Carlo Crivelli: differenze tra le versioni

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=== Arrivo nelle Marche ===
[[File:Carlo Crivelli 023.jpg|thumb|upright=1.4|Il ''[[Polittico di Massa Fermana]]'', 1468]]
Si ignorano le ragioni della partenza da Zara e quando l'artista attraversò l'Adriatico. In ogni caso, nel [[1468]], firmò il ''[[Polittico di Massa Fermana]]'' e nel [[1469]] si trovava già ad [[Ascoli Piceno]], dove aveva già avuto modo di entrare in conflitto con un cittadino per una questione di carattere amministrativo di cui restano tracce documentarie. Il 16 febbraio [[1469]] era infatti in causa giudiziaria contro un tale Savino di mastro Giovanni d'Ascoli, ed elesse suoi procuratori Ulisse di ser Antonio da Venezia e Corradino Pasqualucci di Ascoli. A parte questa menzione però le prime opere dell'artista nelle Marche gravitano tutte attorno a [[Fermo]]<ref name=Z12/>, come il ''[[Polittico di Porto San Giorgio]]'' (1470), eseguito per la [[chiesa di San Giorgio (Porto San Giorgio)|chiesa di San Giorgio]] di quella città su commissione di un tale Giorgio, albanese qui emigrato a seguito della conquista turca<ref name=Z15/>. Alcune opere si trovano anche a Monte San Martino (MC).<ref>{{Cita web|url=http://www.prolocomontesanmartino.it/category/pinacoteca-civica-e-percorso-museale/|titolo=Pinacoteca Civica e Percorso Museale – Pro Loco Monte San Martino|lingua=it-IT|accesso=2019-04-23}}</ref>
 
=== Residente ad Ascoli ===
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Appaiono particolarmente significativi alcuni soggiorni a [[Camerino]], città retta dai [[Varano (famiglia)|Varano]] e viva dal punto di vista culturale, dove operavano diversi pittori, tra cui anche [[Girolamo di Giovanni di Camerino|Girolamo di Giovanni]] e [[Giovanni Boccati]], che Crivelli doveva conoscere già dal comune alunnato presso lo [[Squarcione]] a Padova<ref name=Z12/>. Erano attivi inoltre alcuni maestri forestieri, come [[Niccolò Alunno]], che dovette avere un certo ascendente sul collega veneziano, pur non essendogli artisticamente inferiore<ref name=Z13/>.
 
Nel [[1482]] firmò il ''[[Polittico di San Domenico di Camerino]]'', al quale dovettero procedere e seguire altri incarichi più o meno impegnativi, per cui si ritiene che per tutti gli anni ottanta l'artista dovette alternare soggiorni ad Ascoli e a Camerino, con la tendenza ad allungare le soste nella seconda, come si evince anche da un documento del [[1488]] in cui è ricordato come "commorante" nella città dei Varano, ovvero abitante con una dimora fissa<ref name=Z12/>. In quegli anni veniva decorato il [[palazzo Ducale (Camerino)|palazzo Ducale]] e non è inverosimile che anche il Crivelli vi avesse messo mano, sebbene non è possibile trovarne traccia negli scarsi frammenti noti.
 
Nella tarda maturità accolse alcune novità esterne, come la nuova struttura della [[pala d'altare]] a fronte del più ripetitivo [[polittico]]: ne è un esempio straordinario l<nowiki>'</nowiki>''[[Annunciazione di Ascoli]]'', del [[1486]]<ref name=Z43/>. La peculiarità dell'opera - originariamente collocata nella [[chiesa della Santissima Annunziata (Ascoli Piceno)|chiesa della Santissima Annunziata]] ad [[Ascoli Piceno]] - sta nella testimonianza della piena padronanza da parte del Maestro delle innovazioni rinascimentali. Se è vero infatti che il Crivelli caratterizza la sua produzione in termini antichizzanti, in linea con la [[pittura veneta|tradizione veneziana]] antecedente al [[Giovanni Bellini|Bellini]], ciò non è affatto dovuto alla mancata conoscenza dei valori pittorici rinascimentali. L'arcaismo di Crivelli appare quindi come una scelta voluta e consapevole.