Il giardino dei Finzi-Contini: differenze tra le versioni
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'''''Il giardino dei Finzi-Contini''''' è un romanzo di [[Giorgio Bassani]] del [[1962]].
La prima stesura avvenne a [[Santa Marinella]] ([[Roma]]), all'Hotel Le Najadi. Il romanzo fu pubblicato nel [[1962]] dalla [[Giulio Einaudi Editore]]: presentava in copertina la pittura a olio su tela ''Nu couché bleu'', del 1955, di [[Nicolas De Staël]] e, a pagina 88 a fronte, la riproduzione dell'acquaforte ''Campo di tennis'' di [[Giorgio Morandi]]
Nel 1974 ''Il giardino dei Finzi-Contini'' confluì, con numerose varianti, Dal romanzo è stato tratto il [[Il giardino dei Finzi Contini (film)|film omonimo]], diretto da [[Vittorio De Sica]], per il quale Bassani scrisse alcuni dialoghi della sceneggiatura.
L'ispirazione per il romanzo arrivò a
Il primo testo narrante le vicende della famiglia Finzi-Contini venne pubblicato sul numero di febbraio della rivista ''[[Il Caffè (Vicari)|Il caffè politico e letterario]]'' nel 1955, con il titolo ''Il giardino dei Finzi-Contini (Primo appunto)''; qui il protagonista è un giovane ingegnere milanese, di nome Sandonnino, mandato a Ferrara a lavorare in una fabbrica di gomma sintetica; le vicende sono narrate in terza persona, secondo la prospettiva del protagonista (mentre nella stesura definitiva è utilizzata la prima persona dell'io narrante)<ref>{{cita libro | titolo=Bassani. Racconti, diari, cronache (1935-1956)|curatore=Piero Pieri | editore= Feltrinelli| città= Milano| anno= 2014 | |ISBN = 9788807530333}}</ref>.
== Genesi ==▼
▲== Genesi ==
▲Quanto scoperto in un [[dossier]] trovato dentro uno degli armadi in acciaio dell'archivio nazista di [[Bad Arolsen]] (e oggi custodito dall'[[Istituto per la ricerca internazionale]]) lo conferma: il romanzo di Bassani è ispirato alla vera storia di [[Silvio Magrini]] e della sua famiglia: la moglie Albertina, la madre Elisa, la figlia Giuliana (non identificata, però, con la Micòl del romanzo), e il figlio Uberto<ref name= laRepubblica>{{cita news|autore=Marco Ansaldo|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/06/13/r2-la-vera-storia-dei-finzi-contini.html|titolo=La vera storia dei Finzi Contini|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica.it]]|data=13 giugno 2008|accesso=2 novembre 2018}}</ref>. Borghesi, benestanti, di spirito patriottico (Silvio partì volontario nella [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]]), essi abitavano nella villa ferrarese descritta nel romanzo, al numero civico 76 di via Borgo Leoni, col famoso giardino, il campo da tennis e il cane Jor. Rimasti nella città estense dopo la promulgazione delle [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]] del 1938, la famiglia Magrini, in seguito all'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|armistizio dell'Italia con gli Alleati dell'8 settembre 1943]] e l'occupazione nazista del Paese, subì il destino persecutorio di tanti altri ebrei italiani. Silvio, rimasto a Ferrara, a settembre venne ricoverato nell'ospedale Sant'Anna dove fu arrestato dai nazifascisti il 15 novembre e deportato nel [[Campo di Fossoli|campo di transito di Fossoli]] (in provincia di Modena); qui il 26 febbraio 1944 venne caricato su un treno per essere deportato ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] col primo convoglio di italiani e ucciso all'arrivo. La moglie Albertina, rimasta inizialmente in campagna con la vecchia madre, scoprì all'inizio del 1944 dell'arresto del marito e, angosciata per la sua sorte, tornò a Ferrara; nel marzo del 1944 fu arrestata da un gruppo di fascisti nella sua casa di via Borgo Leoni e finì anche lei deportata e uccisa a Auschwitz.
A
== Trama ==
=== Prologo ===
L'inizio del romanzo è ambientato nel 1957 presso la [[Necropoli della Banditaccia|necropoli etrusca di Cerveteri]], vicino a [[Roma]], dove il protagonista - narratore interno - si trova in gita domenicale assieme ad un gruppo di amici. Il suo pensiero, osservando le tombe etrusche, corre, per associazione d'idee, al cimitero ebraico di [[Ferrara]] in via Montebello e alla tomba monumentale dei Finzi-Contini, relegata in una parte abbastanza remota ma comunque visibile, riportandogli così alla memoria il tragico destino che ha travolto i membri di questa famiglia, oramai dimenticata
=== I ===
I Finzi-Contini sono una famiglia ricchissima appartenente all'[[alta borghesia]], che vive nella fiorente comunità ebraica di Ferrara: possiedono una grande villa, con un enorme giardino e un campo da tennis, circondata da muraglioni e cancelli.
Da bambino, il protagonista - anche lui ebreo, ma appartenente alla media borghesia - riesce a frequentare poco i due giovani Finzi-Contini, Alberto e Micòl (pressoché suoi coetanei)
=== II ===
A questo punto la narrazione fa un salto temporale in avanti di una decina d'anni, ovvero al [[1938]], anno dell'emanazione delle [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]] e della conseguente discriminazione degli ebrei.
Durante
=== III ===
Micòl
In occasione di [[Pesach]] (la Pasqua ebraica)
=== IV ===
Il protagonista capisce di avere incrinato il suo rapporto con Micòl, la quale da questo momento assume nei suoi confronti un atteggiamento del tutto freddo e distaccato. Tuttavia egli non rinuncia al suo amore e perciò continua a frequentare il giardino e la compagnia, tormentando
Lontano da casa Finzi-Contini
Rientrato a casa il protagonista ha una conversazione franca con il padre, al quale spiega tutto, compreso il tormentato rapporto con Micòl. L'anziano genitore, dimostrandosi innanzitutto amorevole e comprensivo, gli consiglia di porre fine ad ogni legame con i Finzi-Contini, troppo diversi da lui, e anche con Malnate, spingendolo invece a pensare al suo futuro.
=== Epilogo ===
Il romanzo si chiude con l'amaro ricordo della [[Seconda guerra mondiale]] e del tragico destino spettato a tutti i membri della famiglia Finzi-Contini. Alberto, già da tempo malato di [[linfogranuloma maligno]],
== Personaggi ==
* '''Il narratore''': tutte le vicende del romanzo sono
* '''Micòl''': una giovane molto bella e intelligente; le piace parlare molto, inventando addirittura un linguaggio familiare, il ''finzi-continico'', che condivide specialmente col fratello. Ama la letteratura, soprattutto [[Emily Dickinson]], su cui incentra la sua tesi di laurea. Ha un carattere molto energico e [[Pragmatismo|pragmatico]], tanto che l'organizzazione domestica è affidata a lei. Adora i [[Lattimo|làttimi]], piccoli soprammobili di [[vetro di Murano]] che colleziona in camera sua. Nutre un forte amore verso il passato (''«il dolce e pio passato»''), mentre prova avversione per il futuro, quasi come una premonizione della tragica fine che toccherà a lei e alla sua famiglia. Ha un carisma molto forte ed è una ragazza sicura di sé.
* '''Alberto''': il fratello maggiore di Micòl. Laureando in ingegneria, senza però mai riuscire a
* '''Giampiero Malnate''': coetaneo dei protagonisti, proveniente dalla città di [[Milano]], vive da due anni a Ferrara, dove lavora come chimico in uno stabilimento della [[Montecatini (azienda)|Montecatini]], in attesa di essere trasferito nella sede di Milano. È intimo amico di Alberto, che conosce fin dai tempi in cui frequentavano assieme l'università a Milano. Ha una forte personalità ed è un fervido [[Comunismo|comunista]]. Spesso si accendono violente discussioni in materia politica tra lui e il protagonista, di opinioni politiche più moderate, ma del quale diventa un sincero amico. Nel [[1941]] è arruolato nel [[Corpo di spedizione italiano in Russia|CSIR]], senza fare mai ritorno.
* '''Professor Ermanno''': il padre di Micòl e Alberto. Nutre una grande stima nei confronti dell'intellettuale e intelligente protagonista, al punto da aprirgli le porte della sua casa e della sua biblioteca privata. Criticato dai suoi concittadini come sofisticato e altezzoso, si dimostra in realtà capace di profonda umanità e solidarietà, manifestando un coraggioso atteggiamento sprezzante nei confronti dei compromessi col [[fascismo|regime fascista]].
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== Voci correlate ==
* [[Ghetto di Ferrara]]
* [[Il giardino dei Finzi
== Altri progetti ==
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