespasianus Aug(ustus)/ amphitheatrum novum/ ex manubis fieri iussit''|lingua=la}}
 
L'area scelta era una vallata tra la [[Velia (colle)|Velia]], il [[colle Oppio]] e il [[Celio]], in cui si trovava un lago artificiale (lo ''stagnum'' citato dal poeta [[Marco Valerio Marziale|Marziale]]), fatto scavare da [[Nerone]] per la propria ''[[Domus Aurea]]''.
 
Questo specchio d'acqua, alimentato da fonti che sgorgavano dalle fondazioni del [[Tempio del Divo Claudio]] sul Celio, venne ricoperto da Vespasiano con un gesto "riparatorio" contro la politica del "tiranno" [[Nerone]], che aveva usurpato il terreno pubblico e lo aveva destinato ad uso proprio, rendendo così evidente la differenza tra il vecchio ed il nuovo principato{{citazione necessaria}}. Vespasiano fece dirottare l'acquedotto per uso civile, bonificò il lago e vi fece gettare delle fondazioni, più resistenti nel punto in cui avrebbe dovuto essere edificata la ''cavea''.
 
Vespasiano vide la costruzione dei primi due piani e riuscì a dedicare l'edificio prima di morire nel [[79]]<ref name="richardson">Richardson 1992.</ref>. L'edificio era il primo grande [[anfiteatro]] stabile di Roma, dopo due strutture minori o provvisorie di epoca giulio-claudia (l<nowiki>'</nowiki>''[[anfiteatro di Statilio Tauro|amphiteatrum Tauri]]'' e l<nowiki>'</nowiki>''[[anfiteatro di Caligola|amphiteatrum Caligulae]]'') e dopo 150 anni dai primi anfiteatri in [[Campania]].
 
[[Tito (imperatore romano)|Tito]] aggiunse il terzo e quarto ordine di posti e inaugurò l'anfiteatro con [[Giochi inaugurali dell'anfiteatro Flavio|cento giorni di giochi]] nell'[[80]]<ref>[[Svetonio]], ''Tito'', VII.3; Cassio Dione, LXVI.25.</ref>. Poco dopo il secondo figlio di Vespasiano, l'imperatore [[Domiziano]], operò notevoli modifiche, completando l'opera ''ad [[clipeo|clipea]]'' (probabilmente scudi decorativi in bronzo dorato)<ref name="richardson" />, aggiungendo forse il ''maenianum summum in ligneis''<ref>Cfr. la rappresentazione sul [[Tomba degli Haterii|monumento degli Haterii]].</ref> e realizzando i sotterranei dell'arena: dopo il completamento dei lavori non fu più possibile tenere nell'anfiteatro le [[Naumachia|naumachie]] (rappresentazioni di battaglie navali), che invece le fonti riportano per l'epoca precedente.
 
Contemporaneamente all'anfiteatro furono innalzati alcuni edifici di servizio per i giochi: i ''ludi'' (caserme e luoghi di allenamento per i gladiatori, tra cui sono noti il ''[[Ludus Magnus|Magnus]]'', il ''Gallicus'', il ''Matutinus'' e il ''Dacicus''), la caserma del distaccamento dei marinai della ''[[Marina militare romana#Classis Misenensis|Classis Misenensis]]'' (la [[Marina militare romana|flotta romana]] di base a [[Miseno (Bacoli)|Miseno]]) adibiti alla manovra del ''[[velarium]]'' (''castra misenatium''), il ''summum choragium'' e gli ''armamentaria'' (depositi delle armi e delle attrezzature), il ''sanatorium'' (luogo di cura per le ferite dei combattimenti) e lo ''spoliarum'' un luogo in cui venivano trattate le spoglie dei gladiatori morti in combattimento.
 
=== L'epoca imperiale ===
{{Citazione|Il Colosseo, la più bella rovina di Roma, termina il nobile recinto dove si manifesta tutta la storia. Questo magnifico edificio, di cui esistono solo le pietre spoglie dell'oro e de' marmi, servì di arena ai gladiatori combattenti contro le bestie feroci. Così si soleva divertire e ingannare il popolo romano, con emozioni forti, quando i sentimenti naturali non potevano più avere slancio.|[[Madame de Staël]]}}
 
[[File:Interno del Colosseo.jpg|thumb|Dettaglio interno del Colosseo.|215x215px]]
[[File:Iscrizione restauro Colosseo.jpg|thumb|verticale|Iscrizione apposta da [[Decio Mario Venanzio Basilio]] per celebrare i restauri del Colosseo, effettuati a sue spese dopo un terremoto ({{CIL|6|32094}})]]
 
[[Marco Cocceio Nerva|Nerva]] e [[Traiano]] fecero dei lavori, attestati da alcune iscrizioni<ref>{{CIL|6|32254}}; {{CIL|6|32255}}.</ref>, ma il primo intervento di restauro si ebbe sotto [[Antonino Pio]]<ref>''[[Historia Augusta]]'', ''Antonino Pio'', VIII.2.</ref>. Nel [[217]] un incendio, innescato presumibilmente da un fulmine, fece crollare le strutture superiori; i lavori di restauro fecero chiudere il Colosseo per cinque anni, dal [[217]] al [[222]], e i giochi si trasferirono al [[Circo Massimo]]<ref>[[Cassio Dione Cocceiano|Cassio Dione]], LXXIX.25.2-3.</ref>. I lavori di restauro furono iniziati sotto [[Eliogabalo]] ([[218]]-[[222]]) e portati avanti da [[Alessandro Severo]], che rifece il colonnato sulla ''summa cavea''. L'edificio fu riaperto nel [[222]], ma solo sotto [[Gordiano III]] i lavori poterono dirsi conclusi,<ref>''[[Historia Augusta]]'', ''Eliogabalo'', XVII.8; ''[[Historia Augusta]]'', ''Alessandro Severo'', XXIV.3; ''[[Historia Augusta]]'', ''Massimino e Balbino'', I.4.</ref> come sembra anche dimostrare la monetazione di questi due imperatori.<ref>[[File:Severus Alexander Medallion 90070183.jpg|100px]] CNI XII 3 (Martin V); Muntoni 2 (Pius II); Berman 390; apparentemente non pubblicato, ma vedi Gnecchi II, p. 80, 9 (dritto) e Gnecchi III, p. 42 = Toynbee pl. 29, 7 (retro). Vedi anche BMC 156-157 e Cohen 468 per i sesterzi della stessa tipologia (che però datano al 223 d.C.).<br />Fronte: IMP CAES M AVREL SEV ALEXANDER AVG, busto laureato e drappeggiato di Severo Alessandro a destra.<br />Retro: PONTIF MAX TR P III COS P P; l'anfiteatro Flavio, è mostrato frontalmente con quattro livelli: il primo con archi, il secondo con archi che contengono statue, il terzo con nicchie che contengono statue e il quarto con finestre quadrate e clipei circolari; in una vista a volo d'uccello si può vedere l'interno con due file di spettatori. All'esterno, a sinistra [[Severo Alessandro]] è in piedi e sacrifica su un basso altare; dietro a lui la [[Meta Sudans]] e una grande statua del Sole. A destra un edificio a due piani con due timpani e una statua maschile (Jupiter?) accanto.</ref><ref>[[File:Gordianus III Æ medallion 125357.jpg|100px]] Gnecchi p. 89, 23 and Tav. 104, 6; cf. Cohen 166.<br />Fronte: IMP GORDIANVS PIVS FELIX AVG, busto laureato con drappo e corazza;<br />Retro: MVNIFICENTIA GORDIANI AVG, toro che combatte con elefante nel Colosseo visto dall'altro; Colosso di Nerone e [[Meta Sudans]], e [[Tempio di Venere e Roma]], o [[Ludus Magnus]] sull'altro lato.</ref> Un altro incendio causato da un fulmine fu all'origine dei lavori di riparazione ordinati dall'imperatore [[Decio]] nel [[250]].<ref name="richardson" />
 
Dopo il [[sacco di Roma (410)|sacco di Roma]] del [[410]] ad opera dei [[Visigoti]] di [[Alarico I|Alarico]], sul podio che circondava l'arena fu incisa un'iscrizione in onore dell'imperatore [[Onorio (imperatore romano)|Onorio]], forse in seguito a restauri. Onorio proibì i ''ludi gladiatori'' e da allora fu adibito alle ''[[venationes]]''. L'iscrizione fu successivamente cancellata e riscritta per ricordare grandi lavori di restauro dopo un terremoto nel [[442]]<ref>{{CIL|6|32086}}; {{CIL|6|32087}}; {{CIL|6|32088}}; {{CIL|6|32089}}.</ref>, ad opera dei ''[[praefectus urbi|praefecti urbi]]'' [[Flavio Sinesio Gennadio Paolo]] e [[Rufio Cecina Felice Lampadio]]. [[Costanzo II]] lo ammirò sommamente<ref>[[Ammiano Marcellino]] XVI, 10, 14.</ref>. Altri restauri a seguito di terremoti si ebbero ancora nel [[470]]<ref>{{CIL|6|32091}}; {{CIL|6|32092}}; {{CIL|6|32188}}; {{CIL|6|32189}}.</ref>, ad opera del console [[Messio Febo Severo]]. I restauri continuarono anche dopo la caduta dell'impero: dopo un terremoto nel [[484]] o nel [[508]] il ''praefectus urbi'' [[Decio Mario Venanzio Basilio]] curò i restauri a proprie spese<ref>{{CIL|6|32094}}</ref>.
 
Le ''[[venationes]]'' proseguirono fino all'epoca di Teodorico. Abbiamo i nomi delle più importanti famiglie senatorie dell'epoca di [[Odoacre]] iscritte sui ''gradus'': tale usanza è molto più antica, ma periodicamente i nomi erano cancellati e sostituiti con quelli dei nuovi occupanti (anche a seconda del diverso grado tra ''clarissimi'', ''spectabilis'' e ''illustres''), per cui restano solo quelli dell'ultima redazione prima del crollo dell'impero.
 
=== Dal Medioevo all'epoca moderna ===
[[File:Coliseo medieval.jpg|thumb|Il Colosseo rappresentato in una mappa della Roma medievale.|194x194px]]
Dopo l'abbandono fu adibito nel [[VI secolo]] ad area di sepoltura e poco dopo utilizzato come [[castello]]. Tra il VI e il VII secolo fu fondata all'interno del Colosseo una cappella oggi nota come [[chiesa di Santa Maria della Pietà al Colosseo]]<ref name=":0">{{Cita libro|autore=A.A.V.V.|titolo=La Chiesa di Santa Maria della Pietà al Colosseo|anno=Gennaio 2007|editore=Circolo San Pietro|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>. Sotto [[papa Leone IV]] fu gravemente danneggiato da un terremoto ([[847]] circa)<ref name="richardson" />. Il grande [[Terremoto dell'Appennino centrale del 1349|terremoto del 1349]] provocò il collasso dell'esterno lato sud, costruito su un terreno alluvionale instabile. A lungo utilizzato come fonte di materiale edilizio, nel [[XIII secolo]] fu occupato da un palazzo dei [[Frangipane (famiglia)|Frangipane]], successivamente demolito, ma il Colosseo continuò ad essere occupato da altre abitazioni. I blocchi di [[travertino]] furono sistematicamente asportati nel [[XV secolo|XV]] e [[XVI secolo]] per nuove costruzioni, e blocchi caduti a terra furono ancora utilizzati nel [[1634]] per la costruzione di [[Palazzo Barberini]] e nel [[1703]], dopo un altro [[Terremoto dell'Aquila del 1703|terremoto]], per il [[porto di Ripetta]].
 
[[Benvenuto Cellini]], nella sua ''Autobiografia'', raccontò di una spettrale notte tra demoni evocati nel Colosseo, a testimonianza della fama sinistra del luogo.
 
[[File:Piranesi-17030.jpg|thumb|Incisione di [[Giovanni Battista Piranesi|Piranesi]] raffigurante il Colosseo con le edicole della "Via Crucis".|193x193px]]
Nel corso del [[Giubileo]] del [[1675]] assunse il carattere di luogo sacro in memoria dei molti martiri cristiani qui condannati al supplizio. Nel [[1744]] [[papa Benedetto XIV]] vi fece costruire le quattordici edicole della ''[[Via Crucis]]'', e nel [[1749]] dichiarò il Colosseo chiesa consacrata a Cristo e ai martiri cristiani.
 
Nel [[1787]] durante il soggiorno di [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] a Roma lasciò una descrizione enfatica del monumento visto di notte tra le pagine del suo ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]'':
 
{{Citazione|Incantevole è soprattutto la vista del Colosseo, che di notte è chiuso; all'interno, in una cappelletta, vive un eremita e sotto le volte in rovina si riparano i mendicanti. Essi avevano acceso il fuoco sul terreno del fondo, e un venticello spingeva il fumo sopra tutta l'arena, coprendo la parte bassa dei ruderi, mentre le mura gigantesche torreggiavano fosche in alto; noi, fermi davanti all'inferriata, contemplavamo quel prodigio, e in cielo la luna splendeva alta e serena. A poco a poco il fumo si diffondeva attraverso le pareti, i vani, le aperture, e nella luce lunare sembrava nebbia. Era uno spettacolo senza l'uguale. Così si dovrebbero vedere illuminati il Pantheon e il Campidoglio, il colonnato di S. Pietro e altre grandi vie e piazze. E così il sole e la luna, non dissimilmente dallo spirito umano, hanno qui tutt'altra funzione che in altri luoghi: qui, dove il loro sguardo è fronteggiato da masse enormi, eppure formalmente perfette.|Johann Wolfgang von Goethe, ''Viaggio in Italia''}}
 
=== Epoca contemporanea: i restauri ottocenteschi ===
Liberato in due grandi riprese, con gli scavi diretti da [[Carlo Fea]], Commissario per le Antichità, nel [[1811]] e [[1812]] e con quelli di [[Pietro Rosa]] ([[1874]]-[[1875]]), agli inizi dell'[[XIX secolo|800]], oltre ad essere oggetto dei più fantasiosi progetti di riuso fino alla metà del [[XVIII secolo|'700]], il Colosseo era staticamente compromesso, dopo esser stato per secoli abitato, adibito a luogo di culto cristiano ed utilizzato come cava di [[travertino]]. Uno dei principali e più evidenti problemi era l'interruzione brusca dell'anello più esterno nei lati in corrispondenza delle attuali via di San Giovanni in Laterano e [[via dei Fori Imperiali]] che furono non a caso oggetto dei restauri più importanti. Il Fea descrisse pure le possibili motivazioni della presenza di fori sulle pietre del monumento interpretandoli come sistema per rimuovere le grappe metalliche che tenevano unite le pietre.<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-fea_(Dizionario-Biografico)/|editore=Dizionario Biografico degli Italiani|titolo=Carlo Fea|accesso=31 ottobre 2014}}</ref>
 
==== L'intervento di Raffaele Stern ====
[[File:Sperone in laterizio.jpg|thumb|verticale|Sperone in laterizio aggiunto da Stern]]
[[File:Colisee vu du Palatin-IMG 8335.JPG|miniatura|Il Colosseo visto dal [[colle Palatino]] in un dipinto di [[Jean-Achille Benouville]] (1870)]]
Dopo l'istituzione di una commissione straordinaria da parte di [[papa Pio VII]], i primi restauri iniziarono dopo il [[1806]], anno in cui un violento terremoto compromise la statica dei due lati liberi dell'anello più esterno. Il terremoto aveva particolarmente aggravato la situazione del terzo anello sul lato occidentale dove, a causa di conci ormai pericolanti, era richiesto un intervento di emergenza.
 
Dopo il puntellamento dei conci, furono immediatamente montati i ponteggi per la creazione di uno sperone che facesse da [[contrafforte]]. [[Raffaele Stern]] escogitò due modalità di intervento da sottoporre al vaglio dell'[[Accademia nazionale di San Luca|Accademia di San Luca]]: "''per via di togliere''", che consisteva nell'eliminazione della parte di attico e delle arcate del terz'ordine danneggiate, soluzione scartata, e "''per via d'aggiungere''", poi effettivamente realizzata con l'aggiunta di uno sperone in laterizio.
 
Le prime due arcate di ogni ordine furono tamponate e lo sperone rustico fu realizzato privo delle forme architettoniche delle arcate esistenti a causa dell'emergenza e della necessità di praticare l'intervento in economia e rapidità. Anche i conci puntellati, caricati successivamente di significato romantico e descritti come bloccati nell'atto della caduta, non sono in realtà che il frutto di un intervento d'emergenza. Stern aveva inizialmente pensato di tinteggiare lo sperone, poi ironicamente chiamato “stampella”, con un intonaco color [[travertino]] per evitare l'eccessivo contrasto con le parti autentiche, ma la tinteggiatura non fu mai realizzata.
 
==== L'intervento di Giuseppe Valadier ====
[[File:Colosseum (Rome) 4.jpg|thumb| Sperone in laterizio aggiunto da Stern nel [[1806]] |291x291px]]
[[Giuseppe Valadier]], che si era già interessato del Colosseo nel [[1815]] con un ''Progetto per chiudere decentemente l'Anfiteatro Flavio'' mediante cancellate, si occupò nel [[1823]] del recupero dell'anello perimetrale nel lato verso i fori. La differenza sostanziale fra l'impostazione del restauro di Stern e quello di Valadier è che, mentre il primo fu realizzato sotto il pericolo di un crollo imminente, l'altro poté essere praticato in tutta calma.
 
Dal punto di vista statico l'intervento consistette in un nuovo sperone, realizzato con arcate identiche alle originali. L'aggiunta, interamente in mattoni, fu costruita utilizzando materiale diverso rispetto all'originale per motivi economici, e non per una volontà di differenziazione, ad eccezione della basi e dei capitelli in [[travertino]], messi in opera in maniera identica agli originali e con lo stesso livello di definizione. Anche in questo caso, per non guastare esteticamente la preesistenza, si progettò una scialbatura color travertino, mai realizzata.
[[File:Inscrizione Anfiteatro flavio.JPG|thumb|sinistra|Iscrizione di [[papa Pio IX]] del [[1852]] che ricorda i restauri eseguiti sul lato verso l'[[Esquilino]]]]
 
A dieci anni dall'inizio dei lavori, l'opera fu celebrata da [[Giuseppe Valadier]] al pari di una nuova architettura in ''Opere di Architettura ed Ornamento'', ove descrisse ed illustrò minuziosamente il cantiere dalla costruzione delle impalcature alla fine del restauro, esaltandolo come una delle sue più grandi realizzazioni.
 
==== I lavori di Gaspare Salvi e Luigi Canina ====
Dagli [[Anni 1830|anni trenta]] fino alla conclusione dei lavori avvenuta a [[Anni 1850|metà del secolo]], i lavori passarono sotto la direzione di [[Gaspare Salvi]] e [[Luigi Canina]].
 
Il primo intervento di Salvi riguardò la parte più gravemente compromessa dell'intera costruzione rimasta in piedi: il terzo anello sul lato dell'attuale via San Gregorio. Su delle basi in travertino Salvi costruì un completamento con archi in [[laterizio]] su imposte di [[travertino]]; dagli archi fece partire dagli speroni per ricollegare la parte di nuova costruzione alla parte antica, che fu così staticamente assicurata. I nuovi archi sono segnalati da mattoni bipedali disposti radialmente. I riempimenti dei muri radiali sono realizzati in [[travertino]] al primo ordine ed in laterizio negli ordini superiori, mentre i pilastri di restauro sono interamente in mattoni. Alla morte di Salvi, Canina assunse la direzione dei lavori, risolvendo sullo stesso lato un problema di strapiombo verso l'interno della parte più alta della costruzione, che fu assicurata con tiranti in ferro ai contrafforti in mattoni di nuova costruzione.
[[File:The Colisuem and Meta Sudans, Rome, Italy-LCCN2001700939.jpg|thumb| Il Colosseo con la [[Meta Sudans]] tra il 1890 e il 1900|218x218px]]
 
L'ultimo grande intervento fu operato sul lato a nord, verso l'attuale via degli Annibaldi, il più conservato ad eccezione dell'attico, che presentava uno strapiombo di oltre 60 centimetri fuori dall'asse. Era dunque necessario costruire un sostegno per la parte più esterna strapiombante. Fu così costruito verso l'interno un abbozzo di quart'ordine nel secondo anello, in cui furono affondate catene binate per assicurare la parte d'attico non più in asse.
 
==== Il Novecento e i lavori contemporanei ====
[[File:0,05 € Italia.gif|thumb|Il Colosseo raffigurato sul retro della moneta italiana da 5 centesimi di euro]]
I resti della [[Meta Sudans]], la fontana flavia, furono demoliti definitivamente tra il [[1933]] e il [[1936]], insieme ai resti della base del [[Colosso di Nerone]] durante i lavori per la costruzione di Via dell'Impero, attuale [[Via dei Fori Imperiali]], voluta da [[Mussolini]].
 
Fra il [[1938]] e il [[1939]] furono completamente scavate le strutture sotterranee dell'arena, in parte alterate dalle ricostruzioni.
 
Dal [[2002]] il Colosseo è raffigurato sul rovescio della moneta da [[5 centesimi di euro]] coniata dalla [[Repubblica Italiana]].
 
Nel [[2007]] il complesso è stato inserito fra le "[[Nuove sette meraviglie del mondo|Sette meraviglie del mondo moderno]]". Il Colosseo al giorno d'oggi è la maggiore fonte turistica ed è il simbolo di Roma.<ref>{{Cita web|url=http://www.flpbac.it/wp2/wp-content/uploads/2017/03/colosseo-max-restauro.pdf|titolo=Il filo rosso col ministero,i ribassi del 30%, Costruzioni Barozzi e ‘ndrangheta}}</ref>
 
=== Origini dell'attuale nome ===
[[File:Colosseo-1.JPG|thumb|Immagine del Colosseo visto dal lato ovest, ripresa dal [[Vittoriano]].|197x197px]]
Nelle vicinanze era presente una [[Colosso di Nerone|statua colossale di Nerone]] in [[bronzo]], dalla quale si dice derivi il nome Colosseo, attestato a partire dal [[Medioevo]] e legato anche alle dimensioni colossali dell'edificio.<ref>{{cita web|url=http://civesromanussum.blogspot.it/2010/06/roma-sparita-il-colosso-di-nerone.html}}</ref>
 
Dopo l'uccisione di [[Nerone]], la statua fu rimodellata per raffigurare ''[[Sol Invictus]]'', il [[Elio (mitologia)|dio Sole]], aggiungendo intorno alla testa i raggi della corona solare.<ref>[[San Girolamo|Girolamo]], in Hab. c3; Svetonio, ''Vite dei dodici Cesari'', "Vespasiano" 18; Plinio il vecchio l.c.; cfr. [[Historia Augusta]], ''Commodo'', 17; Cassio Dione, ''Storia di Roma'', LXXII, 15</ref> Il Colosso fu quindi spostato dalla sua originale collocazione, l'atrio della ''Domus Aurea'' per far posto al [[tempio di Venere e Roma]] sotto [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]], nel [[126]].<ref>Historia Augusta, ''Adriano'', 19</ref> Il sito del basamento della statua colossale dopo lo spostamento è attualmente segnato da un moderno basamento in [[tufo]].
 
La colossale statua di [[Nerone]] fu abbattuta in età imperiale ed è difficile che se ne serbasse il ricordo nel [[VI secolo]]. Il bolognese [[Armannino Giudice]], nel [[XIV secolo]], sosteneva che il Colosseo fosse il principale luogo pagano del mondo. Secondo la sua interpretazione «il Colosseo era diventato la sede di alcune sette di maghi ed adoratori del demonio. A chi si avvicinava era chiesto: "Colis Eum?" (cioè "adori lui?", intendendo il diavolo) a cui bisognava rispondere "Ego Colo"»<ref>{{cita web|url=http://www.medioevo.roma.it/html/storia/storia003-colosseo.htm|titolo=Il colosseo nel medioevo tra storia e leggenda}}</ref>. [[Papa Benedetto XIV]] fece esorcizzare il Colosseo e lo consacrò alla memoria della passione di [[Cristo]] e di tutti i santi.
 
== Descrizione dell'edificio ==
=== Struttura ===
{{Citazione|Vedo una gran cerchia d'archi, e tutt'intorno giacciono pietre infrante che furono parte un tempo di una solida muraglia. Nelle fessure e sopra le volte cresce una foresta di arbusti, olivi selvatici, e mirti, e rovi intricati, e malerbe confuse... Le pietre sono massicce, immense, e sporgono l'una sull'altra. Vi sono terribili fenditure nelle mura, e ampie aperture da cui si vede il cielo azzurro ...|[[Percy Bysshe Shelley]]}}
 
[[File:Colosseum-exterior-2007.JPG|thumb|Particolare della facciata esterna]]
[[File:ColosseoKikko.JPG|thumb|Dettaglio delle arcate]]
 
L'edificio poggia su una piattaforma in [[travertino]] sopraelevata rispetto all'area circostante. Le fondazioni sono costituite da una grande platea in [[tufo]]<ref name="ReferenceA"/> di circa 13 m di spessore, foderata all'esterno da un muro in [[laterizio]].
 
La struttura portante è costituita da [[pilastro|pilastri]] in blocchi di travertino, collegati da [[perno|perni]]: dopo l'abbandono dell'edificio si cercarono questi elementi metallici per fonderli e riutilizzarli, scavando i blocchi in corrispondenza dei giunti: a questa attività si devono i numerosi fori ben visibili sulla facciata esterna. I pilastri erano collegati da setti murari in blocchi di [[tufo]] nell'ordine inferiore e in laterizio superiormente. La cavea era sostenuta da volte a botte trapezoidali volte a crociera ed archi che poggiavano sui pilastri di travertino e sui setti radiali di tufi o mattoni. All'esterno è usato il [[travertino]], come nella serie di anelli concentrici di sostegno alla ''cavea''. In queste pareti anulari si aprono vari archi, decorati da [[Parasta|paraste]] che li inquadrano. Le [[Volta a crociera|volte a crociera]] (tra le più antiche del mondo romano) sono in ''[[opus caementicium]]'' e spesso sono costolonate tramite archi incrociati in [[laterizio]], usato anche nei paramenti. I muri radiali, oltre i due ambulacri esterni, sono rafforzati da blocchi di [[tufo]].
[[File:Bestiarii.jpg|thumb|[[Mosaico]] pavimentale raffigurante alcune tipologie di spettacoli anfiteatrali (''munera'' e ''[[venationes]]'')]]
 
Un complesso sistema di adduzione e smaltimento idrico consentiva la manutenzione dell'edificio e alimentava le fontane poste nella ''cavea'' per gli spettatori.
 
=== Facciata esterna ===
[[File:Colosseo - panoramica - Scuba Beer.jpg|thumb|upright=1.6|Visuale del Colosseo dall'[[Arco di Costantino]], [[piazza del Colosseo]]]]
 
La [[facciata]] esterna (alta fino a 48,50 m) è in [[travertino]] e si articola in quattro ordini, secondo uno schema tipico di tutti gli edifici da spettacolo del mondo romano: i tre registri inferiori con 80 arcate numerate, rette da [[Pilastro|pilastri]] ai quali si addossano semicolonne, mentre il quarto livello ([[attico (architettura)|attico]]) è costituito da una parete piena, scandita da [[Lesena|lesene]] in corrispondenza dei pilastri delle arcate.
 
Nei tratti di parete tra le [[Lesena|lesene]] si aprono 40 piccole finestre quadrangolari, una ogni due riquadri (nei riquadri pieni dovevano trovarsi i clipei bronzei), e immediatamente sopra il livello delle finestre vi sono collocate tre [[Mensola|mensole]] sporgenti per ogni riquadro, nelle quali erano alloggiati i pali di legno che venivano utilizzati per aprire e chiudere il ''[[velarium]]'', il telo di copertura che riparava gli spettatori, manovrato da un distaccamento di marinai della flotta di [[Miseno (Bacoli)|Miseno]] e probabilmente ancorato a terra alla serie di cippi inclinati che ancora oggi è visibile, in parte, esternamente al limite della platea basamentale in travertino (visibili quelli sul lato verso il [[Celio]]).
 
Al secondo e terzo livello gli archi sono bordati da una [[parapetto]] continuo, in corrispondenza del quale le semicolonne presentano un dado come base.
 
Le semicolonne e le lesene dei quattro ordini hanno a partire dal basso [[Capitello|capitelli]] [[Ordine tuscanico|tuscanici]], [[Ordine ionico|ionici]], [[Ordine corinzio|corinzi]] e corinzi a foglie lisce. I primi tre ordini ripetono la medesima successione visibile sulla facciata esterna del [[teatro di Marcello]].
 
Le raffigurazioni monetarie ci tramandano la presenza di quattro archi alle terminazioni delle assi dell'[[ovale]] della pianta, ornati da un piccolo [[protiro]] marmoreo.
 
=== Cavea e accessi per il pubblico ===
[[File:L-Kolloseum.png|thumb|Sezione del Colosseo]]
 
All'interno la ''[[cavea]]'' con i gradini per i posti degli spettatori era interamente in marmo e suddivisa, tramite ''praecinctiones'' o ''baltea'' (fasce divisorie in muratura), in cinque settori orizzontali (''maeniana''), riservati a categorie diverse di pubblico, il cui grado decresceva con l'aumentare dell'altezza. Il settore inferiore, riservato ai [[Senato romano|senatori]] e alle loro famiglie, aveva gradini ampi e bassi che ospitavano seggi di legno (''subsellia''); sulla balaustra del podio venivano iscritti i nomi dei senatori a cui i posti inferiori erano riservati.
 
Seguivano il ''maenianum primum'', con una ventina di gradini di [[marmo]], il ''maenianum secundum'', suddiviso in ''imum'' (inferiore) e ''summum'' (superiore), ancora con circa sedici gradini in marmo, e infine il ''maenianum summum'', con circa undici gradini lignei all'interno del portico colonnato che coronava la cavea (''porticus in summa cavea''): i resti architettonici di quest'ultimo appartengono ai rifacimenti di epoca [[Dinastia dei Severi|severiana]] o di [[Gordiano III]]. Sui gradini sotto il colonnato prendevano posto le donne, alle quali, da Augusto in poi, fu sempre vietato di mescolarsi ad altri spettatori. Il posto peggiore era sul terrazzo sopra il colonnato, solo con posti in piedi, destinato alle classi infime della [[plebe]].
 
Verticalmente i settori erano scanditi da scalette e dagli accessi alla ''cavea'' (''vomitoria''), ed erano protetti da transenne in marmo (risalenti ai restauri del [[II secolo]]).
 
Alle due estremità in corrispondenza dell'asse minore, precedute esternamente da un [[avancorpo]], si trovavano due palchi riservati agli alti personaggi ospitati nei due palchi oggi scomparsi. Uno, a forma di "S", era destinato all'[[Imperatore romano|imperatore]], ai [[Console (storia romana)|consoli]] e alle [[Vestale|vestali]]; l'altro al ''[[praefectus urbi]]'' e a altri dignitari.
 
Gli spettatori raggiungevano il loro posto entrando dalle arcate loro riservate. Gli Imperatori e le autorità raggiungevano i loro posti fruendo del privilegio di entrare da ingressi riservati, posti sull'asse minore dell'ovale, mentre gli ingressi collocati al centro dell'asse maggiore erano riservati agli attori e ai protagonisti degli spettacoli. Ma il resto del pubblico doveva mettersi in coda sotto l'arcata che mostrava il numero corrispondente alla tessera assegnata. Ciascuna delle arcate per il pubblico era quindi contraddistinta da un numerale, inciso sulla [[chiave di volta]], per consentire agli spettatori di raggiungere rapidamente e ordinatamente il proprio posto. I numeri incisi sulle arcate del Colosseo erano colorati di rosso per essere visibili anche da lontano. Lo hanno rivelato i restauri sponsorizzati dal gruppo Tod's e durante i quali, agendo con la nebulizzazione d'acqua per rimuovere lo sporco e lo smog depositati sul prospetto dell'edificio, sono venute alla luce tracce di colore piccole, ma inequivocabili.<ref>{{cita news|url=http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_gennaio_21/scoperti-numeri-incisi-arcate-colosseo-erano-rossi-74c0e704-a19d-11e4-8f86-063e3fa7313b.shtml|titolo=Scoperti i numeri incisi sulle arcate del Colosseo, erano rossi|autore=Maria Rosaria Spadaccino|data=21 gennaio 2015|accesso=19 maggio 2016}}</ref> Da qui si accedeva a scale incrociate che portavano a una serie simmetrica di corridoi anulari coperti a volta. Immettono ciascuna in un ampio settore comprendente tre cunei, scompartito da pilastri. Il percorso aveva le pareti rivestite in [[marmo]] e presentava una decorazione a [[stucco]] sulla volta, ancora quella originale di epoca [[Dinastia flavia|flavia]]. Il palco meridionale, che ospitava l'imperatore, aveva anche un altro accesso più diretto, attraverso un [[criptoportico]] che dava direttamente all'esterno.
[[File:Colosseo23.JPG|thumb|Gli ordini superiori]]
[[File:Colosseum.jpg|thumb|Interno]]
Dodici arcate erano riservate ai [[Senato romano|Senatori]] e immettevano in corridoi che raggiungevano l'anello più interno: da qui con una breve scala si raggiungeva il settore inferiore della ''[[cavea]]''. Anche questi passaggi erano rivestiti di marmo.
 
Le altre arcate davano accesso alle numerose scale a una o due rampe che portavano ai settori superiori. Le pareti erano qui rivestite di intonaco, anche sulle volte.
 
=== Arena e ambienti di servizio sottostanti ===
L'arena ovale (86 × 54 m) presentava una pavimentazione parte in muratura e parte in tavolato di legno, e veniva ricoperta da sabbia, costantemente pulita, per assorbire il sangue delle uccisioni. Era separata dalla ''cavea'' tramite un alto ''[[podio|podium]]'' di circa 4 m, decorato da nicchie e marmi e protetto da una [[balaustra]] bronzea, oltre la quale erano situati i sedili di rango.
 
Sotto l'arena erano stati realizzati ambienti di servizio (ipogeo), articolati in un ampio passaggio centrale lungo l'asse maggiore e in dodici corridoi curvilinei, disposti simmetricamente sui due lati. Qui si trovavano i montacarichi che permettevano di far salire nell'arena i macchinari o gli animali impiegati nei giochi e che, in numero di 80, si distribuivano su quattro dei corridoi: i resti attualmente conservati si riferiscono ad un rifacimento di [[III secolo|III]] o [[IV secolo]]. Tuttavia è ancora possibile fare un confronto con i sotterranei dell'[[Anfiteatro Flavio (Pozzuoli)|Anfiteatro Flavio di Pozzuoli]], realizzato dagli stessi architetti del Colosseo, in modo da avere un'idea di come potevano essere in epoca romana i sotterranei del Colosseo: a [[Pozzuoli]] infatti sono tuttora visibili gli ingranaggi che i Romani utilizzavano per sollevare le gabbie contenenti belve feroci sull'arena.
 
Le strutture di servizio sottostanti all'arena erano fornite di ingressi separati:
* gallerie sotterranee all'estremità dell'asse principale davano accesso al passaggio centrale sotto l'arena, ed erano utilizzate per l'ingresso di animali e macchinari;
* due ingressi monumentali con arcate sull'asse maggiore davano direttamente nell'arena ed erano destinate all'ingresso dei protagonisti dei giochi (la ''pompa''), gladiatori ed animali troppo pesanti per essere sollevati dai sotterranei;
* l'arena era accessibile per gli inservienti anche da passaggi aperti nella galleria di servizio che le correva intorno sotto il podio del settore inferiore della ''cavea''. Alla galleria si arrivava dall'anello più interno, lo stesso che utilizzavano i senatori per raggiungere i propri posti.
 
=== Chiesa di Santa Maria della Pietà al Colosseo ===
All'interno del Colosseo è situata la [[chiesa di Santa Maria della Pietà al Colosseo]], luogo di culto cattolico. La piccola chiesa è inserita in uno dei fornici dell'anfiteatro Flavio. Venne probabilmente fondata tra il VI e il VII secolo, sebbene le prime notizie certe riguardo la sua esistenza risalgono al XIV secolo<ref name=":0" /><ref name=":1">{{Cita libro|autore=M. Armellini|titolo=Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX|anno=1891|editore=|città=Roma|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
 
La chiesa ha rappresentato da sempre un luogo di culto in memoria dei martiri cristiani che persero la vita all'interno del Colosseo, e fu frequentata da numerosi santi tra cui [[Ignazio di Loyola|San Ignazio di Loyola]], [[Filippo Neri|San Filippo Neri]] e [[Camillo de Lellis|San Camillo de Lellis]]. L'archeologo romano [[Mariano Armellini]] racconta che la cappella: ''" … era destinata in origine a guardaroba della compagnia che soleva rappresentare nell'arena dell'anfiteatro il gran dramma della Passione di Gesù Cristo, uso che si mantenne fino ai tempi di Paolo IV"''<ref name=":0" /><ref name=":1" /> .
 
Nel 1936 il Vicariato di Roma affidò al [[Circolo San Pietro]] l'incarico di provvedere all'officiatura della chiesa<ref name=":0" /><ref name=":1" />
 
== Giochi ==
{{Vedi anche|Giochi inaugurali dell'anfiteatro Flavio}}
Il Colosseo ospitava i giochi dell'anfiteatro, che comprendevano: lotte tra animali (''[[venationes]]''), l'uccisione di condannati da parte di animali feroci o altri tipi di esecuzioni (''noxii'') e i combattimenti tra gladiatori (''munera'').
Le attività seguivano un programma codificato: la mattina c'erano i combattimenti fra gli animali o fra un gladiatore e un animale, all'ora di pranzo si eseguivano le condanne a morte e solo nel pomeriggio si svolgevano i combattimenti fra gladiatori.
 
Per l'inaugurazione dell'edificio, l'imperatore Tito diede dei giochi che durarono tre mesi, durante i quali morirono circa 2.000 gladiatori e 9.000 animali. Per celebrare il trionfo di [[Traiano]] sui [[Daci]] vi combatterono 10.000 gladiatori.
 
Gli ultimi combattimenti tra gladiatori sono testimoniati nel [[437]], ma l'anfiteatro fu ancora utilizzato per le ''[[venationes]]'' (uccisione di animali) fino al regno di [[Teodorico il Grande]]: le ultime vennero organizzate nel [[519]], in occasione del [[console (storia romana)|consolato]] di [[Flavio Eutarico Cillica|Eutarico]] (genero di Teodorico), e nel [[523]], per il consolato di [[Flavio Anicio Massimo|Anicio Massimo]].
 
Gli scavi dei collettori fognari del Colosseo hanno restituito resti di scheletri di numerosi animali domestici e selvatici, tra cui orsi, leoni, cavalli, struzzi.
 
== Visitatori ==
[[File:Colosseo di Roma panoramic.jpg|upright=1.4|thumb|Interni del Colosseo.]]
 
Nel 2016 il circuito di Colosseo, [[Foro romano]] e [[Palatino]] è stato visitato da 6 408 852 persone, confermandosi il sito più visitato in Italia.<ref name="visitatori 2017">Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, [http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Tabella-imported-64702.pdf Classifica dei siti più visitati d'Italia]</ref><ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Tabella-imported-64702.pdf|titolo = Visitatori e Introiti dei Musei, Monumenti ed Aree Archeologiche Statali per Istituto|accesso = 6 gennaio 2019|editore = MIBACT|data = 5 gennaio 2017}}</ref> Nel 2018 è stato visitato da 7.665.00 visitatori<ref>{{Cita web|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Colosseo-record-visitatori-2018-chiude-con-7-6-milioni-757110d4-0222-436d-8291-a9b5aa7db501.html|titolo=Colosseo: record dei visitatori, il 2018 si chiude con 7,6 milioni|sito=rainews|accesso=8 gennaio 2019}}</ref>. Qui di seguito trovate un andamento complessivo del "Circuito archeologico Colosseo, Foro romano e Palatino" degli ultimi diciotto anni, sulla base dei dati dell'ufficio statistico dei beni culturali italiani:<ref>[http://www.statistica.beniculturali.it/Visitatori_e_introiti_musei.htm Visitatori e introiti di Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali per anno].</ref>
 
{| class="wikitable sortable"
|-
! width="10%" | Anno
! width="35%" | Visitatori totali
! width="35%" | Introiti lordi
! width="20%" | Prezzo medio entrata
|-
|<div align="center">2018<ref>https://www.lastampa.it/2019/01/04/societa/colosseo-da-record-milioni-di-visitatori-nel-NVrGMk2FpOIJ7KC19C4zbP/pagina.html</ref></div>
|<div align="center">7.665.000</div>
|<div align="center">75 milioni di €</div>
|<div align="center">€ 9,75</div>
|-
|<div align="center">2017<ref>http://www.repubblica.it/cultura/2018/01/06/news/franceschini_musei_record-185905229/</ref></div>
|<div align="center">oltre 7 milioni</div>
|<div align="center">circa 70 milioni di €</div>
|<div align="center">€ 9,75</div>
|-
|<div align="center">2015<ref>{{Cita web|url = http://www.secoloditalia.it/2016/01/record-per-colosseo-fori-imperiali-nonostante-marino-tronca/|titolo = Visite record per Colosseo e Fori imperiali. Nonostante Marino e Tronca|accesso=9 gennaio 2016|sito = www.secoloditalia.it}}</ref></div>
|<div align="center">6.551.046<ref>{{Cita web|url = http://roma.corriere.it/notizie/cultura_e_spettacoli/16_gennaio_13/franceschini-2015-stato-anno-record-musei-6c92be2a-b9ef-11e5-b643-f344dc24c117.shtml|titolo = Franceschini: il 2015 è stato
un anno record per i musei|accesso=13 gennaio 2016|sito = corriere.it}}</ref></div>
|<div align="center">€ 57.517.892,00</div>
|<div align="center">€ 9,50</div>
|-
|<div align="center">2014<ref>[http://www.statistica.beniculturali.it/rilevazioni/musei/Anno%202014/MUSEI_TAVOLA8_2014.pdf Visitatori ed Introiti Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali - ANNO 2014].</ref></div>
|<div align="center">6.171.702</div>
|<div align="center">€ 41.440.839,00</div>
|<div align="center">€ 6,71</div>
|-
|<div align="center">2013<ref>[http://www.statistica.beniculturali.it/RILEVAZIONI/MUSEI/Anno%202013/MUSEI_TAVOLA7_2013.pdf Visitatori ed Introiti Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali - ANNO 2013].</ref></div>
|<div align="center">5.625.219</div>
|<div align="center">€ 39.657.672,00</div>
|<div align="center">€ 7,05</div>
|-
|<div align="center">2008<ref>[http://www.statistica.beniculturali.it/rilevazioni/musei/Anno%202008/MUSEI_TAVOLA7_2008.pdf Visitatori ed Introiti Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali - ANNO 2008].</ref></div>
|<div align="center">4.777.989</div>
|<div align="center">€ 32.284.235,70</div>
|<div align="center">€ 6,76</div>
|-
|<div align="center">2003<ref>[http://www.statistica.beniculturali.it/rilevazioni/musei/Anno%202003/MUSEI%20TAVOLA7%202003.pdf Visitatori ed Introiti Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali - ANNO 2003].</ref></div>
|<div align="center">3.135.905</div>
|<div align="center">€ 18.475.072,00</div>
|<div align="center">€ 5,89</div>
|-
|<div align="center">1998<ref>[http://www.statistica.beniculturali.it/rilevazioni/musei/Anno%201998/MUSEI%20TAVOLA7%201998.pdf Visitatori ed Introiti Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali - ANNO 1998].</ref></div>
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|<div align="center">€ 3,98</div>
|-
|}
 
== Collegamenti ==
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