Grande incendio di Roma: differenze tra le versioni

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Nella moderna storiografia si sono di conseguenza registrate varie tesi contrapposte, riguardanti una serie di argomenti legati all'incendio, con particolare riguardo alla sua origine ed al comportamento tenuto dall'imperatore.
 
====Origine dolosa o accidentale====
Le fonti antiche considerano quasi unanimemente l'incendio di origine dolosa, sottolineando alcune particolarità del suo andamento, come la velocità di propagazione, il fatto che si fosse espanso in tutte le direzioni, senza seguire la direzione dei venti, il fatto che bruciassero anche edifici in pietra. Ugualmente fu considerata una prova dell'origine dolosa il riaccendersi dell'incendio dopo che sembrò si fosse esaurito una prima volta.
 
In realtà le moderne conoscenze hanno appurato che incendi molto grandi, consumando l'ossigeno con il bruciare delle fiamme, tendono ad espandersi alla ricerca di altro ossigeno che permetta la combustione, creando una sorta di regime interno, indipendente dai venti presenti all'esterno. Gli edifici in pietra possono inoltre consumarsi completamente in seguito all'incendiarsi degli arredi e delle parti in legno, che prendono fuoco per i tizzoni provenienti dall'esterno. Infine l'attuale esperienza ha provato che spesso braci accese possono rimanere sotto la cenere, causando un imprevedibile ravvivarsi delle fiamme.
 
====Responsabilità di Nerone====
[[File:Jan Styka - Nero at Baiae.jpg|thumb|left|upright=1.4|L'imperatore Nerone a [[Baia (Bacoli)|Baia]], dove sembra abbia progettato la costruzione della ''[[Domus Aurea]]'' sull'esempio di alcune ville romane di quel tratto di costa (olio su tela di Jan Styka).<ref name="SegalaSciortino13">{{cita|Segala & Sciortino 2005|p. 13}}.</ref>]]
 
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In realtà il racconto dello stesso Tacito riferisce al contrario di una serie di efficaci provvedimenti adottati dall'imperatore nella lotta contro il disastro e la tendenza attuale degli studi vede in molti campi una rivalutazione della figura di [[Nerone]].
 
====Responsabilità dei cristiani====
In alternativa alla versione tradizionale, lo storico [[Gerhard Baudy]], riprendendo una tesi elaborate in precedenza da [[Carlo Pascal]] e [[Léon Herrmann]], ha esposto l'ipotesi secondo la quale furono effettivamente i cristiani ad appiccare volontariamente fuoco a Roma, allo scopo di dare seguito ad una profezia apocalittica egiziana, secondo cui il sorgere di [[Sirio]], la stella del [[Canis Major]], avrebbe indicato la caduta della ''grande malvagia città''<ref>[[Carlo Pascal]], ''L'incendio di Roma e i primi Cristiani'', Torino, E. Loescher, 1900</ref>. Recentemente uno studioso italiano, Dimitri Landeschi, attraverso una accurata ricostruzione storica dei drammatici avvenimenti che si svolsero a Roma negli anni 64 e 65 d.C., ha avanzato l'ipotesi che ad incendiare Roma non fosse stato Nerone ma, con ogni probabilità, un pugno di fanatici appartenenti alla frangia più estremista della comunità cristiana di Roma, con la complicità morale di taluni ambienti dell'aristocrazia senatoria, in mezzo a cui si celavano i veri ispiratori di quella scellerata operazione. Landeschi, nel formulare la sua ipotesi, riprende e sviluppa tesi analoghe avanzate in passato da storici quali Carlo Pascal, Gerhard Baudy e Giuseppe Caiati.