Luzzara: differenze tra le versioni

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* Il [[Palazzo della Macina]], costruito verso la fine del XV secolo, fu la residenza dei Gonzaga di Luzzara. Conserva preziosi reperti costituiti da colonne sormontate da capitelli di pregevole fattura e decori pittorici abbruniti.
* '''Teatro'''.Nell'antico Palazzo dei Gonzaga di Luzzara vi era anche il piccolo Teatro di Corte. Verso la fine del [[XVIII secolo]] ne venne realizzato un altro nei locali poi occupati dalla scuola d'arte.
Diversamente da quanto comunemente sostenuto, l'attuale Teatro non è da identificarsi con quello esistente anteriormente al [[XIX secolo|secolo XIX]]. Da un rogito del 1813 risulta che in quell'anno la "Società Teatrale di Luzzara" acquistò un fabbricato rustico, adibito a granaio, per trasformarlo nell'attuale Teatro. Anche se i lavori per l'adeguamento dell'edificio iniziarono subito, per l'apertura si dovette aspettare il 2 ottobre 1852, data in cui venne inaugurato con la rappresentazione dell'opera "I Capuleti e i Montecchi" di Vincenzo Bellini. Il teatro poteva contenere fino a 400 persone, con 47 palchi divisi in tre ordini. Il sipario, disperso, rappresentava la Fiera di Luzzara coi Principi Gonzaga e fu dipinto dal Casali. L'edificio subì un radicale restauro nel 1919; tale data è incisa nel lunettone che sovrasta la finestra centrale della facciata. Benché venissero mantenuti i tre ordini di palchi, la pianta, che originariamente era ad U svasata, fu modificata in forma semicircolare. Il teatro venne venduto a privati nel 1947 e trasformato in magazzino. Venne riacquisito dal comune negli anni '80 del XX secolo e venne nel 1987 iniziata una ristrutturazione, interrotta poco tempo dopo per mancanza di fondi. Sono stati recentemente effettuati lavori di restauro (soffitto della platea, in legno rivestito di cannicciato intonacato e dipinto, restaurato e consolidato nel 2006), in vista di una futura apertura. Visitabile su richiesta.
Diversamente da quanto comunemente sostenuto, l'attuale Teatro non è da identificarsi con quello esistente anteriormente al [[XIX secolo|secolo XIX]].
Da un rogito del 1813 risulta che in quell'anno la "Società Teatrale di Luzzara" acquistò un fabbricato rustico, adibito a granaio, per trasformarlo nell'attuale Teatro. Anche se i lavori per l'adeguamento dell'edificio iniziarono subito, per l'apertura si dovette aspettare il 2 ottobre 1852, data in cui venne inaugurato con la rappresentazione dell'opera "I Capuleti e i Montecchi" di Vincenzo Bellini.
Il teatro poteva contenere fino a 400 persone, con 47 palchi divisi in tre ordini. Il sipario, disperso, rappresentava la Fiera di Luzzara coi Principi Gonzaga e fu dipinto dal Casali. L'edificio subì un radicale restauro nel 1919; tale data è incisa nel lunettone che sovrasta la finestra centrale della facciata. Benché venissero mantenuti i tre ordini di palchi, la pianta, che originariamente era ad U svasata, fu modificata in forma semicircolare.
Il teatro venne venduto a privati nel 1947 e trasformato in magazzino. Venne riacquisito dal comune negli anni '80 del XX secolo e venne nel 1987 iniziata una ristrutturazione, interrotta poco tempo dopo per mancanza di fondi.
Sono stati recentemente effettuati lavori di restauro (soffitto della platea, in legno rivestito di cannicciato intonacato e dipinto, restaurato e consolidato nel 2006), in vista di una futura apertura. Visitabile su richiesta.
 
* '''Villa Maso'''. Situata nella strada comunale omonima a circa due chilometri a sud-est del capoluogo. Questa villa costituisce tuttora, con il suo stupendo giardino all'italiana e i filari di giganteschi [[taxodium]], uno dei più suggestivi ornamenti delle campagne luzzaresi. Fu una residenza dei [[Gonzaga di Luzzara|Gonzaga]], e ha conservato alcuni dei caratteri dell'antica nobiltà, come il giardino, l'oratorio e piantagioni arboree. L'interno ha un interessante salone di rappresentanza, a settentrione una torre con arco passante ha un loggiato triforato che sostiene una balaustra con al centro un orologio coronato da una torretta. Parte integrante della villa è il giardino nel quale si trovano piante di altissimo valore botanico, esistenti sul territorio nazionale in esemplari limitati. La Villa e il suo giardino sono stati set principale del film "[[Novecento (film)|Novecento]]" di [[Bernardo Bertolucci|Bertolucci]]. Oggi è sede della Comunità terapeutica per tossicodipendenti "Mondo X". Non è visitabile.
 
* '''Chiavica di Villarotta'''. È il più antico manufatto che si conservi a Villarotta e la testimonianza più interessante della sua storia. Questa opera idraulica, con paraporti, costruita sul Cavo Tagliata, tracciato su uno degli antichi corsi del Fiume Po, venne iniziato nel XIII secolo; aveva la funzione di impedire i rigurgiti delle piene del fiume Secchia e della Moglia oltre a bonificare i terreni per aumentare la produzione agricola e favorire il sorgere di nuovi centri abitati.
 
== Società ==