Comunità internazionale: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
RolloBot (discussione | contributi)
m Bot: Correzione di uno o più errori comuni
Riga 183:
Su questo piano vengono collocati due tipi di dati: quelli ''geografici'' e quelli ''socio-culturali''. I dati geografici sono stati per lungo tempo considerati superflui. Alcuni studiosi pensavano che la loro influenza fosse limitata e marginale. Poi di fronte a fatti eclatanti come la sconfitta dell'esercito napoleonico in Russia nell'inverno del 1812 e quella di Hitler nell'inverno del 1943 si pensò che questo assunto era sbagliato. I dati territoriali (conformazione del terreno, sviluppo della rete fluviale, presenza o meno di montagne, del mare, esistenza di strade e di città, esistenza di risorse utili allo sviluppo energetico ed economico, temperature e clima diverso da quello temperato) sono tutti dati che influiscono sulla comunità umana che vive su quel territorio e di cui se ne deve tenere conto.
 
Se ci si sofferma, poi, sui rapporti che l'opera dell'uomo genera sul territorio, in quello che oggi si chiama l’''ambiente'', si può scoprire quali trasformazioni sono dovute alla sua attività. Diverse di queste, se non guidate da un occhio attento a preservare le qualità di questo, può produrre gravi danni e talvolta irreversibili. Un esempio importante è quello dovuto alla ''azione dell' uomo'' che modifica la natura dei luoghi e produce una trasformazione dell'ambiente sicuramente molto più negativa di quella preesistente: ne è un esempio il progetto della Banca Mondiale sul risanamento del [[mare di Aral]], la cui vicenda nell'ultimo secolo prova molto bene i limiti della azione umana sul territorio e sui risultati sicuramente diversi e opposti a quelli che i primi realizzatori volevano raggiungere. I problemi economici di oggi, l'innalzamento della temperatura di base del [[pianeta]] sono ancora una prova di quanto l'attività umana possa trasformare distruggendo il fragile equilibrio che la storia della terra ha costruito. Si affida, quindi alla ''[[Geografia]]'' la raccolta sistematica di questi dati per una corretta descrizione del territorio e della comunità umana che vi è insediata al fine di poterla studiare in modo corretto.
 
Le comunità umane poi, si sono distinte dalle altre forme di vita per la presenza e la interiorizzazione della ''cultura''. I dati socio-culturali che vengono raccolti e collocati su questo piano sono stati identificati dallo sviluppo delle ''scienze dell' uomo'' della seconda metà del XX secolo e dagli studi di [[Antropologia culturale]] e di [[Sociologia]] degli anni fra il 1950-1970. Essi sono indispensabili per la comprensione di fenomeni come la ''''globalizzazione'''', che pongono interrogativi sulla interazione dei sistemi sociali ed economici, sulla inadeguatezza delle strutture sociali corrispondenti e interrogano la politica e le forze che la esprimono sui nuovi orizzonti che i vari popoli e rispettivi Stati devono perseguire. Il fenomeno produttivo oggi (2013), anche se è a macchia di leopardo, interessa diversi continenti: Europa, Asia, Oceania, America del Sud e del Nord: i problemi politici, giuridici e sociali della globalizzazione interessano i due terzi degli Stati della ''Comunità internazionale''. Se ci si chiede quali sono le istituzioni politiche che possono governare questo fenomeno, ammesso il ruolo dell'ONU, si vede chiaramente che il potere politico effettivo, oggi, è diviso in 30 Stati sovrani e diversi.
 
Quindi dalla mancanza della presenta di una '''''autorità politica unitaria''''' manca anche la possibilità di una efficace azione di governo. Nelle scienze sociali questo fenomeno fu definito ''''[[anomia]]''''<ref>cfr. su questo tema in bibliografia il n. 75</ref> caratterizzato da una non corrispondenza fra le forze socio-economiche presenti nella società e le istituzioni del secondo piano già descritte. Diventa quindi necessario anche a livello della Comunità internazionale sviluppare delle politiche di innovazione che facciano comunicare, di nuovo, le società con le istituzioni per la realizzazione dei valori. Nello studio di questo flusso dinamico si può accertare lo stato di salute della Comunità internazionale. In ultimo questi processi non possono più essere affidati alla sola diplomazia, quasi sempre segreta, ma devono essere incardinati in istituzioni democratiche in cui i popoli e la loro rappresentanza politica si possano esprimere. Si pone così il problema della '''''autorità internazionale''''' democraticamente eletta e controllata che oggi ancora non esiste in seno all'ONU. Questo piano, che nel modello weberiano è sempre stato collocato all'ultimo, è la fornace delle trasformazioni sulle quali bisogna soffermarsi se vogliamo che tutta la descrizione della ''Comunità internazionale'' sia reale e vera.