Arcangelo Corelli: differenze tra le versioni

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==Composizioni senza numero d'opera==
Nel complesso la produzione pubblicata da Corelli appare non particolarmente vasta, considerando che fu attivo per quarant'anni. Diede infatti alle stampe comprende [[12 concerti grossi, op. 6|12 concerti grossi]], [[12 sonate per violino, op. 5|12 sonate per violino]] e 48 sonate a tre, apparse in quattro raccolte (opere 1-4). Vista la straordinaria capacità di questo musicista, riconosciuta da tutti i contemporanei, e i frequenti impegni che lo videro attivo come solista e [[direttore d'orchestra]], e la cura qualitativa del tutto speciale (e in parte insolita in quei tempi) che dedicava alle sue opere prima di pubblicarle a proprio nome, Corelli dovrebbepotrebbe aver composto ben di più di quanto pubblicato. Probabilmente gran parte della sua produzione - forse a causa della cura del suotutto perfezionismospeciale (e in parte insolita in quei tempi) che dedicava alle sue opere prima di pubblicarle - non fu mai data alle stampe e andò dispersa. Negli ultimi anni c'è stato quindi un grande interesse per la riscoperta di possibilie opere a lui attribuibili, e alcune di queste sono ormai riconosciute come sue quasi unanimemente daglidai studiosimusicologi. Si tratta di lavori senza numero d'opera, rimasti cioè esclusi dalla selezionenumerazione che Corelli effettuavaapponeva, percome leera d'uso comune, alle sue opere a stampa, ma non per questo di minore importanza musicale.
 
Tra questi ''extra opus'' considerati ormai da tutti autenticamente corelliani si segnala in primo luogo unl'''Introduttione [[concertoe grosso]] scrittoSinfonia per la cortel'Oratorio di FrancescoSanta IIBeatrice d'Este'', duca diun [[Modena]],concerto nel [[1689grosso]]; questocomposto concerto funse dacome introduzione musicale a un oratorio di [[Giovanni Lorenzo Lulier]], edeseguito infattia si[[Palazzo_Doria-Pamphili|palazzo intitolaPamphilj]] ''Introduttioneal eCorso Sinfonianel per[[1689]], l'Oratorioconservato in un manoscritto appartenuto alla collezione di SantaFrancesco BeatriceII d'Este'', duca di [[Modena]]. Il ''largo'', praticamente uguale a quello del sesto concerto grosso op. 6, pubblicato venticinque anni dopo, non solo rafforza la paternità corelliana deldella manoscrittocomposizione, ma ci dimostra come le pubblicazioni delle opere corelliane (e soprattutto dei suoi straordinari concerti grossi) sianofossero il frutto di una un'attenta selezione di pezzi composti nell'arco di una intera vita artistica, scegliendoselezionando pochi brani eletti all'interno di una produzione riginariamente più vasta, che è andatadi irrimediabilmentequella perdutapubblicata.
 
Un secondo manoscrittolavoro oggi attribuito a Corelli riguarda il ''Concerto a quattro, per due violini, violetta e basso'', ritrovatocopiato alin un manoscritto della biblioteca del Conservatorio di S. Pietro a Majella a [[Napoli]] eche recantereca la dicitura esplicita "non sono date alle stampe". La copia napoletana, completa di tutte le partiture, indica l'opera come una "sonata a 4", mentre un'altra copia rinvenuta nella Library of St. Michael's College a Tenbury ([[Gran Bretagna]]) la presenta come un'opera "a 7" e quindi come una forma di [[concerto grosso]]<ref>Di fatto, l'apparente incongruenza deriva dal fatto che in Italia la ''Sonata a 4'' poteva anche essere eseguita con un'orchestra d'archi. In questo caso, era comune concertarla con sezioni solistiche, destinate ad un concertino a 3 o 4 parti, e sezioni a piena orchestra. Anche quest'opera corelliana riporta dunque indicazioni di "soli" e "tutti". Se si sommano le parti orchestrali, dette anche "parti reali", che (come recita il titolo) sono 4, con le 3 parti solistiche si ottiene il numero di 7 parti.</ref> In ogni caso, resta la straordinaria qualità della composizione e in particolare lo splendido movimento in "Grave": esso rappresenta, come quasi sempre nell'opera di Corelli, un brevissimo raccordo tra due tempi veloci, un piccolo gioiello caratterizzato da una nota inquieta, visionaria e malinconica.
 
Numerose fonti [[italia]]neitaliane, [[Inghilterra|inglesi]] ed [[austria]]cheaustriache chesono attestanoconcordi poi lnell'autenticitàattribuire a diCorelli una ''Sonata a quattro, per tromba, due violini e basso continuo'' che merita una particolare menzione in quanto unica opera dedicata dallo straordinario compositore di [[Fusignano]] ad uno strumento a fiato. Per contro un'altra sonata e un concerto comprendenti strumenti a fiato, conservati a [[Vienna]], sono di assai dubbia autenticità.
 
Taluni considerano corelliana la ''Fuga a quattro voci con un soggetto solo'' rinvenuta da Mario Fabbri, in tempi recenti, presso il Conservatorio di [[Firenze]], ela cui paternità è celata sotto lo pseudonimo-anagramma di Gallario Riccoleno. La composizione contiene un tema del tutto simile a quello del celebre ''Allelujah'' del ''Messiah'' di [[Georg Friedrich Händel|Händel]], e questo potrebbe confermare le indicazioniinfluenze chedello ascrivonostile anchecorelliano ilsul giovane Händel tra gli allievi beneficati da Corelli, che fu anche un notevole didatta della musica. Per contro potrebbe trattarsi di un "omaggio" di marca händeliana virtualmente attribuito a Corelli, di scuola händeliana.
 
Infine bisogna ricordare che l'editore di Corelli, Estienne Roger, pubblicò nel [[1714]], dopo la sua morte, sei ''Sonate a tre per due violini col basso per l'organo'', che egli qualificòqualificandole come "opera postuma". L'attribuzione effettiva di queste sonate è anch'essa molto discussa, ma l'attribuzione dell'ultima sonata è sostenuta da ben otto fonti in tutta Europa e anche la somiglianza stilistica con le sonate a tre è davvero molto pronunciata.
 
Tutte queste opere manoscritte, sia le più certe che le più discusse, si caratterizzano per la raffinatezza stilistica e la qualità della scrittura musicale, e confermano il valore assoluto di Corelli, compositore che ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della musica strumentale italiana ed europea del [[XVIII secolo|Settecento]].
 
== Opere ==