Cessapalombo: differenze tra le versioni

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{{Divisione amministrativa
|Nome = Cessapalombo
|Panorama = Valle di Montalto.JPG
|Didascalia = Valle di Montalto
|Bandiera = Cessapalombo-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Cessapalombo-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Marche
|Divisione amm grado 2 = Macerata
|Amministratore locale = Giammario Ottavi
|Partito = [[lista civica]]
|Data elezione = 8-6-2009
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Abitanti = 476498
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 giugno 2017.
|Aggiornamento abitanti = 31/03/1930-6-2017
|Sottodivisioni =Col Casedi NuovePietra, Casigliano, c.da Pintura, Colbottoni, Case Frifrini, Maregnano, le Case, ColfanoMonastero, Montalto, Valle di MontaltoPrato, Tribbio di Montalto, Villa di Montalto, ColValle di Pietra, Giardoni, Invernale, Monastero, Case Molinaccio, c.da Coldiele, Monte Cancelli, PratiMontalto
|Divisioni confinanti = [[Caldarola]], [[Camporotondo di Fiastrone]], [[Fiastra]], [[San Ginesio]], [[Valfornace]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno =
|Diffusività =
|Nome abitanti = cessapalombesi
|Patrono = [[sant'Andrea Apostolo]]
|Festivo = 30 novembre
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Cessapalombo (province of Macerata, region Marche, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Cessapalombo nella provincia di Macerata
|Sito = http://www.comune.cessapalombo.mc.it/
}}
 
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|}
 
==== TribbioTrebbio ====
Nel 1829 conta 95 anime.
Nel 1829 conta 95 anime. la frazione di Tribbio, che deve il nome proprio alla sua posizione: "''trivium''" = incrocio, si trova proprio sotto al Castello di Montalto. Parte del borgo è formato dal Palazzo Simonelli, dove, al suo interno troviamo l'ex chiesa di Santa Lucia, in parte affrescata. Il Palazzo Simonelli, riveste una importanza strategica per il turismo del Comune di Cessapalombo. Un tempo appartenuto alla famiglia Simonelli, soggetto a continui ampliamenti, diventò nel settecento un complesso nel quale si svolgevano tutte le attività agricole dei mezzadri, per conto della famiglia signorile. Divenne anche una residenza estiva. L’attuale configurazione nasce da un restauro attento e consapevole della struttura settecentesca che ha lasciato intatti i volumi e le disposizioni interne. All'interno del Palazzo è possibile visitare il Museo delle Carbonaie ed il Museo della Nostra Terra nel quale sono raccolte le attrezzature e la documentazione storica di questa antica attività ed alcuni oggetti in uso nell'antica tradizione contadina. Nel piano terra del Palazzo sono ospitati gli uffici ed i servizi tra cui troviamo un Punto Turistico Informativo, la Casa del Parco, il centro C.E.A. (con sala convegni) e l'EcoMuseo. Il primo piano funge da ostello, con le sue camere arredate e dotate di servizi interni capaci di ospitare fino a 32 persone. Si aggiungono all'ostello anche 2 dependances esterne capaci di ospitare altri due nuclei familiari.
 
==== Col di Pietra ====
Anticamente Collis Petre; si erge sulla sinistra del fiume Fiastrone e rappresentava l'ultimo baluardo a difesa del vasto sistema di rocche e castelli del ducato di Camerino.
Anticamente ''Collis Petre''; che si erge a picco sul fiume Fiastrone, segue le vicende del territorio al quale appartiene; di proprietà Casauriense prima e dei Varano poi (fin dalla seconda metà del sec XIII), ha scopo prettamente militare e difensivo. Oggi restano alcuni ruderi, che testimoniano la presenza della torre di guardia e di alcuni saloni voltati. Poco più in basso sorge il "Borgo di Col di Pietra con la chiesa dedicata a San Giovanni"(''Sancti Iohannis supe Flossorium'': cioè sopra il Fiastrone) già citato nel documento del 995. Il borgo nel corso dei secoli ha perso la struttura originaria; l'attuale configurazione, molto probabilmente, risale ai primi dell'ottocento. Nel 1829 Col di Pietra conta 26 anime
Nel 1829 conta 26 anime.
 
==== Prato ====
Nel 1829 conta 48 anime.
 
==== Monastero ====
La frazione Monastero e la sua storia si intrecciano e quasi coincidono con le vicende dell’Abbazia di Santa Maria in Insula oggi denominata San Salvatore. Figura significativa dell'epoca, per questo territorio, fu San Romualdo. Databile nei primi del XI sec., secondo la tradizione ospitò un insediamento benedettino fondato dal Santo. L’abbazia sorge sui locali di una precedente villa romana. Essi adattarono l'esedra ad abside centrale della cripta e costituirono due absidine laterali al ridosso di due nicchioni ottenendone un bellissimo gioco di curve. Al poste del tetto, formato da travi e tegole i monaci realizzarono un solido solaio facendolo sostenere da dodici colonne culminanti in crociera, Realizzarono così un pavimento, adatto a sostenere la costruzione della chiesa sovrastante, composta da tre navate come la cripta. Il lavoro fu completato con la costruzione di due torri cilindriche ai fianchi della facciata rivolta verso la collina, sull'esempio dell'architettura ravennate di quel tempo. L'edificio ormai definitivamente manomesso nelle sue strutture architettoniche, ha sostanzialmente perduto i caratteri originari,: sia stilistici sua dimensionali ad eccezione della cripta. Negli anni '60, della chiesa superiore, è rimasta solo la navata centrale, di cui una parte è stata trasformata in alloggio e porticato d'ingresso e l'altra in abitazione parrocchiale. Nella cripta, sopra l’altare possiamo ammirare l'affresco della “Madonna con il Bambino” del XIII secolo, d’inspirazione ravennate. Particolarmente interessanti nella cripta sono i capitelli delle colonne che sorreggono le volte. Nel portico di entrata alla chiesa superiore è presente l'affresco raffigurante San Giorgio che uccide il drago. All'interno, in due nicchie contrapposte, sono presenti affreschi attribuibili ad Andrea De Magistris: “La Vergine e la Maddalena” e “S. Lucia e S. Caterina”.
 
Nel 1829 conta 127 anime.