Architettura barocca: differenze tra le versioni

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L'architettura barocca, che si preannunzia già alla metà del [[XVI secolo|Cinquecento]] in alcune opere di [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], si sviluppò a [[Roma]] e raggiunse i suoi massimi risultati tra il [[1630]] ed il [[1670]]; da qui si diffuse nel resto della [[penisola italiana|penisola]] e nel mondo occidentale, mentre nel [[XVIII secolo]] Roma volse di nuovo al classicismo sull'esempio di [[Parigi]].<ref name="Pevsner p. 154"/>
 
In [[Italia]], il primo periodo barocco corrisponde all'attività di artisti e architetti quali [[Carlo Maderno]], [[Annibale Carracci]], [[Michelangelo Merisi da Caravaggio|Caravaggio]], [[Pieter Paul Rubens]].
Il secondo periodo può essere ascritto a partire dal terzo decennio del Seicento, con le opere di [[Gian Lorenzo Bernini]], [[Pietro da Cortona]] e [[Francesco Borromini]], che resero Roma il maggior centro di attrazione artistica di tutta Europa. Più precisamente, sotto i pontificati di [[papa Urbano VIII|Urbano VIII]] [[Barberini]], di [[papa Innocenzo X|Innocenzo X]] [[Pamphili]] e [[Papa Alessandro VII|Alessandro VII]] [[Chigi]] il Barocco divenne uno stile internazionale che la città dei papi diffuse in tutto il mondo occidentale.<ref name="Fusco, p. 340"/>
Il termine conclusivo è legato alla decadenza della [[Santa Sede]] dopo la metà del secolo, in particolar modo dopo la morte di [[papa Alessandro VII]], nel [[1667]];<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., pp. 337-338.</ref> l'estromissione di Gian Lorenzo Bernini dal progetto di ampliamento del [[Museo del Louvre|Louvre]] coincise con l'inizio del declino di Roma come città-guida e l'affermazione di Parigi in questo ruolo.<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 341.</ref>
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[[File:Borromini Drawing 03.jpg|thumb|left|Planimetria della [[chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane]] con il convento e il chiostro]]
 
Tuttavia, è nella [[chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane]] del Borromini che il tema degli spazi ricavati nel perimetro dell'edificio raggiunge il suo apice.<ref name="Fusco, p. 358"/>. Questa chiesa, così piccola che potrebbe stare all'interno di un pilastro della basilica vaticana,<ref>N. Pevsner, ''Storia dell'architettura europea'', cit., p. 157.</ref> fu cominciata nel [[1638]] in un lotto di ristrette dimensioni dove, oltre al luogo di culto vero e proprio, si inserivano anche il chiostro e l'attiguo convento. La pianta di ''San Carlino'' è riconducibile all'ovale, con pareti concave e convesse che si alternano fino a formare delle cappelle laterali. La cupola presenta una base ovale ed è incisa da un profondo cassettonato nel quale si alternano forme diverse; il raccordo tra la cupola e il corpo dell'edificio è realizzato per mezzo di quattro [[Pennacchio (architettura)|pennacchi]] che poggiano sulla trabeazione. Il movimento ondulatorio dei muri e il ritmico alternarsi a forme sporgenti e rientranti danno luogo a un palpitante organismo plastico, la cui forma viene sottolineata dall'assenza di sontuose decorazioni.
Nella facciata, iniziata solo negli ultimi anni di vita del Borromini, si evidenzia ancora la ricerca di un intenso dinamismo, con superfici sinuose disposte su due ordini: la parte inferiore è caratterizzata da una successione di superfici concava - convessa - concava; quella superiore si articola su tre parti concave, di cui la centrale ospita un'edicola convessa.
 
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Un altro spazio di rilievo è costituito da [[piazza Navona]], sorta sulle rovine dell'antico stadio voluto dall'imperatore [[Domiziano]] e che, nel XVII secolo, assunse i caratteri di una piazza tipicamente barocca, tanto da poter essere identificata con il vero e proprio centro della Roma seicentesca. Qui furono poste le fondamenta della chiesa di Sant'Agnese in Agone, elemento di spicco di una cortina muraria pressoché unitaria, la cui cupola è messa in evidenza dall'andamento leggermente concavo della facciata; il centro della piazza è sottolineato dalla [[Fontana dei Quattro Fiumi|Fontana dei Fiumi]] (il [[Nilo]], il [[Gange]], il [[Danubio]] ed il [[Río de la Plata]]), nella quale è possibile leggere un'allusione al potere della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] nel mondo allora conosciuto.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., pp. 24-25.</ref>
 
Questa serie di piazze barocche trova il suo apice nella celeberrima piazza San Pietro, compiuta da Bernini sotto [[papa Alessandro VII|Alessandro VII]] tra il 1657 ed il 1667. La soluzione finale tenne conto di problemi liturgici, simbolici e delle emergenze architettoniche preesistenti: lo spazio venne articolato per mezzo di una piazza ovale collegata alla facciata della basilica vaticana con due bracci obliqui, posti ai margini di un'area di forma [[Trapezio (geometria)|trapezoidale]]. Il collegamento tra l'ovale ed il trapezio, più stretto rispetto alla larghezza della facciata del Maderno, modificò la prospettiva verso la basilica, facendo apparire più piccola la grande mole della stessa facciata.
La piazza ovale, delimitata da imponenti colonne disposte su più file, avrebbe dovuto essere chiusa con un terzo braccio, che però non fu mai eseguito; malgrado ciò, Bernini realizzò uno spazio ben definito, ma al contempo aperto verso l'esterno ed integrato con il resto della città grazie alla permeabilità offerta dai grandi colonnati.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 29.</ref>
Inoltre Bernini pose in asse con la via di Borgo Nuovo (scomparsa con la realizzazione di [[via della Conciliazione]]) il portone in bronzo che conduceva alla Scala Regia, all'interno della cittadella vaticana; creò così un sorprendente percorso che accompagnava lo spettatore dalle anguste e articolate strade della "[[Spina di Borgo]]" alla grandiosità della piazza San Pietro, tagliandola però in maniera asimmetrica, sul lato nord, così da offrire suggestivi e sempre nuovi scorci verso la facciata della basilica e verso la cupola michelangiolesca.<ref>L. Benevolo, ''San Pietro e la città di Roma'', Bari 2004, pp. 54-60.</ref>
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Verso la fine del [[XVI secolo]], [[Torino]] era ancora racchiusa all'interno dell'antico impianto romano del ''[[castrum]]''; pochi anni dopo, durante il regno di [[Carlo Emanuele I di Savoia|Carlo Emanuele I]], la città divenne un importante centro barocco, punto di incontro delle tendenze [[roma]]ne e [[Francia|francesi]],<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 405.</ref> in una singolare sintesi tra aspetti controriformistici e laici.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 46.</ref>
 
[[Ascanio Vittozzi|Ascanio Vitozzi]] ([[1539]]-[[1615]]) fu incaricato della sistemazione di [[Piazza Castello (Torino)|piazza Castello]], intorno alla quale si svilupparono i nuovi quartieri della città; i lavori furono portati avanti da [[Carlo di Castellamonte]] ([[1560]]-[[1641]]), che dal [[1621]] continuò lo sviluppo verso sud dell'abitato secondo un sistema di assi tra loro ortogonali. Al medesimo architetto si deve la formazione della vasta [[piazza San Carlo]] (all'epoca ''Piazza Reale''), uno spazio derivato dalla ''place royale'' francese ed incentrato attorno ad una statua equestre; tuttavia, ai lati della direttrice principale furono poste due chiese gemelle, in una soluzione in quale modo simile a quella attuata nella [[Piazza del Popolo (Roma)|piazza del Popolo]] a Roma. Questa duplice valenza, frutto dell'unione tra elementi sacri ed elementi laici, si ritrova anche nel [[Palazzo Reale di (Torino)|Palazzo Ducale]] (poi Reale), che fu messo in comunicazione diretta con la [[Duomo di Torino|cattedrale]].<ref name="Schulz, p. 48">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 48.</ref>
 
Il piano di ampliamento di Torino fu continuato da [[Amedeo di Castellamonte]] ([[1610]]-[[1683]]), figlio di Carlo, che pianificò lo sviluppo della città verso est. Nel [[1673]], secondo il progetto dell'architetto, fu iniziata la realizzazione di una strada per unire piazza Castello alla [[via Po|porta di Po]]; lungo la via vennero eretti palazzi porticati dal disegno uniforme, mentre verso il fiume la strada fu conclusa con un'esedra (portico in luogo aperto, spesso con sedili per sedersi a conversare), simbolico riferimento all'apertura della città verso il territorio circostante.<ref name="Schulz, p. 48"/>
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{{vedi anche|Barocco a Milano}}
[[File:San_Giuseppe,_Milano_2367.jpg|thumb|[[Chiesa di San Giuseppe (Milano)|Chiesa di San Giuseppe]], Milano]]
Nei primi anni del Seicento, se per molti anni perdurò una produzione architettonica di "transizione" dove gli elementi tardo-manieristi venivano timidamente contaminati, come nel caso della [[biblioteca Ambrosiana]] e del cortile palladiano del [[collegio Elvetico]] di [[Fabio Mangone]], il progetto che introdusse il barocco a Milano fu la [[chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia]] dell'architetto barnabita [[Lorenzo Binago]]. La pianta consiste nella combinazione tra una pianta centrale ispirata al progetto della [[basilica di San Pietro]] bramantesca ed una longitudinale, con gli archi della [[Crociera (architettura)|crociera]] poggianti su coppie di colonne giganti isolate dalle mura perimetrali, soluzione che sarebbe stata ripresa in molti progetti successivi, come il [[DuomoCattedrale Nuovodi Santa Maria Assunta (Brescia)|duomo nuovo]] di [[Brescia]].
 
Il Sant'Alessandro del Binago fu quindi la base per la realizzazione della [[Chiesa di San Giuseppe (Milano)|chiesa di San Giuseppe]] da parte di [[Francesco Maria Richini]] ([[1584]]-[[1658]]), considerato il maggiore architetto del Barocco milanese:<ref name="Dizionario voce Richini">N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Richini, Francesco Maria''</ref> la chiesa segnò il superamento dell'architettura manierista in area milanese.<ref name="Dizionario voce Richini"/> Il Richini introdusse una pianta combinata, composta da due spazi a pianta centrale a dare una pianta longitudinali: il primo spazio presenta una struttura ottagonale, ispirato alla crociera del Sant'Alessandro, dove l'ottagono è ottenuto dal taglio degli spigoli della pianta quadrata grazie alle colonne perimetrali isolate. Per quanto riguarda il fronte, il Richini provò a dare un'unità tra la facciata, fino ad allora considerato un abbellimento indipendente rispetto alla struttura retrostante, ed il corpo della chiesa, disegnando una facciata dall'altezza pari a quella della cupola ottagonale retrostante e con l'ordine inferiore con l'altezza pari al corpo posteriore della chiesa: la decorazione fu impostata "ad edicole sovrapposte", inaugurando una tipologia di facciata ampiamente utilizzata negli anni a venire.<ref>R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., p. 101.</ref>
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Tra le più famose opere civili del Richini si segnala il [[Palazzo del Senato (Milano)|Collegio Elvetico]], dove mirò ad una integrazione tra interno ed esterno mediante un prospetto concavo, forse la prima facciata di palazzo ricurva dell'età barocca;<ref name="Wittkower, 102">R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., p. 102.</ref> l'interessante soluzione, anticipatrice di certi temi espressi da [[Francesco Borromini|Borromini]], conferma Richini come uno dei maggiori architetti del primo Barocco.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 147.</ref> Suoi sono inoltre il [[cortile d'onore del palazzo di Brera]], organizzato su un doppio ordine di colonne binate a reggere [[archi a tutto sesto]] che divenne il modello del cortile barocco in area lombarda, e gli eleganti portali di [[palazzo Durini]] e del [[seminario arcivescovile di Milano]].
 
Alla sua morte, a Milano non rimase nessuno del suo calibro:<ref name="Wittkower, 102"/> il principale cantiere del secondo Seicento in città fu la costruzione della [[chiesa di Santa Maria alla Porta]] portata avanti dal suo allievo [[Francesco Castelli]]: la facciata, modellata su un precedente disegno del maestro, ripropone in chiave non originale la facciata "ad edicole sovrapposte" con decorazioni più abbondanti e complesse. Altro importante cantiere coevo fu quello per la facciata di [[Chiesa di Santa Maria della Passione|Santa Maria della Passione]] realizzata dal romano di formazione [[Giuseppe Rusnati]].
 
==== Venezia ====
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=== Impero russo ===
{{vedi anche|Barocco russo}}
Ancor prima del regno di [[Pietro I di Russia|Pietro il Grande]] l'architettura russa si avvicinò alle tendenze europee con l'adozione di motivi rinascimentali e barocchi. La transizione coincise col [[Barocco moscovita|Barocco di Mosca]], che già mostra una comprensione degli ordini architettonici. Un esempio considerevole di questa corrente si ha nel [[Conventomonastero di Novodevičij]] di Mosca.<ref name="Dizionario voce Russia">N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Russia''.</ref>
Allo stesso tempo, la riconquista delle zone occidentali ed in particolare dell'[[Ucraina]], portò allo sviluppo di uno stile con caratteristiche proprie, ma privo di un'autentica relazione con la coeva architettura europea.
Solo nel corso del Settecento la Russia accolse, con maggior vigore, i canoni stilistici del mondo occidentale (si rimanda al paragrafo sull'architettura tardobarocca).<ref name="Dizionario voce Russia"/>
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Lo stile interessò soprattutto le arti decorativi e l'arredamento; in architettura fu accentuata la differenza tra ambienti interni ed esterni, con una distinzione dei locali in base al loro uso, mentre le strutture portanti vennero alleggerite e la [[Plasticità (arte)|plasticità]] delle superfici venne affidata al solo movimento ondulatorio delle pareti.
 
[[File:Malostranské náměstí, kostel svatého Mikuláše od jihozápadu.jpg|thumb|[[Chiesa di San Nicola (Piccolo Quartiere)|Chiesa di San Nicola diin Malá Strana]] a [[Praga]]]]
 
Tuttavia, l'opera che può considerarsi il punto di svolta tra Barocco e Rococò è l'[[Abbazia di Melk]],<ref name="De Fusco p. 425">R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 425.</ref> ampiamente rimaneggiata tra il [[1702]] ed il [[1736]] ad opera di [[Jakob Prandtauer]] ([[1660]]-[[1726]]). Prandtauer apportò modifiche agli edifici lungo i cortili e edificò una chiesa con raffinati dettagli rococò, ma ancora barocca per la posizione scenografica; infatti l'abbazia si erge imponente su un'altura a ridosso del fiume, con una grande [[serliana]] che apre il [[sagrato]] verso il territorio circostante.
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[[File:St. Johann Nepomuk - Inside (München).jpg|thumb|left|[[Asamkirche]], [[Monaco di Baviera]]]]
 
Significativa è pure la [[chiesa di San Nicola (Piccolo Quartiere)|chiesa di San Nicola in ''Malá Strana'']] a [[Praga]], costituita da [[Kilian Ignaz Dientzenhofer]] ([[1689]]-[[1751]]) dal [[1703]].
Esternamente l'edificio ha una volumetria compatta; l'interno è a pianta longitudinale, con cappelle laterali separate l'una dall'altra da pilastri ruotati di 45 gradi, dai quali partivano, prima di essere ricoperti da una decorazione pittorica, archi a doppia curvatura.
Le cappelle di San Nicola sono sormontate da una sorta di [[matroneo]], tipico delle [[Architettura romanica|architetture medioevali]], ma conformato da una plasticità tutta barocca.
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[[File:Blenheim Palace - North (6911855954).jpg|thumb|[[Blenheim Palace]], [[Woodstock (Oxfordshire)|Woodstock]]]]
 
Nelle stesse regioni furono innalzati imponenti palazzi, il primo dei quali fu il [[Castellopalazzo di Schönbrunn]] a Vienna, che Johann Bernhard Fischer von Erlach cominciò sul finire del Seicento.
Poco dopo, sempre nella capitale austriaca, fu costruito il [[Castello del Belvedere]], di [[Johann Lucas von Hildebrandt]]; altri esempi notevoli si ebbero a [[Dresda]] ([[Zwinger (Dresda)|Zwinger]], di [[Matthäus Daniel Pöppelmann]]), in [[Inghilterra]] ([[Blenheim Palace]], di [[John Vanbrugh]], con la collaborazione di [[Nicholas Hawksmoor]]) e a [[San Pietroburgo]] ([[palazzo d'Inverno]], di [[Bartolomeo Rastrelli]]).
 
Nell'[[Impero russo]] questo stile fu importato dall'Europa Centrale attraverso il [[Barocco ucraino]] e dette origine, con la [[san Pietroburgo#Fondazione della città|fondazione di San Pietroburgo]], al sobrio ed equilibrato [[Barocco petrino]], nel quale furono sostanzialmente recepiti i canoni stilistici del mondo occidentale ([[Monastero di Aleksandr Nevskij]]). Una fase più esuberante si ebbe durante il regno di [[Elisabetta di Russia]], con il cosiddetto [[Barocco elisabettiano]].
 
Il capolavoro del Rococò è comunque la [[Residenza di Würzburg]],<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 443.</ref>, di [[Johann Balthasar Neumann]]. Il complesso si apre attorno ad una ''cour d'honneur'', con due ali che si affacciano ciascuna su due cortili interni; gli ambienti interni, tra i quali emergono lo scalone e la ''Kaisersall'', presentano un ricco apparato decorativo, con affreschi di [[Giambattista Tiepolo|Giovanni Battista Tiepolo]] e stucchi di scuola italiana.
 
[[File:PalazzinaStupinigi12.JPG|thumb|[[Palazzina di caccia di Stupinigi]]]]
 
Nell'[[Italia Settentrionale|Italia settentrionale]] l'architettura rococò trovò i massimi esponenti in [[Filippo Juvarra]] ([[1678]]-1736) e [[Bernardo Antonio Vittone]] ([[1704]]-[[1770]]).<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., pp. 438-448.</ref>
Di Juvarra si ricorda la [[Basilica di Superga]] e la [[Palazzina di caccia di Stupinigi]], due opere costruite nell'area [[Torino|torinese]] nella prima metà del Settecento. In particolare, la residenza di Stupinigi è considerata l'opera più originale di tutta l'architettura barocca e rococò:<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 446; si vedano anche i giudizi di C. Norberg - Schulz, ''Architettura Tardobarocca'', Milano 1980, p. 138.</ref> il complesso è formato da una serie di corpi di fabbrica che plasticamente si dilatano e si comprimono verso il nucleo centrale, costituito da una pianta ellittica da cui partono due ali a forma di [[Decusse|croce di Sant'Andrea]].
 
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Dopo la costruzione della facciata di [[Basilica di San Giovanni in Laterano|San Giovanni in Laterano]], in cui [[Alessandro Galilei]] introdusse un modello più affine al classicismo barocco di ispirazione neo-cinquecentesca,<ref>P. Portoghesi, ''Roma barocca'', cit., p. 474.</ref> l'estremo capito della stagione barocca a Roma coincise con la realizzazione della [[Sagrestia di San Pietro in Vaticano|sagrestia della basilica di San Pietro in Vaticano]], di [[Carlo Marchionni]], un'opera infelice, monotona e confusa,<ref>P. Portoghesi, ''Roma barocca'', cit., p. 480.</ref> in cui si ravvisa un ripiego su un linguaggio sterilmente accademico.<ref>C. Bertelli, G. Briganti, ''Storia dell'arte italiana'', cit., p. 439.</ref>
 
A [[Napoli]], la corte [[borboneBorbone didelle NapoliDue Sicilie|borbonica]] mise in atto un ambizioso piano d'interventi nella capitale del regno; da ciò derivò un progressivo mutamento dei gusti architettonici sotto il segno più "classicista" dei due maggiori protagonisti: il toscano [[Ferdinando Fuga]]<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Fuga, Ferdinando''.</ref> ([[1699]]-[[1782]]) e [[Luigi Vanvitelli]]<ref name="Dizionario voce Vanvitelli Luigi">N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Vanvitelli, Luigi''.</ref> ([[1700]]-[[1773]]), chiamati a Napoli intorno al [[1750]].
Ad esempio, Ferdinando Fuga, allievo di Giovan Battista Foggini e autore della facciata di [[Basilica di Santa Maria Maggiore|Santa Maria Maggiore]] e del [[palazzo della Consulta]] a Roma, innalzò il prospetto della [[chiesa dei Girolamini]] e il [[Real Albergo dei Poveri]] a Napoli.
L'opera più celebre del Vanvitelli è invece la [[Reggia di Caserta]], definita come l'ultima grande realizzazione del Barocco italiano;<ref name="Dizionario voce Vanvitelli Luigi"/> tuttavia, se all'interno è evidente la ricerca di sfarzose scenografie di stampo barocco, l'esterno appare più misurato, anticipando pertanto i temi dell'[[architettura neoclassica]].<ref name="Dizionario voce Vanvitelli Luigi"/>
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File:Cupola di San lorenzo a Torino.jpg|Cupola di [[Chiesa di San Lorenzo (Torino)|San Lorenzo]], [[Torino]]
File:Napoli s Martino chiesa 1040974.JPG|La chiesa della [[Certosa di San Martino]], [[Napoli]]
File:Cathedral Ragusa Ibla.JPG|[[Duomo di San Giorgio (Ragusa)|Duomo di San Giorgio]], [[Ragusa]]
File:College des quatre nations cupola.jpg|La cupola ellittica del [[Collège des Quatre-Nations]], [[Parigi]]
File:Parc chateau versailles.jpg|[[Reggia di Versailles]]