Slavia friulana: differenze tra le versioni

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Nel corso del lungo iter parlamentare le forze politiche di estrema destra, tradizionalmente antislovene, si opposero all'estensione della legge in provincia di Udine, sostenendo che gli idiomi locali non appartengano all'area linguistica slovena. L'associazione Italiana degli Slavisti, in un documento del 1989, afferma che la distanza dei dialetti sloveni in uso nelle località della provincia di Udine non è dovuta a una presunta e scientificamente inesatta estraneità di questi dialetti alla lingua slovena, bensì a fattori storici e amministrativi che hanno determinato la situazione linguistica attuale.
Pur tuttavia, alcuni seguaci di teorie pseudoscientifiche hanno preso le distanze dalla legge di tutela in quanto non giudicano essere un dialetto sloveno la lingua parlata storicamente nei territori del loro comprensorio (detta natisoniano o nediško). Quanti si riconoscono in queste posizioni sostengono che la loro originaria antica lingua slava non deriva dallo sloveno essendo precedente di oltre quattro secoli anche se, ovviamente, tutti i dialetti preesistono alle lingue standard.<ref>{{cita web |url=http://www.legaslaviafriulana.org/legge38-ricorso.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=17 novembre 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090309055945/http://www.legaslaviafriulana.org/legge38-ricorso.htm |dataarchivio=9 marzo 2009 }}</ref>.
 
Baudouin de Courtenay ipotizzò che gli slavi del Natisone potessero addirittura avere delle componenti o un substrato originari della cosiddetta area ''čakava'', ossia serbo-croata, e che solo con l'evoluzione storica sono andati scemando; egli non escludeva che la provenienza potesse essere [[Carantania|carantana]]. Si rimane tuttavia nel campo delle ipotesi, non essendoci testi antichi nelle lingue slave, andatesi differenziando nell'alto medioevo. In scritti successivi alle prime formulazioni, Badouin de Courteney sostenne l'indubbia appartenenza di dette parlate al sistema dialettale sloveno. Comunque, uno slavista di fama nazionale e nativo proprio di Vernasso, Bruno Guyon, propose nella prima metà del XX secolo una suddivisione linguistica nelle vallate del Natisone e dell'Alberone, da una parte, e in quelle dell'Erbezzo e del Cosizza, dall'altra. Egli inoltre analizzò il sistema vocalico e consonantico delle due varianti locali che presentano forti rassomiglianza col serbo antico.